Santa Candida è forse la più grande chiesa rupestre di tutta la Puglia, coprendo una superficie di circa 120 metri quadrati, sviluppata con un disegno assai complesso, quasi a ventaglio, dove si susseguono navate, colonne e archi a tutto sesto che lasciano a bocca aperta il visitatore. In questo viaggio entreremo in questo luogo suggestivo che merita ampiamente di essere conosciuto ai più.
Siamo a Bari, a poche decine di metri dalla grande Tangenziale che per poco non la distruggeva per sempre. E’ una chiesa nominata dalle fonti già nel 1194, in un documento in cui risulta la vendita di un terreno da parte di un certo Romano, in cui si citava appunto Santa Candida.
La chiesa è sicuramente l’esempio più significativo e più celebre del fenomeno rupestre nel territorio di Bari. Si trova sul fianco destro della lama Picone, quasi di fronte all’insediamento e ad un’altra chiesa rupestre, nota come la Caravella. L’ingresso originale è privo del nartece, che fu distrutto durante i lavori della Tangenziale. Il nartece era l’ambiente che nelle chiese paleocristiane costituiva il vestibolo della chiesa stessa, e che serviva da ambiente di ricovero e di protezione, in quanto era coperto, per pellegrini, fedeli e questuanti.
Purtroppo il grande apparato iconografico risulta oggi scomparso, ma non cessa di stupire e di affascinare la sua quasi unicità architettonica, la sua estensione…
Nessun affresco, però sono rimaste alcune iscrizioni, in una delle quali si legge il nome della titolare…
La chiesa ha una pianta a ventaglio a ben 4 + 1 navate. Alle navate, voltate a botte e sostenute da pilastri compositi, corrispondono absidi molto profonde e dotate di altari a mensa “alla greca”.
Il toponimo di Santa Candida e di Lama Santa Candida è uno dei rari toponimi medievali conservatisi fino ai nostri giorni…
La presenza di cinque absidi farebbe pensare alla presenza di altrettante navate, ma da un esame più attento è emersa la presenza di sole quattro navate, di cui quella all’estrema sinistra più piccola delle altre, con la navata centrale a doppia abside, una caratteristica architettonica abbastanza rara questa, in Puglia, riscontrabile per esempio nella chiesetta della Madonna dei Panetti, ad Acquarica del Capo, anche se in questo caso non siamo più in ambienti rupestri.
La navata centrale si biforca in due vani presbiteriali di circa tre metri per due, culminanti in due profonde absidi. Questi vani sono separati da un muretto (iconostasi) dal naos, ovvero dall’aula per i fedeli, dotato di un unico varco in corrispondenza del vano absidale di sinistra, che costituiva l’ambiente destinato alle celebrazioni eucaristiche, mentre quello di destra era l’ambiente per riporre vesti e arredi sacri.
Interessanti nella foto sopra gli arcosoli scavati nella parete, che un tempo contenevano sicuramente l’immagine a figura intera di un santo, e che possiamo notare anche nella chiesa rupestre che si trova in Lama D’Antico (Fasano): una grande opera di perfezione nello scavo.
Bari quindi custodisce un aspetto meno noto del suo prezioso universo medievale…
…che tutti i visitatori di questa grande città non possono fare a meno di conoscere!
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