Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website La città scomparsa di Altojanni

La città scomparsa di Altojanni

Percorrere la contrada di Grottole, nel cuore della Basilicata, è un viaggio intimo e insieme esteriore, perdendosi nell’immensità di paesaggi incontaminati, e grandi silenzi interrotti solo dal sibilo del vento.

Non a caso molti dicono che, salendo in questo luogo solitario, preservato forse proprio perché non esiste una strada, non si può far a meno di sentire su di esso “il soffio di Dio”. Salendo su questo colle, alla ricerca della città scomparsa di Altojanni, ci si rende conto che qui sopra, proprio per l’asperità del terreno, non serviva neanche avere mura di cinta. Di questo borgo rimane ben poco nella memoria. Secondo la storiografia ottocentesca l’abitato fu abbandonato nel ‘600 in seguito ad un terremoto e ad una terribile pestilenza. Ma non ho trovato nessun altra prova. Si tratta di una vera e propria città medioevale, che scomparve, per cause ignote, probabilmente già durante il 1400. Sono visibili i resti delle sue fortificazioni, una grande torre, e parecchie fosse usate per la conservazione delle derrate alimentari. Più a valle c’è la chiesa del villaggio, una costruzione molto antica, di cui ancora si può osservare le sue caratteristiche architettoniche e del metodo di costruzione. Affiorano qua e là dal terreno perimetri di abitazioni, di camminamenti, e da questi ruderi si ammira una vista magnifica sulle valli del Bradano e del Bilioso. Come ebbe a dire Carlo Levi, “l’occhio spazia in ogni direzione su un orizzonte sterminato, identico in tutto il suo cerchio. Si è come in mezzo a un mare di terra biancastra, monotona e senz’alberi. Paesi lontanissimi appaiono da ogni parte, come vele sperdute su questo mare, altri più vicini, paiono navigare avvicinandosi al porto, fino a Grottole, là di faccia, dietro la cappella di sant’Antonio, e ai suoi due alberi sperduti nel deserto”… Non lontano da qui si trova il Santuario di Sant’Antonio abate, risalente alla fine del Trecento, e costruito per volere della regina Giovanna. Da secoli le genti si recano in pellegrinaggio in questo luogo per chiedere la “grazia”, per fare festa, per devozione. Pellegrini giungevano e giungono ancora oggi dal circondario, in piccoli gruppi, salendo sull’altipiano e facendo trascorrere le lunghe ore di viaggio pregando, cantando e ricordando le tante leggende che sono legate a questo incantevole altipiano fuori dal mondo.

ALESSANDRO ROMANO (chi sono)

© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e del dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a questa pagina). Tutto ciò che compare sul sito, soprattutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene di voler cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it

La città scomparsa di Altojanni

 

Leave a reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.