L’Anfiteatro di Lucera, destinato ad ospitare gli spettacoli gladiatori, rappresenta un eccezionale monumento nel quadro dell’architettura degli edifici per gli spettacoli di età romana.
Situato al limite orientale della città, questo edificio, straordinariamente conservato e di grandi dimensioni (all’esterno è lungo 126,8 metri e largo 94,5) venne costruito in età augustea quando Lucera fu oggetto di un ampio programma di riorganizzazione interna e di monumentalizzazione. Come racconta l’iscrizione incisa sull’architrave dei portali d’ingresso, fu realizzato su terreno privato e a totale spesa di Marco Vecilio Campo, importante magistrato, in onore dell’imperatore Augusto e della comunità locale.
Un atto di generosità che sottolinea chiaramente la volontà di adesione della nuova classe dirigente cittadina al programma politico e ideologico di Augusto. Gli edifici per lo spettacolo rappresentavano infatti quegli spazi pubblici in cui la società romana e le aristocrazie locali potevano autocelebrarsi. Attraverso due magnifici portali decorati a bassorilievo, i visitatori possono accedere all’interno dell’ampia arena 75,20 x 43,20 metri). Realizzato con murature in opera reticolata, l’anfiteatro sfrutta il naturale pendio del terreno e si stima che potesse ospitare 16.000/18.000 spettatori. Nel sottosuolo dell’arena i vani sotterranei erano probabilmente destinati a ospitare servizi (forse bacini per la raccolta delle acque) macchinari ed animali impiegati nelle rappresentazioni ludiche.
All’esterno il muro perimetrale, scarsamente conservato e in parte originariamente rivestito in blocchi quadrati a leggero bugnato, presentava una ritmata articolazione con tratti rettilinei e brevi avancorpi sporgenti, funzionali a movimentare il paramento architettonico. Paralleli al muro perimetrale esterno correvano a breve distanza altri due anelli concentrici, utili a sostenere la parte più alta della cavea. L’edificio subì una risistemazione attorno alla fine del I secolo d.C. o agli inizi del II come suggeriscono le murature in opera laterizia dei vani sotterranei, ma perse di importanza nei secoli tardi dell’Impero fino a decadere in seguito alla distruzione della città operata da Costante II nel 663. Nel complesso l’anfiteatro ha una struttura architettonica e decorativa piuttosto semplice: sui portali compare un soggetto figurativo a bassorilievo, costituito da uno scudo e una lancia incrociati, riferimento forse agli spettacoli gladiatori ospitati nell’arena oppure al rango del committente, appartenente alla aristocrazia militare.
The amphitheatre, designed to host gladiatorial games, represents a unique monument of architecture in the context of performance venues in the Roman era. Located on the eastern boundary of the city, this building is extraordinarily large (its outer dimensions are 126.8 m long by 94.5 m wide) and well preserved. It was built during the Augustan age (between 14 and 2 BC) when, after an increase in population, new monuments and building were raised in Lucera. As told by the inscription on the entrance gate, it was built on a private land and paint by Marco Vecilio Campo, an important magistratus, in honor of Emperor Augustus and the local community.
An act of generosity which clearly underlines the desire of the upper class of Lucera of supporting the political and ideological programme of Augustus. Performance venues represented the pubblic spaces where both the working class and the local elite could celebrate at the same time. Visitors can access the large arena (75.20 m x 43.20 m) through two magnificent portals decorated with bas-relief, placed at the opposite sides of the amphitheatre. Walls featured the opus reticulatum technique, still visible along the perimeter wall and in two carceres near the entrance. The amphitheatre is built on a moderate natural slope and it is estimated that could originally accomodate 16.000/18.000 spectators. The underground of the arena was probably destined to host services (perhaps collection basins), machinery and animals used in shows.
The perimeter wall, now badly preserved, is in part covered with square blocks (rustication) and shows a rhythmic articulation. Two concentric rings run parallel to the outer perimeter wall: they were useful to support the highest part of the auditorium. The building underwent a renovation at the end of the firts century A.D., as suggested by the brickwork on the walls of the underground areas, but it lost its importance in the following centuries, until total decay after Constans II destroyed the city in 663. Overal the amphitheatre has a rather simple architectural and decorative structure: over the main portal we find a shield and a spear in bas-relief, that remind of the gladiatorial shows hosted in the arena, or maybe the military rank of Vecilio Campo.
Testo di Lisa Pietropaolo, tratto dai pannelli informativi dell’Anfiteatro. Traduzione in inglese a cura di Pubblisud srl. Per visitare l’Anfiteatro contattare il sito ufficiale del comune di Lucera.
Text by Lisa Pietropaolo, taken from the information panels of the Amphitheater. English translation by Pubblisud srl. To visit the Amphitheater, contact the official website of the municipality of Lucera.
© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e del dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a questa pagina). Tutto ciò che compare sul sito, soprattutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene di voler cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it
Leave a reply