La Via del Carro, citata molto spesso nelle fonte storiche, ha rappresentato per il Salento una vitale arteria di commercio, in un periodo cruciale per lo sviluppo di questa terra. Era il 1500, i turchi avevano già varcato il Canale d’Otranto e seminato il terrore ovunque, tuttavia era un momento d’oro per l’agricoltura, le campagne tornavano ad essere popolate e fiorivano di ogni sorta d’attività.
Era necessario proteggere queste comunità, così sorsero le masserie fortificate. Il granaio della città di Lecce era posto attorno alla cosiddetta Platea di Cerrate, un fitto insediamento, molto spesso ben fortificato, che forniva ogni bene agricolo a Lecce e al resto del Salento. La Via del Carro partiva proprio da questa zona, anche se qualcuno dice che arrivava da Brindisi.
Nella mappa sopra (tratta da un libro dello studioso del territorio Antonio Costantini) si può apprezzare la traiettoria di questa via, che in pratica seguiva parallelamente, anche se a diversi km, il tragitto della Via Traiana Calabra, ed arrivava anch’essa ad Otranto. Da notare i numerosi feudi agricoli disposti ovunque, intorno ad essa. Da qui parte questo nostro itinerario, alla ricerca dei solchi di questa strada fondamentale e del paesaggio circostante.
Qui siamo davanti a Masseria Giampaolo. Il fondo roccioso emerge oltre il terriccio rivelando le profonde fenditure nella roccia scavate dalle ruote dei carri.
Sulla Google Maps qui sopra si nota il punto dove i solchi ripresi in foto emergono ancora oggi. Il resto è finito sotto la moderna strada asfaltata. Siamo ad un chilometro esatto, in linea d’aria, dall’Abbazia di Cerrate, un luogo vivo e attivo sin dall’epoca bizantina.
Tutte le masserie interessate dal passaggio di questa arteria avevano un loro “aggancio”, che ne immetteva i carri come da un accesso ad una superstrada! Le mercanzie viaggiavano continuamente, come ricordano ancora le fonti, questa via era continuamente trafficata.
Fra i prodotti principe c’era ovviamente l’olio. Qui tutte le masserie avevano almeno un frantoio, a Masseria Giampaolo ce n’erano due, nell’adiacente Masseria Monacelli un altro…
Ma c’erano anche masseria che lavoravano solo col bestiame, come era per Masseria la Grotta (sopra), presso la quale passa un’importante tracciato basolato, che certamente era collegato alla Via del Carro.
Nelle foto sopra e sotto, siamo presso Masseria Rauccio, dove la Via del Carro passa davanti ad una vecchia pagghiara. E’ un tratto molto importante, perché è l’unico visibile, all’interno dell’antica foresta di lecci, che un tempo ricopriva gran parte di questa zona. Diradata la foresta, a poche centinaia di metri dalla Masseria, la carraia diventa più vistosa, ed ai suoi margini affiorano cocci, forse resti di trasporto andato per terra…
Oggi il Parco Naturale del Rauccio salvaguarda questo bellissimo territorio.
Proseguendo verso sud incontriamo Masseria Coccioli. Anche le torri colombaie erano molto frequenti.
Ora siamo a Masseria Barone Vecchio, purtroppo in stato di rovina…
…caratteristico il suo pozzo a forma di confessionale…
La foto successiva di questa masseria rende bene l’idea di come doveva apparire il territorio all’epoca, visto a volo d’uccello…
Continuiamo lungo la strada, che costeggia il mare a pochissimi km… siamo nella zona più esposta alle incursioni piratesche…
Masseria Rauccio, di cui è stata salvata la massiccia torre di difesa…
… purtroppo la torre colombaia è ridotta molto male…
…mentre la chiesa, che risaliva ai primi anni del 1600, sta ormai cadendo a pezzi…
Ed ecco ora Masseria Paladini, databile al 1500, anche questa in cattive condizioni…
…mentre resiste la grande torre colombaia, privata dai vandali dello stemma della famiglia Guarini.
Superata l’antica masseria Solicara e poi masseria san Giuseppe (dotata di un immenso frantoio ipogeo), la Via del Carro diventa lastricata, e per un lungo tratto sino a masseria Giammatteo (il punto sopra indica la strada) è ancora visibile…
…il fondo stradale è imponente, a dispetto dei secoli…
…qui in foto è ripreso il tratto più antico, perché per gran parte è stato coperto o compattato da interventi moderni.
Il percorso attraversa un’area naturalistica particolarmente bella, fra un bosco e la macchia mediterranea.
A poche centinaia di metri da qui, la toponomastica ricorda ancora l’antica denominazione.
Proseguendo ancora verso sud, non molto distante da Borgo Piave, in una direzione che in linea d’aria corre verso la torre costiera Veneri, a circa 3-4 km dal mare, fuoriesce dalla macchia mediterranea una grande arteria carraia…
…di cui, dalla foto sopra, si nota la profondità di un solco pur ricolmo di terra.
