In Tra Musei e Parchi Archeologici
on 31 Marzo 2016
Valesio, antichissimo sito archeologico abitato ininterrottamente nel lungo arco di tempo che va dall’Età del Ferro all’alto Medioevo, fu principalmente un insediamento messapico, e poi un’importante “stazione” romana, segnalata anche dalla Tabula Peutingeriana (la famosa mappa del mondo romano) come Mutatio Valentia, posta a metà strada fra Brindisi e Lecce, sul tragitto della via Traiana Calabra,
l’importante arteria che giungeva fino a Otranto. Queste “stazioni” erano fondamentali per l’epoca, consentivano la sosta, il cambio di cavalli ed un ristoro per i viaggiatori, che in questo caso trovavano anche un impianto termale.
L’antica Valesium raggiunse il suo massimo splendore nei secoli VI-I a.C.
Federata con le città messapiche disseminate in tutta la “terra fra i due mari” (come i Greci chiamavano l’attuale Salento), visse dei traffici commerciali che ponevano la Messapia nel cuore del Mediterraneo. Lo splendore di questa enorme “trozzella” (sopra) conservata all’interno del Museo Archeologico di Brindisi ne è solo una piccola dimostrazione.
Intorno al sito archeologico si notano ancora oggi le tracce dell’antica cinta muraria d’epoca messapica…
…fra cui spiccano i grandi blocchi monolitici in pietra locale usata per lo scopo.
Nei pressi, scorre oggi il torrente ‘Nfocaciucci…
…che un tempo era parzialmente navigabile, e collegava la città al mare.
La necropoli di Valesio ha custodito delle tombe contrassegnate dalla formula tabara damatra oppure Tobaroas Damatrioas, che sembra significare, secondo gli studi più diffusi sulla lingua messapica, devoto/a alla Dea Demetra, oppure tomba della sacerdotessa di Demetra.
L’importanza di questo insediamento è testimoniata anche dal fatto che Valesio era fra le città del panorama messapico una di quelle che coniava moneta.
Quello che oggi risalta agli occhi è il grande impianto termale romano…
Era dotato di tre stanze in cui ristorare i viaggiatori, con acqua calda (calidarium), tiepida (tepidarium), e fredda (frigidarium)…
…una di queste aveva il grande mosaico pavimentale dell’immagine sopra…
…e non mancavano ovviamente le stalle per i cavalli.
L’analisi dei reperti archeologici ha consentito agli studiosi di datare l’impianto termale all’inizio del IV secolo d.C.
Al periodo medievale risale il rudere della piccola chiesa di S. Stefano, addossata alle terme.
Nel Parco Archeologico è posta anche un’interessantissima ricostruzione, attraverso i cui pannelli il visitatore può osservare anche delle immagini a corredo dei testi degli archeologi.
Fra le ricostruzioni, anche l’immagine qui sopra che mostra Valesio durante il Medioevo.
Il panorama circostante è immerso in una natura affascinante. In questo silenzio, tornano alla mente le parole con cui lo studioso salentino Antonio de Ferrariis, detto il Galateo, scrisse di questa città, fra ‘400 e ‘500, riferendo anche come essa fu rasa al suolo da Guglielmo il Malo nel 1157. Non abbiamo certezza di come realmente finì, Valesio. Ma una visita in questi luoghi lascia dentro un’antica sensazione di grandezza.
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