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Blog Archives

L’autobiografia come terapia per i mali dell’anima

Leggere e scrivere sono due forme di nutrimento e terapia per l’anima.
La lettura è una preziosa alleata nei momenti di sofferenza; la scrittura è una modalità terapeutica alla quale uomini e donne ricorrono per visitare la propria interiorità e superare momenti difficili e di fragilità.
Personalmente la lettura mi affascina.
Una lettura importante, che ha ammaliato la mia “psiche” è un saggio del neurologo Oliver Sack: The Man Who Mistook His Wife For a Hat (L’uomo che scambiò sua moglie per cappello). Proprio alle pp. 153 e 154,il dott. Sack mette in evidenza l’importanza terapeutica della narrazione del proprio vissuto, dell’autobiografia:

“Ognuno di noi ha una storia del proprio vissuto, un racconto interiore, la cui continuità il cui senso è la nostra vita.
Si pot...

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La storia del Salento e l’armonia interiore

Questo nuovo sito: “Salentoacolory”, per certi aspetti innovativo, porta il visitatore a conoscere a fondo la storia del Salento e ad ammirare attraverso centinaia di foto artistiche, le bellezze esistenti nel territorio.

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Alle radici pagane del divino

In sintonia con una religiosità tellurica i popoli della preistoria e della protostoria mediterranea, in balia di forze benigne e maligne, elaborarono il concetto del divino, istituendo una miriade di pratiche religiose e di feticci magici per ingraziarsi la divinità.

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La valle della Cupa

Vista dall’alto sembrerebbe quasi una profonda ferita, un lungo solco, sulla terra che va da San Donato fino all’estremo nord della provincia di Lecce. Una depressione. Un territorio che sprofonda, nel suo punto più basso, ad Arnesano, a soli 18 metri sul livello del mare. Le cartogra...

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Galatina: fra la civetta e la Taranta

Dintorni di Galatina, al calar delle tenebre, nel solco di un’atavica tradizione intrisa di magia e superstizione, si leva in volo la civetta, profetessa di sventura e demoniaca messaggera di maghi e streghe nonché complice dei loro sortilegi. La signora della notte, sacra ad Athena, si posa tra le fronde degli alberi e gli incavi delle rupi per modulare un canto stridulo e malinconico per certi versi lugubre a tratti inquietante. Nel bene o nel male in solitudine rimane appollaiata nel buio a scrutare i comportamenti irrazionali degli uomini,

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