Adagiata sulla spettacolare e panoramica serra jonica, sorge una delle città più importanti del basso Salento: Casarano. Alcune fonti fanno risalire il suo nome e la sua fondazione ad un centurione romano. Certo, la presenza dell’uomo in questa zona è molto antica. I primi ritrovamenti, effettuati all’interno della grotta naturale, poi divenuta Cripta del Crocifisso, sono datati addirittura VII secolo a. C. anche se giuridicamente il sito appartiene alla comunità di Ruffano (di cui ci occuperemo in altra sede). Durante il medioevo fiorì sia la città che l’altro centro, il cui territorio è ora inglobato nell’abitato moderno, Casaranello.
E’ proprio a Casaranello che troviamo la manifestazione più importante dell’arte di questa città, una chiesa alto medievale, una delle più antiche e meglio conservate dell’intera Puglia, orgoglio del celeberrimo stile romanico pugliese: Santa Maria della Croce, conosciuta anche semplicemente come Casaranello.
La parte più antica della chiesa, sorta su un precedente edificio romano, conserva dei magnifici mosaici, che mostrano grandi somiglianze con altre opere simili ritrovate in Grecia.
Le somiglianze con l’oriente bizantino non si fermano ai mosaici: di seguito si nota un affresco che pare quasi una copia di quello più famoso di Ravenna, dove compare la regina Teodora, moglie dell’imperatore Giustinano, tempestata di diamanti…
Per un articolo approfondito su questa chiesa vi rimando a questo link. Mentre per l’interessantissima necropoli medievale clicca qui.
In cima alla serra di Casarano si erge la chiesa della Madonna della Campana, legata ad una apparizione miracolosa della Vergine, evento che si perde nel nostro medioevo, ma alla cui tradizione gli abitanti della città sono ancora profondamente legati, partecipando alla annuale processione che si tiene puntuale.
La chiesa matrice, dedicata all’Annunziata, risale al 1700 e custodisce pregevoli opere pittoriche e altare magnifici, opere di artisti sopraffini.
La città custodisce un gigantesco palazzo nobiliare, quello dei feudatari D’Aquino, che lo eressero durante il 1600, lasciandolo comunque incompiuto. Si nota l’immensa lunghezza della facciata, con le sue 53 mensole apotropaiche che dovevano sorreggere un balcone, ognuna diversa dall’altra…
Oggi la struttura ha funzione di ricettività turistica.
Sotto vediamo degli affreschi degli interni del palazzo.
Casarano custodisce nel suo centro storico delle interessanti scritte del periodo post-Unitario (clicca qui per vederle). Ed anche un interessante Museo del Minatore, eredità lasciata da Lucio Parrotto, minatore di Casarano che lavorò duramente in Belgio, testimone della tragedia di Marcinelle e del triste fenomeno dell’emigrazione salentina (clicca qui). Una città che è sempre stata al centro della Storia.
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Casarano, la regina della serra
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