I reperti faunistici esaminati provengono da diverse aree e livelli del sito archeologico di “Scalo di Furno” indagato da Lo Porto negli anni 1969 e 1973. Le aree interessate sono quella del “sacello messapico” nella zona S/E del sito e l’area delle capanne del Bronzo finale nella zona ovest.
Il campione è costituito da 1588, di cui 1069 dall’area del sacello (sacello, betili, strato di sabbia), e 519 dall’area delle capanne protostoriche. E’ stato esaminato anche il campione di “tritume” di conchiglie di murici proveniente dalla capanna B1. Dallo strato di sabbia, nell’area del sacello, prevalgono i resti di Bos taurus, seguiti da Ovis vel capra; per entrambe le specie i resti maggiormente rappresentati sono: metapodiali, falangi e frammenti craniali di individui adulti ed alcuni di subadulto. È presente un singolo resto, un frammento di mascellare con M1 e M2 di Equus asinus. I molluschi marini sono presenti solo con tre frammenti, uno di Arca noae e due di Cerastoderma edule.
Tra i resti di vertebrati rinvenuti, a ridosso dei betili prevalgono quelli di Ovis vel capra, seguiti da Bos taurus. Anche qui gli elementi anatomici più rappresentati sono in entrambe le specie metapodiali, falangi e frammenti craniali. Vi e’ anche un frammento di piastrone di testuggine palustre (Emys orbicularis) che attesta la presenza, nei paraggi, di zone umide dulcacquicole. Tra i molluschi vi sono 146 valve di Cerastoderma edule, di cui 44 con evidenti tracce di distacco delle valve. Tre sono i resti di Monodonta articolata, 1 Cerithium alucaster e 1 frammento di Murex trunculus.
Anche i resti faunistici dell’area del sacello sono rappresentati da metapodiali, falangi e porzioni craniali di Bos Taurus e Ovis vel capra, tra cui una cavicchia di Ovis aries. Vi è un frammento di palco di Cervus elaphus con tracce di colpi di ascia. I molluschi sono rappresentati con un singolo frammento di valva di Cerastoderma edule. Probabilmente tali resti sono stati deposti nell’area offerti alla divinità. In questo periodo è noto che venivano offerte alla divinità porzioni distali di zampe e il cranio di animali sacrificati, mentre il resto veniva consumato nei banchetti. La deposizione arcaica di Cerastoderma edule è attestata in diversi siti. I molluschi potevano essere raccolti vivi e deposti con la parte molle e, in questo caso, si rinvengono con le valve saldate o venivano raccolti piaggiati e quindi privi della parte molle o, come in questo caso, consumati nei banchetti e successivamente deposti. Che siano stati utilizzati nei banchetti è attestato dalle tracce di distacco delle valve sul margine della conchiglia. Questo mollusco, ancora oggi presente nell’area lagunare di Porto Cesareo, aveva una rilevante importanza nella cultura messapica.
Tra la fauna dei livelli protostorici si riscontra una varietà di elementi anatomici e di specie. Tra gli animali domestici troviamo: Bos taurus, Ovis vel capra, Sus scrofa, Equus sp.e Canis familiaris. Tra i selvatici: Cervus elaphus e Canis lupus. La maggior parte degli elementi anatomici di bovini, suini ed ovicaprini, attribuibili a resti di pasto, presentano tracce di macellazioni da colpi di ascia. I resti di cervo sono da attribuire a individui adulti, tranne un frammento di peduncolo con parte di asta di un individuo giovane (Fig n°5, in basso a sx).
Tra i resti dei molluschi marini dei livelli protostorici vi sono valve di Cerastoderma edule, di Spondylus gaederopus, di Tapus decussatus, di Monodonta articolata e di Murex trunculus. Questo ultimo presenta la tipica frattura per l’estrazione del mollusco (Fig.6, prima conchiglia in alto a sx). Sono tutti da attribuire a resti di pasto.
Diverse sono le porzioni di palco di cervo, con peduncolo che ci testimoniano l’attività di caccia al cervo più che la raccolta annuale dei palchi caduti ( zona w da 1.00 a1.20 sopra capanna, zona w da 1.40 a 1.60, capanna B1). Interessante è la presenza di una emimandibola sinistra di lupo.
Interessante è una porzione distale di tibia sinistra di Cervus elaphus che conserva lembi di parti molli apparentemente mummificate probabilmente dalla salinità del terreno.
È stata esaminata anche una minima parte del campione di “tritume” di conchiglie di murici proveniente dalla Capanna B1. Tali resti frantumati ci portano all’identificazione, nell’area di produzione, di porpora per la tintura. Tali resti potevano anche successivamente essere riutilizzati come componente dei battuti pavimentali delle capanne.
Nella Capanna B1 è stata rinvenuta anche una grossa asta di palco di cervo palmato con peduncolo e parte del cranio. E’ stato rinvenuto, inoltre, un frammento di un altro peduncolo, un frammento di palco con rosa e una cavicchia destra di Bos taurus.
La maggior parte dei resti faunistici, rinvenuti nell’area delle capanne, so attribuibili principalmente a resti di pasto e materia dura (palco e conchiglie) per la realizzazione di oggetti.
Michela Rugge
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