Roca Vecchia non è solo un luogo da favola, un incredibile sito archeologico, uno scenario incomparabile per una vacanza al mare. Roca, e tutta la linea costiera fino a Torre dell’Orso, è un luogo dell’anima. Il centro dell’antico mondo mediterraneo, quando le civiltà forgiavano i miti dell’Iliade e dell’Odissea. E come questi Poemi è un Canto, un viaggio struggente, nell’uomo e nel suo ambiente naturale. Fare un percorso in questi luoghi rigenera il corpo e lo spirito. Facciamolo insieme, fra tutte le sorprese che troveremo sul cammino. Si parte dalla scogliera davanti alla torre aragonese.
Proprio a strapiombo sul mare si vedono ancora i solchi di un’antica via carraia, che in tempi remoti costeggiava questo tratto di mare, e arrivava fino al Santuario della Madonna di Roca…
Le origini di questo santuario si perdono nella Storia. Venne innalzato sul sito di una precedente cripta, una delle tante, di origine greca, che monaci erranti scavavano nel banco tufaceo, per trovare rifugio…
Le colonne, tutte monolitiche, sembrano riciclate da un edifico d’epoca romana. L’altare conserva l’icona della Madonna, venerata secondo le fonti durante il 1600, ma probabilmente il culto è molto più antico. Ed è tutt’ora vivo.
Tornando verso la scogliera, ci inoltriamo verso il Parco Archeologico di Roca, sito abitato fin dall’età del bronzo, studiato da fior di archeologi, che da più di vent’anni attingono notizie da questo luogo inquadrandolo come uno dei più importanti di tutto il Mediterraneo. Da più di un anno si può ammirare nel castello di Acaya un’importantissima mostra, curata fra gli altri da Oronzina Malecore, che illustra con grande efficacia tutta la storia di Roca.
La scogliera nasconde nelle sue viscere numerosi anfratti. Ne esploriamo uno, sicuramente riutilizzato dall’uomo nei secoli, fino ad epoche più recenti…
All’ingresso di questo lungo cunicolo c’è il graffito del cosiddetto Cristo ancora di salvezza. Lo si nota sulla sinistra, affianco ad altri segni, non facilmente decifrabili…
Tutte le pareti sono graffite, con date di diverse epoche…
Il cunicolo sfocia in un’ampia grotta, da cui si accede poi al mare…
Torniamo in superficie, puntiamo verso la torre aragonese…
Attraversiamo il piccolo corridoio di mare, senza neanche bisogno di nuotare, che porta sull’isoletta che fa da base alla torre di guardia…
Qui è tutto un insieme di strutture, più antiche e moderne, che costituivano il porto di Roca Vecchia…
Fiancheggiando la torre, arriviamo davanti ad un’altra apertura scavata nella roccia…
…perfettamente scavata nel banco roccioso…
Spingendoci verso l’estremo nord dell’isoletta avremo una panoramica completa della linea costiera. Una bellezza selvaggia e mozzafiato…
Le cavità si aprono ai nostri occhi da ogni dove. Naturali o artificiali, sono ovunque, anche sotto i grandi muraglioni del porto…
Incamminandoci verso la terraferma troviamo un’altro ipogeo, scavato a mò di laura eremitica…
E prima di riattraversare il piccolo tratto di mare, vediamo altre aperture nella roccia…
…perfettamente scavate, è davvero impossibile datarle con sicurezza, potrebbero anche essere bunker dell’epoca della seconda guerra mondiale… ma torniamo a terra!
Qui c’è una caletta da paradiso! La sabbia finissima, e tutt’intorno una linea costiera chiusa come in un abbraccio. Una piscina naturale che non ha paragoni con quelle artificiali!
Ed eccoci in un altro scenario incantevole di Roca vecchia: la Poesia. Altra grotta, la cui volta è in parte crollata nei secoli (o millenni!), utilizzata da diversi popoli, da svariati naviganti di tutte le epoche, anche per via della sua fonte d’acqua dolce…
Scendere all’interno della Poesia è un’esperienza trascendentale. Sembra di tornare nel grembo materno. Il rumore dolce delle acque che vanno e vengono, sfiorandoti i piedi dolcemente, l’aria pulita e impregnante, l’atmosfera serena… è una culla che distolgono ogni pensiero dalla mente.
Guardando verso la volta rocciosa… è un tappeto di preghiere! In greco, messapico, latino. Tutti i naviganti passavano da qui a rendere omaggio alla divinità, pregando per un buon viaggio attraverso il mare.
Fra le preghiere, si notano anche altri segni. Simboli di vario tipo. Tutti avevano sempre un significato rituale, imploravano la buona sorte.
Il viaggio prosegue verso Torre dell’Orso. Una lunga spiaggia caraibica di circa un chilometro, circondata da due promontori rocciosi…
Proseguendo verso sud arriviamo alla Grotta di San Cristoforo, altro luogo cruciale degli antichi viaggiatori…
Anche qui le pareti della grotta sono tappezzate di invocazioni, in varie lingue antiche, e poi navi e vascelli di ogni tipo, nicche che si aprono nel banco roccioso…
Ma scaliamo la scogliera sopra questa grotta, per godere di un panorama stupendo…
La grotta si vede ormai dall’alto. Alle nostre spalle si estende una pineta incantevole…
Ed ecco le famose “Due sorelle”, dei racconti e delle leggende del luogo, che le vuole sorte dalla morte di due ragazze bellissime che qui giunsero senza aver mai visto il mare in vita loro. E che, vinte da tante bellezza, si gettarono in acque per congiungersi ad esso…
Il tempo si è improvvisamente annuvolato, ma non toglie nulla alla suggestione di questa altezza, la sua vertigine, il suo profumo di mare e di libertà…
Finita la giornata, non resta che rifocillarsi con un piatto tipico per questi luoghi: cavatelli ai frutti di mare. E poi si ritornerà da queste parti per un’altra avventura! Questo è il Salento.
(Per chi volesse saperne di più sulla grande storia di Roca consulti l’apposito articolo)
( che ringrazia Dajana Carrozzi per la foto di copertina, la quale ringrazia per il bagno a Roca!)
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Complimenti a Sandro e Lory, amici e colleghi che con competenza e passione svelano i segreti del nostro meraviglioso Salento.
Maria Pia