Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Alla scoperta delle uova dei draghi

Alla scoperta delle uova dei draghi

Costa orientale del Salento, fra Otranto e Porto Badisco. Un panorama di selvaggia bellezza, dove la presenza dell’uomo qui non ha lasciato tracce, e tutto sembra intonso come quando nacque il pianeta Terra.

In tempi remoti, su questa costa dal fascino arcano e magnetico, una divinità lasciò un uovo, frutto di un amore millenario, covato dalla furia inestinguibile degli elementi: l’acqua, il vento e la terra. Anzi, la roccia. Questa è la suggestione provocata dalla vista di queste rarissime sfere di pietra, che in qualche luogo del Mediterraneo si ritrovano, accucciate in una nicchia, sferica anch’essa, sul luogo di confine fra la terra e il mare. Le chiamano “marmitte del gigante”, oppure “uova del drago”. Una pietra che stavolta con l’uomo, con l’archeologia, non ha niente a che fare. Eppure a vederla, così perfettamente sferica, si stenta a crederlo! Ed è proprio qui, a ridosso della risacca, che in una pozza naturale giace questo piccolo incanto geologico, liscio e levigato, largo poco più di un metro, probabilmente pesantissimo. La costa otrantina, affacciata sui Balcani, sembra essere un luogo prediletto per la nascita di queste straordinarie formazioni, un processo che evidentemente richiede migliaia di anni. La roccia si dispiega come le pagine di un libro, per mostrare la sua antichissima storia. Si ode soltanto il rumore del mare, nient’altro che ci riconduca alla presenza umana. Eppure, affacciandosi sul bordo di questo imponente strapiombo, qualche poeta contadino costruì, chissà quando, questo minuscolo riparo, con conci di pietra leccese appositamente trasportati sin qui. Forse il desiderio di fermarsi, in questi luoghi lontani dal mondo, per poter vivere come ai tempi del Mito, quel senso di immensità del creato, che cantarono i primi poeti dell’umanità.

ALESSANDRO ROMANO (chi sono)

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