In tutta l’area che da Bari si allarga verso le Murge, lungo le dorsali delle Lame (i letti degli antichi fiumi ora prosciugati) e nelle piane, riprende e si diffonde, fra VIII e IX secolo l’antica tradizione dei popoli Pugliesi di scavare insediamenti rupestri ed ipogei nella roccia calcarea. Il fenomeno è diffusissimo e costituisce una interessantissima tradizione abitativa già diffusa in Puglia, nelle grotte naturali, fin dalla preistoria.
Una realtà storica e antropologica purtroppo trascurata dagli storici dell’arte, dagli studiosi di Storia dell’architettura e dalle amministrazioni pubbliche. Molte, infatti, sono le chiese rupestri e i piccoli villaggi che sono stati scavati dai nostri antichi avi nel calcare dei territori di Bari, Modugno, Ceglie, Valenzano, e di tutta la Puglia, specialmente nelle gravine tarantine e salentine, e che si trovano in stato di abbandono.
In questo viaggio andremo alla scoperta degli insediamenti rupestri a ridosso della città di Bari, un autentico mondo perduto pieno di fascino.
Un tesoro di architettura rupestre trogloditica (cioè di vita trascorsa sotto terra) che in altri paesi è diventato patrimonio dell’Unesco (come ad esempio in Cappadocia) o continuo insediamento abitativo (valga per tutti la Tunisia).
Grazie agli amici Sergio Chiaffarata e Gianluigi Vezoli possiamo far vedere a tutti le suggestioni di questi luoghi nascosti ai più.
Da notare la roccia viva… la Puglia carsica, testimone di generazioni di famiglie che qui hanno lottato per la vita…
Tracce di croci patentate, un classico di questi ambienti, usati da chissà quanti viandanti e pellegrini di passaggio…
Questi complessi ipogei sono stati utilizzati fino a tempi recenti, ad esempio come rifugi durante la seconda guerra mondiale, come dimostrano i rocchetti di vetro infissi sul soffitto per sostenere i cavi elettrici dell’illuminazione o le botti del vino sparse.
Purtroppo non esistono documenti che permettano di ricostruire l’evoluzione storica di questi ipogei, anche perché non sono mai state fatte ricerche archeologiche in questi siti, per cui si rimane sul piano delle congetture e delle ipotesi, sia per quanto riguarda la funzione di questi edifici sotterranei, che per il ruolo che hanno assunto nei vari periodi storici.
La roccia che testimonia la presenza del mare, ed i suoi abitanti, qui, milioni di anni fa…
Svariati ambienti di questi ipogei sono stati “rinforzati” o ammodernati con opere di costruzioni “moderne”, che anche queste testimoniano un utilizzo fino a tempi veramente recenti…
In questa zona non c’è traccia di chiesa rupestre, ma non è lontano l’esempio della stupenda Santa Candida, che abbiamo visto in un altro articolo.
La Bari che non ti aspetti, la città rupestre, aspetta i suoi visitatori, per raccontare la sua storia minima, di vita e fatica vissuta qui per secoli, che ha fondato l’attuale società moderna.
(che ringrazia Sergio Chiaffarata e Gianluigi Vezoli, per la disponibilità e le fotografie)
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Caro Alessandro, vado sempre di corsa ma qui ci sono rimasto un bel po’. Complimenti.