La penisola salentina è un paradiso per l’archeologia subacquea, vista la posizione di questo lembo di terra che, più di ogni altro, mette in comunicazione fin dall’antichità i due versanti del Mediterraneo, che qui si congiungono e fanno da ponte di culture e scambi fra popoli diversi. In questo viaggio scopriremo il fondale che si trova davanti a Torre Santa Sabina, a Carovigno.
La torre d’avvistamento aragonese, infatti, fa da testimone ad uno dei più suggestivi siti subacquei del Salento…
L’esperienza della cattedra di Archeologia Classica Subacquea dell’Università del Salento ha previsto la realizzazione di modelli 3D e il restauro digitale di reperti archeologici in legno rinvenuti nel corso delle campagne di scavo subacqueo condotte da UniSalento, sotto la direzione della Prof.ssa Rita Auriemma.
I primi studi hanno riguardato sopratutto un grosso frammento di carpenteria assiale proveniente da un’imbarcazione che le indagini al Radiocarbonio condotte dal CEDAD hanno consentito di datare tra il 510-350 (65.4%) e il 300-200 a.C. (20.8%).
Dopo diversi anni di scavi (che si sono protratti fino al 2012), le campagne di prospezioni e scavi subacquei di Torre Santa Sabina hanno sempre restituito importanti testimonianze archeologiche databili dall’età protostorica all’età altomedievale.
L’unità operativa subacquea diretta da Rita Auriemma, docente di Archeologia subacquea all’Università del Salento, è stata supportata dalla Federazione Archeologi Subacquei, in un lavoro teso a delineare un quadro cronologico delle frequentazioni dell’antico approdo.
La cosiddetta baia “dei Camerini” ospita nel suo fondale una sovrapposizione di due carichi di relitti naufragati rispettivamente in età arcaica (fine del VI secolo a. C.) e nella tarda repubblica (seconda metà del II secolo a. C.), frammisti a numerosi altri materiali esito delle attività di discarica portuale o di altri drammatici episodi di naufragi: dalla ceramica di età arcaica alla ceramica a rilievo di età ellenistica, le preziose “coppe megaresi”, a quella tardoantica e medievale.
un grande relitto, di una lunghezza stimata intorno a 20 metri, testimonia un commercio di anfore africane (una delle quali rinvenuta integra) ed è probabilmente il relitto di nave romana meglio conservato del Mediterraneo.
Questo straordinario sito archeologico è ancora oggetto di studi e approfondimenti, e molto avrà ancora da raccontare agli archeologi.
Foto di gruppo degli archeologi subacquei dell’Università del Salento, ai quali va il mio personale ringraziamento per il lavoro svolto, che svolgeranno ancora, per le notizie divulgate e le foto qui presenti, che arricchiscono il patrimonio visivo di tutti gli appassionati che viaggiano sulla rete, non potendolo fare sott’acqua!
© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e del dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a questa pagina). Tutto ciò che compare sul sito, soprattutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene di voler cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it
Leave a reply