Sud Salento, costa orientale, agro di Tricase, terra fertile fin dagli albori della storia, oggetto di scorrerie di predoni in ogni epoca. Forse è questo il motivo per cui in un ristretto tratto di territorio si incontrano piccole fortezze, una per ognuna frazione dell’odierno comune: i castelli di Tricase. Un piccolo scrigno di Salento che fin dal Medioevo fu fortificato a dovere, con dimore poi divenute signorili nel Rinascimento.
Cominciamo questo tour da Tutino, dove osserviamo per primo il Castello dei Trane. Uno dei pochi a conservare parte del fossato originario. Fu costruito durante il XV secolo, rinforzato da possenti mura alte 7 metri e spesse quasi 1 metro e mezzo…
In origine, il perimetro di questa fortificazione era dotata di molte torri, oggi ne restano solo cinque, alcune con base a scarpa, collegate in cima con un camminamento di ronda che per alcuni tratti è visibile ancora oggi…
Verso la fine del XV secolo però, era divenuto già obsoleto, rispetto agli incalzanti e nuovi dettami militari, perciò fu ceduto dal conte di Alessano a don Luigi Trane, che in pratica ne fece la sua residenza signorile (visita qui per entrare nel castello).
Caprarica del Capo è un’altra frazione di Tricase, ed anch’essa conserva un’ulteriore fortezza, sicuramente costruita a seguito della invasione di Otranto da parte dei Turchi nel 1480.
Cosimo De Giorgi, durante i suoi studi in Terra d’Otranto nel XIX secolo, riporta nei “Bozzetti di Viaggio” un’epigrafe che oggi non esiste più, e che si trovava sopra una delle torri angolari: “CASTELLO FACTO PER MASTRO ANTONIO RENNE DE TRICASE A(nno) 1524”.
Il portale di accesso è sorvegliato da una grossa caditoia a tre gettate…
Anche questa fortezza era dotata di un fossato, in origine, e presenta una muraglia alta 7 metri…
…dalla piccola collina adiacente, si osserva meglio dall’alto…
Siamo ora a Lucugnano…
…davanti al castello dei Capece, costruito nel XVI secolo dai Castriota Scanderbeg, che ampliarono la precedente struttura di epoca Normanna…
La torre principale è coronata da beccatelli e merlature, che le imprimono un aspetto severo…
…nel corso dei secolo le varie famiglie feudatarie che si sono succedute lo hanno ampliato e modificato secondo le loro esigenze: l’interno conta ben 22 stanze, distribuite lungo due piani.
Ed ora eccoci a Depressa, altra graziosa frazione di Tricase…
Il castello è sorto attorno ad una torre Angioina del XIV secolo, ed anche esso subì l’attacco dei Turchi del 1480…
…perciò, fu ricostruito dai Saraceno nel 1548, e poi ammodernato dai Gallone, signori di Tricase…
…che lasciarono il loro stemma araldico, presso la caditoia sopra l’ingresso…
Oggi è di proprietà della famiglia Winspeare, da cui proviene il noto regista salentino, Edoardo, autore di film come “Pizzicata” e “Sangue vivo”.
Sopra, siamo nel cortile del castello di Depressa, mentre sotto arriviamo nel centro storico di Tricase, nell’attuale Palazzo Gallone…
… il nucleo più antico di questo maniero è il massiccio torrione posto a sud-est…
…inglobato fra la chiesa matrice e il palazzo successivo, costruito nel XV secolo, probabilmente sui resti di una precedente fortificazione…
…una cinta muraria con fossato, lunga 400 metri, completava il sistema di difesa insieme ad altre torri più piccole… era il cuore dell’antico borgo tricasino…
La facciata orientale si articola su tre piani e presenta un elegante loggiato archivoltato. All’interno, gli ambienti del pian terreno ospitavano diverse strutture atte alla produzione dei beni di uso quotidiano, come il forno e il mulino.
L’ambiente forse più curioso, per il visitatore del castello, sono le prigioni…
…entrandoci, ci si imbatte in una lunga serie di graffiti, che gli antichi prigionieri lasciarono sui muri, durante la loro prigionia…
…ci si trova di tutto, epigrafi, firme, con tanto di nomi e cognomi, disegni… tutto a partire dalla seconda metà del 1400…
…fra gli animali raffigurati, qui sopra, due civette accanto ad un uomo col grande copricapo…
…fra gli uomini, poi, un interessante spaccato di vestiario e copricapi impiegati all’epoca…
…qui sopra, un mare di pesci…
…e poi navi, navi di vario genere e dimensioni…
…qui sopra, l’umo sembra rappresentare quasi un turco, con scimmitarra, turbante e larghe vesti…
…e qui sopra, la mesta conclusione di uno di questi prigionieri, che riporta anche la data, e il… “fui pigliato”. Una piccola rassegna che è per noi una piccola anticipazione delle prigioni medievali salentine, i cui graffiti sono più di quanti si possa immaginare, e che presto metteremo tutte insieme in un altro viaggio! Per adesso vi consiglio QUESTO!
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