C’è un angolo di Salento, posto sulla costa orientale, che più di ogni altro ha custodito nei suoi fossili le tracce di un passato talmente lontano da considerarsi un altro mondo. Un Salento d’acqua, un territorio sommerso, dove la vita era nel mare, perché questa terra era nel mare, rigogliosa di forme evolutive animali e vegetali di cui oggi restano splendide sculture nella pietra attraverso i loro calchi.
Siamo in agro di Santa Cesarea Terme, presso Vitigliano, ameno e poetico borgo popolato da gente semplice e vera, che oltre il suo paesaggio ha tutelato appunto queste tracce preistoriche in un piccolo e grazioso museo dei fossili.
Insieme all’amico Alberto Signore (Associazione Amici dei Menhir) ho fatto questo piccolo viaggio, partendo dalla serra di Poggiardo, nel cui punto più alto ci si imbatte proprio in una “scogliera” di questo mare preistorico che era una volta il Salento…
…lungo tutta questa incredibile parete, come attraverso una macchina del tempo, si può osservare il paesaggio della vita di milioni di anni fa…
…in una istantanea veramente particolare!
L’aria serena e silenziosa del bosco di olivi circostante contribuisce a rendere ancora più fascinosa questa parte solitaria della serra…
Entrando a Vitigliano, un paesino ricco di tanti spunti culturali, non si può evitare una visita al Museo dei Fossili. Qui è confluita la raccolta di Pippi Ciullo, che prima di morire lasciò in dono queste preziose testimonianze. Alberto Signore, di cui lui era caro amico, me lo racconta come un uomo splendido, semplice e di grande entusiasmo. Un entusiasmo genuino, che per via del suo lavoro con le cave, lo portava spesso a contatto con i fossili in esse nascosti. Tutte le pietre di scarto delle costruzioni, lui le raccoglieva, e le custodiva con amore…
…da qualcuno veniva visto come lo “strano” del paese, per via di questa sua passione, ma la cosa non lo scoraggiò mai…
…ed oggi, tutti lo ricordano con grande affetto!
Una targa lo ricorda, in questo museo, e attraverso tutti questi interessantissimi reperti, il suo stesso entusiasmo rivive perpetuo.
Fra i tanti reperti, una serie di denti di squalo veramente impressionante…
La raccolta, a Vitigliano, continua, e spesso l’amico Alberto viene chiamato per dare una mano nella catalogazione, nella pulitura…
…questa serie di foto riguarda infatti una recente acquisizione del Museo.
Da questo giardino virtuale dei fossili, Alberto mi accompagna in quello che era il giardino di Pippi Ciullo, la sua terra, dove lui portava le sue pietre, quelle dalle forme più strane, che poi si divertiva a utilizzare come materiale di costruzione…
…l’amore di Pippi per le pietre si estendeva infatti anche a quelle apparentemente senza forma di vita… bastava che avessero una forma bizzarra, che avrebbe scoraggiato il più spericolato costruttore, e lui la raccoglieva…
…e le dava nuova vita!
Pippi alzava menhir, come gli uomini della preistoria.
Un simile amore per la pietra per forza portò la gente meno sensibile a considerarlo “strano”.
E’ qui che Alberto, con un pò di nostalgia, mi racconta che assieme all’amico Pippi si sedevano, fino a sera a conversare, “nel posto più bello del mondo”, raccontandosi del loro mondo segreto. Mi affaccio anch’io, da questo balcone, per osservare il panorama…
…ormai è sera, i colori stanno svanendo… ma concordo volentieri nella definizione del luogo…
…ringrazio l’amico Alberto, per avermi reso partecipe di questa piccola storia che era destinata a restare nascosta…
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