Conobbi Alberto Signore guardando qualche anno fa il film “Italian Sud Est”, in cui impersonava se stesso, mentre bloccava le auto di turisti che passavano incuranti davanti ad un menhir senza neanche degnarlo di uno sguardo. Li bloccava, letteralmente, e li obbligava ad ascoltare una storia, quella della loro importanza in questo lembo di Terra d’Otranto.
Ha fatto di tutto, per portarli al centro di un’attenzione che non hanno mai ricevuto dalla gente. Nel 1997 lanciò addirittura una provocazione, facendo pubblicare in un’inserzione su “Tutto Mercato” la sua offerta clamorosa: “Vendo due menhir”. Voleva vedere fino a che punto l’indifferenza perseverava: “Voglio vedere se vengono ad arrestarmi!”… Non venne nessuno. Ecco perché non mi ha sorpreso il suo ultimo “colpo di testa”, dopo un giorno a digiuno perché “avevo perso l’appetito”. Il motivo era il menhir “Santu Lasi”, in agro di Cannole, caduto durante una tempesta nel 1995. Oltre vent’anni per terra, rotto in più parti… così, cominciò la sua protesta, in paese…
…eppure non servirebbero molti soldi, per farlo restaurare, e rimettere in piedi. Nonostante la possibilità di un qualsiasi progetto volto a recuperare i fondi per l’impresa, sia stata sempre ignorata da chi di dovere.
Non a caso la sua citazione di Cicerone, “Fino a quando abuserai, Catilina, della nostra pazienza”?…
La sua Associazione “Amici dei Menhir“, supportata dal noto criminologo di fama nazionale, prof. Cosimo Loré, si batte da sempre con l’obiettivo di tenere accesi i riflettori su questo aspetto fondamentale della cultura salentina.
Conoscere Alberto Signore è stato come aprire uno scrigno sull’umanità e la passione di questa terra. Anche il suo eterno ruolo di crocevia di genti. Come quando, oltre 50 anni fa, Alberto si ritrovò, senza allora ancora sapere, in compagnia di Arthur Clarke, ed altra gente, nei pressi del menhir “Staurotomea”, a Carpignano Salentino: ai piedi del monolite qualche cane si contendeva delle ossa. Chissà che questa scena non ispirò Clarke, l’autore del soggetto del celebre film “2001 Odissea nello spazio”, che vi inserì un monolite identico allo Staurotomea!
Un carattere bonaccione e insieme ruspante, quest’anno doveva salire sul palco del grande concertone della Notte di San Rocco, a Torrepaduli, portando con sé una capra jonica, per raccontare alle migliaia di presenti l’importanza di questo animale e dei suoi formaggi. Qualcosa che, lui ne è convinto!, darebbe linfa vitale all’economia stessa di questo territorio. Una banale incomprensione ha impedito alle tre di notte questo annuncio! Ma non si arrenderà, lui la “sua” capra la vuol far conoscere a tutto il mondo!
Alberto continua nella sua opera di sensibilizzazione tappezzando tutto il Salento dei suoi manifestini, nei quali declama irruente il valore insostituibile di questa terra in tutto il Mediterraneo, crocevia di menti e culture che hanno dato linfa al suo sviluppo nel corso di millenni.
Sopra, ne vediamo uno dei suoi manifestini, che spaziano per tutti gli aspetti del Salento, sopratutto quelli semi sconosciuti, come le neviere, “lu cafausu“, e appunto, dolmen menhir e specchie. Uno dei pochi, insieme all’amico Luciano Faggiano, a promuovere iniziative volte e non far cadere nell’oblio la Grotta dei Cervi di Porto Badisco, incredibile sito preistorico che meriterebbe attenzioni dall’Unesco!
Passeggiare con lui, per il Salento, è come fare un viaggio nell’umanità, nelle case semplici, abitate da persone ricche di saggezza, e una tale generosità che solo per la contentezza di rivederti le fanno gridare: “A quai stati? Venite dentro, tutti a tavola, mangiamo insieme!”… Questa è Santina, di Minervino, per esempio…
Grande amico di Carmelo Bene, col quale si intrattenevano in lunghe passeggiate nei luoghi più ameni e nascosti di Terra d’Otranto, era dal grande artista curiosamente rimbrottato: “Ma quale maestro e maestro? Tu sei il maestro!”
Carmelo Bene gli promise che quando Alberto fosse morto gli avrebbe fatto erigere un menhir. Il caso ha voluto morisse prima il grande Carmelo…
…così, Alberto ha voluto spingere perché un menhir fosse eretto invece in memoria del grande Carmelo Bene. Grazie all’Associazione Fratres, di Vitigliano, questa bellissima opera d’arte si erge nel grazioso paesino, sfoggiando le espressioni più tipiche del grande attore!
Più di 50 anni non sono bastati ad Alberto per coprire il Salento in lungo ed in largo, né attenuato il suo desiderio di proteggerlo…
…a proposito, anche la battaglia per il menhir “Santu Lasi” è stata vinta. Sopra in una foto prima della rovinosa caduta. Fu scoperto dai fratelli Antonio e Francesco Piccinno, di Cannole, il 17 ottobre 1965, in uno stupendo panorama olivetato ricolmo di rocce affioranti. Poi come detto, nel 1995 la caduta, ed ora, dopo vent’anni è stato finalmente raccolto per essere messo in sicurezza e ricostruito.
Per i suoi 70 anni, alcuni amici hanno voluto realizzare un piccolo film con Alberto, dandogli parola, la cosa migliore che si possa fare se avrete il privilegio di incontrare questo vecchio cavaliere d’altri tempi! Questo è un uomo, è un uomo che “sape”, è un uomo capace di Memoria, capace di Immaginazione. Questo è un Uomo, è un uomo che parla con le pietre e le pietre raccontano, raccontano dell’Età dell’Oro della sacra Tradizione Primordiale e attraverso di lui le pietre ci parlano del Presente e ci fanno essere speranza per il futuro. Questo è un Uomo, geniale, capace di fine ironia, è un poeta della vita, capace di Umanità. Questo è un Uomo, nobile d’animo, e la sua nobiltà la diffonde intorno e la porta anche nel nome. Grazie, signor Signore. Parola mia: guardate questo film!
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