Questo è un viaggio in Portogallo che io non ho potuto fare, ma che al tempo dei social ho il privilegio di aver vissuto grazie all’amico Giuseppe Pilon, che mi ha concesso di condividerle con tutti voi.
E’ la visita ad una terra antica, affacciata sull’oceano, che in età rinascimentale guidò assieme alla Spagna l’intera Europa alla scoperta e la conoscenza della realtà geografica del pianeta, sino allora incompleta.
Cominciamo il viaggio da Lisbona, che visse uno dei più cruenti terremoti della storia (1-11-1755), un evento talmente drammatico che il suo eco fu amplissima in tutta Europa, originando anche profonde riflessioni sulla natura di Dio, e sull’inspiegabilità delle sue “punizioni”. Il celebre Voltaire, ne fu profondamente colpito, stimolando il dibattito sull’Illuminismo col suo libro “Candido o l’Ottimismo”. Di questo cataclisma, il geologo scozzese Charles Lyell fece questa accurata descrizione: “Dapprima s’udì provenire dalle viscere della terra un rombo come di tuono, subito dopo una violenta scossa abbatté gran parte della città. Durante sei spaventosi minuti, morirono 60.000 persone. Il mare prima si ritirò, lasciando il molo e la riva a secco, con tutte le navi e le barche che vi erano ormeggiate, quindi tornò rombando, sollevandosi di quindici metri oltre il suo solito livello. I monti tremarono selvaggiamente, come suol dirsi, fino alle fondamenta; alcuni subirono delle fratture sulla cima, in altri si formarono paurosi crepacci. Sulle vallate sottostanti caddero enormi massi. Alcuni affermano che da questi monti uscì del fumo e che fu visto il balenio delle fiamme. Sul ponte di una nave, in viaggio ad est di Lisbona, fu avvertita una vibrazione molto simile alla scossa avvertita a terra. Il capitano della nave Nancy sentì che il natante era scosso così violentemente, che pensò d’avere urtato degli scogli e d’essersi incagliato, ma dopo aver calato la sonda scoprì di trovarsi in acque profonde. Il capitano Clarke, della Denia, sentì che la nave era scossa e trattenuta come se si fosse incagliata. Un’altra nave a 48 miglia a est di S. Vicente subì un contraccolpo dal basso così violento che gli uomini che si trovavano sovraccoperta furono lanciati verso l’alto di almeno mezzo metro. Alle Antille, in Svezia, Norvegia, Germania, Olanda, Svizzera, Italia, si avvertirono dei tremori e leggere oscillazioni del suolo. In Gran Bretagna l’agitazione di laghi, fiumi e sorgenti fu notevole. A Loch Lomond, in Scozia, l’acqua, senza la minima causa apparente, prima salì oltre gli argini, e poi scese sotto il normale livello, tale dislivello fu di circa 70 cm. Una grande onda si abbatté sulle coste spagnole e, si dice, che a Cadice, abbia raggiunto i 18 metri d’altezza. A Funchal si alzò di 5 metri oltre il limite della marea, benché in quel momento la stessa fosse in fase calante. L’onda anomala, oltre ad aver invaso le città, causando danni ingenti, inondò altri porti dell’isola. In Irlanda un’ondata s’abbatté sul porto e dopo aver capovolto alcune navi e imbarcazioni, inondò e travolse la piazza del mercato”. Una catastrofe da cui il paese si riprese molto lentamente.
La torre di Betlemme è una torre fortificata, patrimonio mondiale dell’UNESCO, che ha avuto un ruolo chiave nell’Era delle scoperte dell’Europa, poiché serviva sia come fortezza che come porto da dove gli esploratori portoghesi partirono per stabilire quale sarebbe stato il primo commercio europeo nella storia con Cina e India. La torre fu commissionata dal re Giovanni II come parte di un sistema di difesa alla foce del fiume Tago, come porta cerimoniale di Lisbona e fu costruita nei primi anni del Cinquecento. La struttura è composta da un bastione di 30 metri con quattro torri.
Questa è stata dedicata al santo patrono di Lisbona, San Vincenzo. Diverse guide sostengono che la torre è stata costruita nel bel mezzo del fiume Tago e ora siede vicino alla riva dopo il terremoto del 1755 che avrebbe deviato il corso del fiume. Ma altri riferimenti, che comprendono sia il ministero portoghese della cultura che l’Istituto del patrimonio architettonico, affermano che in origine la torre sorgeva su una piccola isola rocciosa vicino alla riva del Tago, di fronte alla spiaggia di Restelo. Poiché il litorale si è progressivamente spostato verso sud nel corso degli anni, la torre è ormai quasi sulla stessa riva del fiume.
