Pezza Petrosa, un nome che suona antico fin dalla radice, una località posta in agro di Villa Castelli (Brindisi), proprio sul confine con la provincia di Taranto. Custodisce le memorie di un antichissimo insediamento indigeno, abitato tra IV e I secolo a.C. e racchiude una necropoli, ma anche tracce di frequentazione umana che risale fino al neolitico. Inoltre, insieme alla necropoli messapica fu qui rinvenuta anche quella dorica
e tutto questo, insieme ad un gran numero di reperti archeologici, ne fa un sito di grande interesse per storici ed appassionati.
Le sepolture ritrovate sono 33 e di varia tipologia, ed oggi visitabili, in un parco archeologico fruibile per le visite.
Gli archeologi, studiando i reperti ritrovati, hanno ipotizzato la presenza di un insediamento di fondazione tarantina proprio al confine con il territorio messapico.
L’abitato ha avuto vita anche durante la dominazione Romana…
…purtroppo, in epoca moderna, i lavori agricoli dei terreni circostanti, hanno danneggiato quello che ancora restava di questo abitato, come le mura cittadine e quelle delle abitazioni.
Qui, fra le altre scoperte, fu ritrovata una moneta rappresentante Costantino VII e la madre, Zoe Karvounopsina (siamo dunque nel X secolo dell’Era Cristiana).
Sopra, una mappa del sito (a cura della Soprintendenza Archeologica della Puglia).
Gli splendidi reperti qui ritrovati sono esposti sia nel Museo cittadino di Villa Castelli, che in quello Nazionale di Taranto.
Quello cittadino vale senz’altro una visita, per chi viene a Villa Castelli!
I reperti raccontano ogni aspetto della vita dell’epoca, oltre i classici personaggi mitologici presenti nei bellissimi vasi.
Una passeggiata da queste parti è vivamente consigliata agli appassionati di storia.
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Pezza Petrosa non presenta tracce Messapiche bensi’ solo tracce risalenti al neolitico e reperti di epoca Magno greca V – llo sec. a. c. come avamposto militare di Taras – Taranto a difesa della colonia tarantina dai Messapi di Kailia – Ceglie messapica. Altro è il discorso che prima dell’ arrivo degli spartani a Taras, fosse territorio messapico; di cui comunque ad oggi, Non sono state ritrovate tracce di insediamenti abitativi.