Complice la “soffiata” di un’amica, un’ora libera ed un amico pronto a saltare in auto all’avventura, un pomeriggio di sole salentino si è trasformato in una fantastica evasione dalla realtà quotidiana, ricco di suggestioni, visioni, profumato di poesia, natura e solitudine. Il tutto, in un giardino segreto, nelle campagne di Morigino (minuscola e graziosa frazione di Maglie), presso una casa ormai abbandonata da tempo.
La zona è già suggestiva, non solo per il borgo, ma anche proprio per queste campagne, che custodiscono silenziosi dolmen e menhir, ma questa scoperta le da un tocco di fiabesco!
In questo giardino affiora per vasti tratti il banco roccioso… ed il suo proprietario si è divertito a modellarlo… scolpendo gli spuntoni di roccia che emergevano dal fondo con ogni sorta di figura…
Non sappiamo chi sia stato. Si mormora che queste misteriose figure siano state realizzate più di un secolo fa da un uomo di Morigino, soprannominato “Lu polaccu”, morto suicida nei primi anni del Novecento. Nulla di certo, però…
Quello che si “sente”… è la sua ricerca di solitudine, nel silenzio dell’oliveto circostante, il suo scalpellino nel vento, il sole sulla pietra bianca affiorante… e non ci vuole molto a “vederlo”, anche se pure qui si è voluto nascondere, in questa che sembra la sua epigrafe di commiato ad un mondo che forse l’ha ignorato, o non l’ha mai conosciuto…
…si legge, sempre su uno spuntone di roccia lavorato ad arte: “…FELICI QUELLI CHE NON HANNO STORIA!”
Sopra l’epigrafe, un volto con gli occhi chiusi… ed una mano che appare leggera… Ma non sembra raffigurare un morto, piuttosto un uomo che stringe gli occhi con forza… un non voler “vedere”…
Accanto a lui, quello che sembrerebbe un coccodrillo… ma potrebbe anche essere semplicemente un geco qualunque di queste campagne, una gigantesca lucertola nostrana…
E poi, tutto intorno, diverse altre immagini affiorano dalla madre terra… un calice… decorato con molta cura…
E poi un uomo in preghiera, in atteggiamento solenne… un antico cavaliere errante?…
… richiama alla mente un monaco guerriero, alla mia immaginazione…
… qui sopra, invece, disteso c’è uno scheletro…
… e realizzato con grande maestria visionaria…
Qua e la affiorano volti…
…il simbolo del calice ritorna, in un’altra opera…
Qui sopra invece il soggetto più sensuale, una donna nuda, realizzata però come se in parte fosse ancora prigioniera del sottosuolo… la sua gamba sinistra è infatti “fuori campo”, insieme al braccio… e ti guarda dritto negli occhi, enigmatica…
Una figura dormiente…
…ed un’altra ripresa invece in una posa ancora più difficile da realizzare: accasciata in avanti, in maniera scomposta…
Vagare in questo giardino fa pensare al suo abitante… mi avvicino a quella che era la sua casa, ora assediata dalla natura che vorrebbe riprendersi tutto…
… un pozzo era davanti al suo ingresso… me lo immagino, mentre sull’uscio, ai tempi in cui la casa era piena di lui, sporgeva per venire a tirar su un pò d’acqua dalla falda…
… mi avvicino, per sbirciare … la casa di un poeta è per me da sempre un piccolo monumento da osservare…
…sull’architrave d’ingresso c’è una data: 1930. Forse ci siamo, con l’epoca delle sculture… chissà.
La casa è completamente spoglia. Mancano quasi tutte le chianche del pavimento… e le poche stanze girano tutte attorno a quella col camino. E’ stato molto usato. Il suo ricovero invernale.
Dalla finestra, ci si affaccia sul banco roccioso da lui scolpito… immagino che sotto tutte quelle erbe infestanti ci siano altre sculture… che da qui si poteva osservare tutte…
Mi accompagna il caro amico Stefano Margiotta, geologo, con appresso sempre il suo martelletto. Sonda uno spuntone di roccia del giardino posteriore (non scolpito) e sorride: “Ci andava a nozze qui, il nostro amico: pietra leccese. Della più pregiata. Morbida, bellissima”.
Forse non saprò mai chi fosse il poeta, l’artista. Ora che l’ho conosciuto, certo non lo dimenticherò, e lo cercherò…
…a dispetto di quello che lui ha scritto nella sua epigrafe. E’ sfuggito scattante, come un gatto, alla memoria della sua persona. Ma non a quella del suo spirito.
Ringrazio di cuore l’amica Selenia, per avermi rivelato l’ubicazione di questo luogo. Le ho promesso di non rivelarlo a nessuno. A me e Stefano è rimasto nel cuore.
Dopo aver scritto questo articolo, mi sono venute incontro alcune cose che mi ci hanno fatto ripensare: nelle foto sotto, alcune tombe crociate ritrovate in Scozia…
…quella scultura che emerge dal suolo è singolarmente simile a quella dell’uomo che avevo descritto come un monaco guerriero. Ovviamente galoppo con l’immaginazione! Ma in questo posto tutto te lo fa fare. Le foto le ho trovate su Facebook, scattate da Stella Templeton.
In un articolo del 1958 de “L’Espresso” ho ritrovato successivamente ancora questo giardino, in cui si ipotizza che l’uomo in questione fosse un disertore. Sono certo che troverò in futuro altre tracce! (Grazie anche per questo messaggio giunto su facebook per questo articolo)
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Ho visitato il posto quasi trent’anni fa e c’erano ancora alcuni infissi esterni. Le porte avevano le maniglie ad una altezza molto ridotta, intorno ai 60/70 cm da terra. Si potrebbe pensare ad una persona affetta da nanismo o costretta su una sedia a rotelle. Ma sono comunque solo supposizioni.
Grazie per la tua testimonianza, Anna!
E’ molto bello. Prova a passare da Martignano e chiedere del giardino ricco di statue del signor Bianco, quasi di fronte al cimitero. Se non è stato smantellato, suscita anch’esso molta emozione.
Ciao Sandro
SilVANO
Lo farò! Grazie Silvano!
Mi sembra di averlo individuato su google maps… 😀
Buonasera. Qualche info in più su come raggiungere il luogo in questione. Grazie.
Mi dispiace, Christian, ma come hai letto ho promesso di non rivelare il sito…
Alessandro sei veramente grande. Mandami la tua mail, ti invierò il programma di una tavola rotonda a Patù il 17 aprile 2016 sul risorgimento salentino.
La mia mail di sempre, caro Giovanni: old-dirty@libero.it