Lungo la carraia, da un lato c’è la masseria, e dall’altro questa costruzione sopra, forse una casa-torre, andata in rovina.
La masseria è grande e pare sia stata “funzionale” fino a tempi recentissimi. Accanto all’ingresso sembrerebbe una chiesa…
…sulla cui architrave di accesso c’è la data 1658.
La masseria era fortificata da ogni lato, ma ha perduto le sue caditoie.
La strada carraia diventa poi un selciato, in direzione mare…
…mentre dal lato opposto le sue carraie si nascondono fra i rovi: il suo percorso, anche se osservato da Google Maps pare procedere nella direzione Lecce-Torre Veneri, in realtà poi curva parecchio, quindi dovrebbe essere sempre la Via del Carro.
Facendo una piccola deviazione si può notare qualche altra caratteristica di queste campagne: la chiesetta di Masseria Litta…
…conserva anche due statue…
E a circa 800 metri, isolato nella campagna un gigantesco pagliarone, fornito di due scale laterali per l’accesso alla cima.
La zona è interessante anche per la presenza della Grotta delle Meraviglie, testimonianze della presenza dell’uomo fin dalla Preistoria. Ma proseguiamo verso sud, ed incrociamo la strada carraia che con ogni probabilità risale ai tempi della Lecce romana, di quando essa collegava la città al porto di San Cataldo (l’allora Porto Adriano).
Siamo in direzione di Masseria Mosca…
…la strada è riaffiorata dopo Masseria dell’Alto…
…e in parecchi punti percorre lunghi tratti di terreno roccioso affiorante.
Masseria Mosca non è in buone condizioni, ma una visita si impone, in questi luoghi mitici del lavoro contadino di una volta.
La Via del Carro prosegue, nella foto sopra si nota la masseria che abbiamo appena lasciato, e il percorso dei solchi, che in fondo viene asfaltato. La strada moderna, bellissima comunque da fare in bicicletta, ricalca la vecchia traccia secolare!
Siamo arrivati a Masseria Mele, un’altra torre fortificata, costruita su tre piani, ed in origine dotata anche di un ponte levatoio!
Le mura dell’insediamento sono rinforzate da poderosi contrafforti.
La tecnica costruttiva dei muri risale al 1500, ed è veramente affascinante vederli ancora in piedi, in larga misura, per lunghi perimetri!
La via torna scavata sul banco roccioso affiorante, presso masseria Fossa…
…in una campagna di raro fascino!
E’ in questo triangolo fra masseria Fossa, l’aeroporto Lepore e la moderna via Lecce-San Cataldo, che riemerge un altro tratto di strada, molto importante, che però rischia di essere sbancata dai lavori moderni…
…la strada presenta un fondo antico e ben lavorato…
…ma potrebbe non essere la Via del Carro, visto che sembrerebbe che la incroci, provenendo entrambe da direzioni diverse…
…un’arteria dunque tutta da studiare, che segnalo all’attenzione degli archeologi…
…prima che la “modernità” cancelli questo selciato che pare raccontare una storia molto antica…
… e che assieme al circuito carraio storico ci aiuterà a comprendere meglio questo tratto fondamentale del territorio leccese.
Sopra siamo ormai presso Acaya, nelle vicinanze di Masseria San Pietro e di un affascinante villaggio rupestre.
La Via si snoda nelle campagne, in direzione della Masseria principe di questa zona. Il colosso… lo Zundrano!
Questo vero e proprio castello fortificato, dotato di svariate caditoie su ogni lato, esisteva già nel 1400. Un “aggancio” della carraia porta direttamente all’edificio.
Affascinante anche il frantoio della masseria, questo non ipogeo, perché posto proprio a piano terra…
Acaya è ormai alle porte, siamo nella zona di massima sicurezza per gli abitanti dell’epoca. Lasciando l’attuale territorio di Vernole, entriamo in quello di Melendugno, dove la Via si allarga a dismisura, contando tre corsie…
…Otranto è ormai alle porte! Secoli fa, punto di arrivo dei nostri carri, oggi meta finale di questa nostalgica ma appassionante passeggiata!
(Articolo soggetto ad aggiornamenti di testi e foto. Per gli interessati all’argomento, qui si trova una rassegna di tutte le altre strade del Salento)
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Potrei sapere chi ha curato questa sezione sulla “via del carro” e sulle masserie fortificate attorno a Lecce? Sarei molto interessato ad approfondire.
ciao Gianluca, allego qui un’articolo più approfondito che riguarda tutto il Salento. Al momento, è tutto ciò che abbiamo trovato. Ma la ricerca continua https://www.salentoacolory.it/antiche-strade-salento/