Manduria, il grande baluardo del mondo messapico contro i Greci di Taranto, ospita all’interno del suo splendido parco archeologico la chiesa di San Pietro Mandurino, un luogo singolare, vissuto in un arco temporale che sfida i millenni, e che ha visto culti e civiltà totalmente diversi. Si trova nel cuore di una grande necropoli messapica, e si divide in due piani.
La chiesa superiore e la cripta sotterranea, alla quale si accede dal suo interno, attraverso una ripida scalinata ricavata dalla roccia viva. L’esterno si presenta semplice, e si può facilmente ipotizzare il riutilizzo dei conci d’epoca classica.
Un foro permette alla luce di arrivare all’interno, dove la scalinata, vedremo, scenderà verso la cripta.
Un grazioso giardino, ed un vialetto, ci accompagnano all’ingresso…
La chiesetta, come detto dedicata all’Apostolo Pietro, è divisa in due ambienti, coperti da due volte differenti…
…una è a tholos, la classica copertura a cupola, che tante volte sarà riutilizzata anche nell’architettura rurale di questa terra, a cominciare dai trulli…
…l’altra è a botte…
Qui è esposta l’epigrafe, in latino…
…e l’affresco di San Pietro…
…pochi altri affreschi sono rimasti visibili, come questo volto (un Cristo?)…
…e queste altre figure sopra. Tutta questa parte della chiesa ha subito pesanti rifacimenti nel 1700, insieme al restauro del monumento.
Sulla destra si apre la scalinata che ci porta nell’ambiente ipogeo. Da qui si vede il foro che abbiamo notato da fuori.
Questo ambiente ci riporta ad uno dei primi insediamenti monastici in Terra d’Otranto, siamo infatti almeno nel IX secolo. E’ stato ricavato interamente dal banco roccioso, tutte le colonne che si vedono sono state estratte letteralmente alla roccia.
Questa cripta è un vero tesoro, gli studiosi sono propensi a credere si trattasse in origine di una tomba a camera ipogea di età classica, riutilizzata successivamente dai monaci eremitici.
Molti sono infatti i santi eremitici che vi ritroviamo affrescati.
L’ambiente di mezzo è diviso da tre pilastri centrali mentre un vano più piccolo si apre nella parete di fronte l’entrata.
Le pareti presentano nicchie scavate nella roccia, interamente dipinte con figure di santi. Qui sopra vediamo una rara Santa Maria Egiziaca. Nella preziosa Biblioteca “De Leo” di Brindisi c’è un antico testo che ne riporta la vita e le effigie…
Sopra: Biblioteca Pubblica Arcivescovile “A. De Leo”- Anonimo, Vitae Patrum, ms A/2, Raccolte di vite di eremiti. Raccoglie le agiografie dei più antichi e rinomati scrittori cristiani. Il presente codice pergamenaceo scritto in carattere gotico italiano della seconda metà del 1300 consiste di 256 fogli numerati alla romana e altrettanti circa non numerati. La foto riproduce il foglio187 r, Incipit vita vel obitus beatae Mariae Egyptiae de greco in latinum traslata. Grazie all’amica Katiuscia Di Rocco, per queste preziose informazioni!
Purtroppo i restauri del 1700 ne hanno alterato l’aspetto originario, nonostante questo restano altamente spettacolari.
Sopra osserviamo Santa Maria Maddalena…
Da notare, e ammirare, la perfezione del disegno degli archi e degli affreschi, che insieme sono di un’armonia eccezionale.
Gli studiosi hanno rilevato nei disegni alcuni soggetti prettamente paleocristiani. E’ la prova della vetustà di questo monumento.
Muoversi fra queste colonne, fra il silenzio, l’odore umido della roccia, e queste figure immote, è certamente un’esperienza toccante…
…tutto è perfezione ed armonia.
Ed ora (foto sotto), ci addentriamo nell’ambiente più all’interno, il primo nucleo, quello d’epoca classica…
…varcato l’ingresso si nota subito qualcosa che lo contraddistingue…
… i disegni sulla volta… richiamano le travi di un soffitto… siamo all’interno di un’antichissima tomba messapica!
Ovviamente, i monaci l’hanno decorata nuovamente, ed infatti sulle pareti troviamo santi e profeti dell’Antico e Nuovo Testamento: qui sopra, gli studiosi hanno riconosciuto la rappresentazione della città di Gerusalemme.
Il profeta Isaia…
…una Natività…
Datare questi affreschi non è semplice, le pareti hanno diverse strati di intonaco, quindi si può solo supporre che si sia iniziata a decorare fin dall’inizio del culto, fino ad arrivare ad oltre il 1700.
Il profeta Geremia…
Lasciando questa chiesa, risalendo le scale, non si può non restare col pensiero ai millenni che abbiamo attraversato con questa visita. A proposito: il Parco Archeologico di Manduria dispone di un eccellente ufficio informazioni, centro visite e guide eccellenti, che potranno regalare un viaggio veramente speciale a qualunque tipo di visitatore! Come quello che ci hanno donato nel documentario successivo. Buona visione!
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