Piccolo tesoro nascosto della città di Parabita, sul versante gallipolino del Salento, è la cripta di Santa Marina.
Interamente scavata nella roccia, non si hanno molte notizie su questo luogo, la cui volta sembra quasi richiamare lo scavo di una cisterna. Utilizzata al culto nel medioevo, la cripta potrebbe essere però più antica, come lascia supporre la presenza del corridoio di accesso, che riporta agli ambienti per i culti funerari. Cosimo De Giorgi la visita nell’Ottocento, descrivendo alcuni affreschi oggi non più esistenti, come quello di San Giuseppe. Fra le opere rimaste, anche se probabilmente sono state ritoccate nel corso dei secoli, troviamo la Madonna col Bambino, sull’altare, che reca anche un’iscrizione in greco che riporta la dicitura “Madre di Dio”. Poi ritroviamo Santa Marina, nella sua classica iconografia col drago tenuto a guinzaglio. Santa Lucia, anch’ella nella sua classica rappresentazione, con gli occhi e la palma del martirio. E poi la Madonna del Carmine. All’ingresso della cripta, in origine c’era un altro affresco, probabilmente di Marina, che la devozione dei pellegrini che entravano qui dentro sfregandolo, ha fatto lentamente scomparire. Un’acquasantiera ci riporta a quei tempi lontani, quando entrare in questi ambienti sotterranei, scavati nella roccia viva, riunivano nell’intimità più completa intere comunità di fedeli.
ALESSANDRO ROMANO (chi sono)
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