La Torre di Belloluogo a Lecce rappresenta un periodo generalmente ben definito della storia di questa città, collegato agli Angioini e all’epopea della famiglia Orsini-D’Enghien. Tuttavia la caratteristica torre cilindrica che svetta in queste amene campagne circondate ormai dal progresso non fu il primo insediamento di questo sito.
Questa zona infatti è stata interessata dalla presenza di un villaggio rupestre, che solo successivamente è stato rimodellato, rivisitato nei suoi spazi, e ampliato con un frantoio destinato alla lavorazione delle olive. Ma molto prima della regina Maria D’Enghien qui visse una piccola comunità rupicola, come in altre zone del Salento.
Il banco roccioso affiorante e l’ideale conformazione del terreno attirò i suoi primi abitanti.
Restano ancora le tombe, ricavate a poca distanza dalle grotte…
Ma entriamo, in queste grotte…
E’ proprio sulle pareti di questi ambienti, che il prof. Alfredo Calabrese riuscì a scoprire molti anni fa delle iscrizioni che non risalgono al periodo angioino, bensì quello bizantino…
Oggi molto difficilmente si riuscirà a notarle, ma lui ha conservato dei calchi, custoditi nella sua preziosa casa-museo di Campi, su cui si può riscoprire un’altra epoca!
Anche dei segni, non facilmente decifrabili, come spesso accade in giro per il Salento.
Non sono facilmente leggibili, tuttavia vengono da lui ascritte al periodo bizantino del Salento. Un momento storico assai affascinante, per la storia e la cultura di questa terra! La Terra d’Otranto.
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