Conìmbriga è una antica città Romana, situata a circa 17 chilometri a sud di Coimbra, sulla antica strada militare romana che collegava Lisbona a Braga. È il sito archeologico romano meglio conservato di tutta la nazione.
Molti ritengono che la Conimbriga romana derivi da un insediamento celtico, ma la cosa certa è che comunque i Romani qui giunsero nel 139 a.C. nella campagna condotta da Decimo Giunio Bruto. Sotto l’imperatore Augusto, (I secolo), la città ebbe un notevole sviluppo con la costruzione delle terme e del foro. Alla fine del IV secolo, a seguito del declino dell’Impero, attorno alla città venne costruita una cinta muraria, di oltre 1.500 metri, per sostituire o rinforzare le antiche mura del tempo di Augusto. I risultati della costruzione denotano una certa urgenza nella realizzazione dell’opera evidenziando un clima di tensione per l’imminenza di attacchi da parte di orde barbariche.
Dal 468 in poi inizia il declino di Conimbriga che culminerà con il trasferimento della Diocesi a Coimbra che poteva vantare una migliore difesa e una organizzazione urbana più organica. Nel corso di una campagna di scavi archeologici, nel 1913, vennero scoperti alcuni reperti risalenti all’età del ferro che hanno dato testimonianza dell’esistenza di insediamenti umani in quel periodo.
Le prime campagne di scavi archeologici hanno inizio nel 1899 ma soltanto a partire dal 1955, con l’intensificarsi del lavoro, verrà alla luce la magnificenza dei resti archeologici. Conimbriga è una delle poche città romane che conserva una cinta muraria di forma pressoché triangolare. Particolarmente notevole, per pianta e per i mosaici che la pavimentano, è una grande villa urbana sita nella parte nord della città. Un altro grande edificio venuto alla luce è rappresentato dalle terme con le loro classiche suddivisioni. L’abbondante materiale archeologico trovato nel corso degli scavi, è stato ordinato nel museo di Conimbriga. Fra i vari archeologi che sovrintendettero agli scavi si ricorda Virgilio Ferreira che condusse una intensa campagna fra il 1930 e il 1944 (anno della sua morte). Fra le sue scoperte si ricordano: le terme pubbliche, tre abitazioni private fra le quali spicca la Casa delle fontane, dalla superficie di 569 m² pavimentata a mosaico e con un giardino centrale dotato di vasche e fontane con oltre 500 cannelle dalle quali fuoriusciva l’acqua. Poi una basilica paleocristiana ed una lussuosa abitazione con terme private
E adesso giungiamo a Nazaré, città situata in Estremadura, rinomata per il suo turismo balneare.
In origine antico villaggio di pescatori è divenuto celebre meta turistica grazie alla sua posizione favorevole che lo pone a metà strada tra l’oceano e il clima di collina. La leggenda vuole che nel IV secolo d.C. venga donata a questo villaggio una statua di Maria, madre di Gesù, da cui ne deriva il nome della località.
Il centro balneare è situato in un’ampia baia tra due promontori elevati, ed è essenzialmente composto da una spiaggia sabbiosa. I famosi costumi tradizionali un tempo usati dai suoi abitanti nella vita quotidiana, adesso sono indossati soltanto in occasione di festività particolari. Caratteristico della zona è il porticciolo dov’è possibile vedere le barche variopinte dei pescatori. Il quartiere di più antica formazione è Pederneira, sulla lingua di terra che domina da meridione la cittadina, dove nacque il primo insediamento di pescatori. Più a nord vi è Praia, di fronte alla spiaggia, moderno con un reticolo ortogonale di viali e strade, è il centro della vita cittadina. Nazaré è conosciuta perlopiù nell’ambito del surf poiché detiene il record dell’onda più alta mai cavalcata nella storia dell’uomo. Il surfista Sebastian Steudtner, 31 anni, tedesco ha cavalcato l’11 febbraio 2017 un’onda alta 25 metri!
Insomma, i motivi di fascino non mancano, qui, davanti all’Oceano! Buon viaggio a viandanti e navigatori!
(fotografie di Giuseppe Pilon, notizie tratte da internet)
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