Sapevo dell’esistenza di una chiesa-cripta della Madonna della Grottella, in Arneo, ma non avevo ancora avuto l’opportunità di esplorare il vasto tratto di oliveto secolare che si estende fra Veglie e Porto Cesareo. Un paesaggio incantevole, che ha visto insediamenti umani dalla notte dei tempi, e poi il prosperare di grandi masserie, prima del relativo abbandono moderno.
A metà della strada Veglie-Porto Cesareo, sulla destra, c’è una piccola altura che fu interessata da entrambi questi insediamenti…
…sono sul sito messapico “Li Schiavoni”, che ospitò un insediamento fortificato di cui restano anche alcune tracce di muraglioni: un luogo altamente strategico, da cui gli abitanti controllavano il mare ed erano in collegamento col loro scalo marittimo. Dalla foto sopra si vede il panorama con Masseria Trappeto, un monumentale insediamento agricolo, di cui si nota anche la torre colombaia.
Chissà cosa potrebbe riportare alla luce, un massiccio scavo archeologico di questa città messapica…
…il panorama circostante è sublime! Ho notato una grande quercia, che era l’albero originario che ricopriva il Salento, accanto ad un olivo secolare (sopra): vanno a braccetto in maniera deliziosa!
Qui siamo dal lato opposto della strada provinciale, sempre in mezzo agli olivi, dove resistono i ruderi di questa cappella… nota appunto come la Madonna della Grottella, un tempo una chiesa, di cui ora resta solo la parte absidale. Nel 1613 il vescovo De Franchis la aprì al culto.
I secoli hanno lasciato il segno… l’affresco della Madonna è compromesso…
…tuttavia, gli ovali posti ai lati, propongono scene in migliori condizioni, che mostrano panorami seicenteschi molto interessanti, quasi come un tuffo nel Salento di allora… qui sopra vediamo un’imbarcazione…
…sopra la quale c’è un’iscrizione in carboncino datata 1872, che anche se a fatica si può ancora tradurre: sono le tracce dei fedeli e i pellegrini che conoscevano bene questo posto, e vi ci passavano: sono tante infatti le iscrizioni conservatesi!
Qui sopra si vede una città fortificata: l’albero all’esterno della cinta è quello dell’arma civica del comune di Copertino: probabilmente è una raffigurazione di questa città, posta non lontano da qui, in effetti.
…mentre qui sopra, invece, la nave rasenta il litorale, davanti ad una torre costiera: un panorama quanto mai familiare!
Purtroppo ci sono anche danni causati dai soliti “cercatori di tesori”, che in luoghi sperduti come questo, hanno traforato le pareti, cercando qualcosa che non è mai esistito: l’acchiatura. Oggi, i proprietari del terreno stanno curando con amore la zona circostante, per ridar dignità a questo luogo secolare.
La volta che ricopre l’abside è ancora in buono stato…
…decorata con i classici richiami barocchi…
Sotto l’icona, si apre un grande invaso, di origine naturale (probabilmente un inghiottitoio in cui confluivano anticamente le acque), sul cui accesso c’è questo grosso elemento architettonico, posto lì forse per “tenere” la volta…
La grotta non ha uno schema architettonico ben definito. La zona ad est fu adattata a presbiterio. Pare che nel 1703 in questa cripta fu ritrovato morto il frate Giuseppe l’Eremita, che vi si era ritirato a vita ascetica.
L’ambiente è oggi molto pericoloso da esplorare, vi sono vari passaggi…
…ma non è consigliabile superarli…
Il panorama circostante, però, è un mondo intero da camminare e ammirare!
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