Un altro aspetto dell’anima storica di Lecce, dopo quella Romana e poi Barocca ormai note in tutto il mondo, riemerge nel Museo Ebraico della città, un suggestivo contenitore incastonato fra la celebre chiesa di Santa Croce e i palazzi nobiliari circostanti, nato per ospitare una mostra permanente in quella che sarebbe stata la Sinagoga leccese in età medievale.
L’idea, generosa e lungimirante di Michelangelo Mazzotta e Francesco De Giorgi, curata dal professor Fabrizio Lelli (Università del Salento), punta a focalizzare l’attenzione del visitatore sulla vita della comunità ebraica in Lecce e dintorni, nel periodo che va dal IX secolo fino alla cacciata (Gherush) che subì bruscamente quella gente nel 1496, culminata in veri e propri atti di devastazione (progrom).
Palazzo Taurino, quindi, immette l’ospite come in una macchina del tempo nei resti della sinagoga, fra reperti di vita quotidiana e preziosi pannelli espositivi.
Sotto la grande volta a botte dell’ingresso, comincia questo viaggio inaspettato!
Molti di questi reperti sono ancora in fase di studio…
Superstiti alla dimenticanza dei secoli, le grandi vasche…
…dove a quei tempi avvenivano le abluzioni dei fedeli… sotto, si vede anche un monitor in cui il Museo proietta un film documentario dove si può osservare come avveniva questo rito nelle acque.
Ciò che rimane dell’antica sinagoga leccese è un’epigrafe che è stata rinvenuta nel vicino Palazzo Adorno, che recitava semplicemente: “Questa è la casa di Dio”. Come abbiamo visto in un’altro viaggio, fu posta quasi a sfregio all’imbocco della latrina, all’epoca della distruzione della comunità ebraica. Molto interessante anche la sezione dedicata ai costumi d’epoca…
…che ci regala un’altra suggestione visiva.
La passeggiata nel Museo è anche una sorta di avventura nei labirinti dell’antica fabbrica…
…disseminata di reperti di vita quotidiana…
Qui sopra possiamo vedere una delle foto che illustrano la situazione dello stabile prima dell’intervento di recupero. Che dimostra anche una vasca in più, di quelle attualmente visibili.
Altro pezzo forte, una fedele riproduzione di un’epigrafe ebraica…
Qui sopra vediamo un ambiente in cui verrà ripristinato l’accesso all’antica falda all’epoca collegata al fiume sotterraneo di Lecce… quindi, l’acqua tornerà come una volta qui.
Nell’atrio del palazzo si fa forse la scoperta più importante…
Mezuzah, in ebraico מזוזה, stipite (della porta), plurale מזוזות (mezuzot) è un oggetto rituale ebraico, consistente in una pergamena (claf) su cui sono stilati i passi della Torah, solitamente racchiusa in un apposito contenitore.
La Torah è costituita dalla narrazione fondante degli Ebrei, la chiamata di Dio, il patto con Lui, ciò che implica la fedeltà ad un modo di vita incastonato in una serie di obblighi morali e religiosi. Secondo la tradizione rabbinica, tutti gli insegnamenti presenti nella Torah furono dati da Dio a Mosè. In un rotolo chiuso all’interno di un contenitore di metallo, di cui (sopra) qui si vede anche la ruggine rimasta…
…insieme ad un esempio visivo di ciò che poteva essere (sopra).
Il chiostro mostra anche quello che divenne la sinagoga dopo la cacciata dei suoi fedeli, e cioè una chiesa: qui infatti vediamo le effigie di San Francesco di Paola.
E più in alto, si vede una statua…
…si tratta di Santa Irene (sotto la vediamo nelle foto dell’esposizione), che i leccesi veneravano ancora fino al XVII secolo…
Il Salento custodisce come abbiamo visto altri luoghi legati alla cultura ebraica… ma questo è un viaggio rivelatore, sorprendente! Che consigliamo a tutti gli amanti di storia, e dei luoghi in cui la Storia si fece.
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