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E’ nota universalmente come “Cupa”. Una valle del tutto particolare, una sorta di depressione carsica, in cui l’altezza del suolo scende sensibilmente rispetto alle aree circostanti, fino a stabilizzarsi fra i 31 metri di Carmiano e i 49 di Lecce sul livello del mare. Popolata da tempi ancestrali, come dimostrano importantissimi reperti preistorici, colonizzata dai Messapi, che qui ebbero la grande città di Rudiae, si distingue per il suo paesaggio dalla bellezza struggente. Le campagne hanno un clima e dei colori che da sempre spinsero i nobili leccesi ad erigersi la loro casa in un angolo di questa valle incantata. Facciamo un viaggio fra le bellezze dei suoi Comuni.
ARNESANO. Il suo territorio fu abitato fin dal Neolitico, come testimonia la scoperta nel rione Riesci di una sepoltura con un corredo funebre costituito da vasi ed una straordinaria scultura di pietra, denominata “idoletto”, sul cui significato gli studiosi si sono divisi…
Ma è durante il Medioevo che Arnesano cominciò a svilupparsi, intorno al suo palazzo marchesale, costruito dalla famiglia Marescallo…
La tenuta Materdomini era la casa del principe Sebastiano Apostolico Orsini, personaggio ottocentesco dalle incredibili capacità visionarie. Costruì l’ospedale a Lecce, salvò opere d’arte insieme all’amico Cosimo De Giorgi, importò forse per primo nel Salento la mezzadria, dando dignità ai contadini e al loro pesante lavoro…
La chiesa madre, d’origine cinquecentesca ma risistemata anche sei secoli successivi, conserva fra gli altri tesori, il Crocifisso di cartapesta che secondo la tradizione operò dei veri prodigi durante il 1800. E fu oggetto della venerazione di tutti gli abitanti della Cupa.
CAMPI SALENTINA. Importante già prima dell’arrivo dei Romani, qui si officiavano culti ad Afrodite, prima che attecchisse con gran vigore il culto Cristiano, come dimostra la grande cattedrale paleocristiana sulle serre dell’Alto. Qui, Federico II vi fece costruire un castello per la sua residenza occasionale. Evidentemente apprezzava anch’egli il dolce clima della Cupa.
Adesso entriamo nella piccola cappella gotica, sul lato sinistro della chiesa. Conserva pregevoli affreschi, che forse hanno in comune le maestranze con quelle della Basilica di Santa Caterina a Galatina…
…ma per questo piccolo scrigno vi rimandiamo ad un approfondimento.
Campi ospita le reliquie di San Pompilio Maria Pirrotti (1710-1766), che in questa città esercitò il suo magistero, all’insegna dei carismi di San Giuseppe Calasanzio.
Il viaggio continua, fra scenari affascinanti. Il cuore della Cupa offre anche scenari densi di storia millenaria.
CARMIANO. Piccolo borgo agricolo della Valle della Cupa, che vive di viticoltura e olivicoltura, conserva anche discrete opere artistiche…
MAGLIANO è la piccola frazione di Carmiano, conserva anche la piccola chiesetta della Madonna Assunta…
LIZZANELLO. Antichissimo territorio, abitato sin dall’età del bronzo, una volta si potevano osservare nelle sue campagne sia dolmen che menhir. Situato nel cuore della Cupa, a poca distanza da Lecce, il centro si è poi sviluppato durante il medioevo.
- Chiesa di San Lorenzo Nuovo
Cappella dell’Immacolata, interni.
MERINE è l’antica frazione di Lizzanello, piccolo e affascinante borgo pieno di masserie e case fortificate.
MONTERONI. Cittadina immersa in una campagna amena e verdeggiante della Cupa, il suo territorio conobbe i primi insediamenti durante la centuriazione romana, per poi svilupparsi durante il Medioevo…
NOVOLI. Antico borgo oggi universalmente noto per via dell’immenso falò che ogni anno i novolesi accendono in onore di Sant’Antonio Abate, un rito che si esegue da tempo immemorabile…
La chiesa di San Salvatore è un’antica struttura bizantina che conserva ancora un prezioso affresco. Ha un’insolita pianta a forma ottagonale ed è nota anche come chiesa della Madonna Allattante.
Qui siamo invece nel punto più antico del paese, quando il feudo era noto come Santa Maria de Novis. Questa è la chiesa dell’Immacolata, piccolo scrigno di meraviglie, conserva affreschi bizantineggianti e frammenti di un’opera che in principio occupava un’intera parete, ma di cui oggi si può vedere solo la scena di una città in fiamme…
Novoli ha anche una frazione, VILLA CONVENTO, sorta intorno ad una chiesa ed annesso convento dei padri domenicani, durante il 1500. Ancora oggi si possono ammirare i resti di questa grande storia di un piccolo borgo…
SAN CESARIO DI LECCE. Ridente paese sviluppatosi intorno al suo palazzo ducale, ma dove la vita vi nacque fin da tempi remoti…
Particolarmente preziosa è la chiesetta bizantina di San Giovanni Evangelista, costruita nel 1300, e anche se rimaneggiata conserva ancora una parte importante degli affreschi trecenteschi, In questa foto del 1911 si nota anche il primitivo campanile, oggi scomparso.
Palazzo ducale.
SAN PIETRO IN LAMA. Usciti da Lecce, e superato il favoloso sito dell’antica città di Rudiae si arriva ad un altro piccolo borgo incantato…
Particolarmente bella è la chiesa della Madonna Immacolata, posta all’ingresso del paese, un’esplosione barocca che risale alla metà del 1600.
SQUINZANO. Città attivissima da sempre in agricoltura, qui confluiva tutta la produzione vinicola del Salento…
Questo è il Santuario dell’Annunziata. La città è legatissima alla storia della donna che lo eresse durante il 1600, Maria Manca…
Maria Manca, nata nell’anno del Signore 1578, ragazza dalla bellezza meravigliosa, giovane sposa e mamma felice, devota a Dio, timorata come nessuna. Arrivò per lei, purtroppo, l’epoca delle tragedie. Morì l’amatissima madre sua, e subito dopo l’adorato marito. A quel punto, a neanche 24 anni, consacrò il proprio corpo allo Sposo supremo. Ma c’era un uomo che la desiderava ardentemente, e che per averla era disposto a tutto: Lupo Crisostomo, di Soleto. Avendo visto vani tutti i suoi tentativi di portarla a seconde nozze, si rivolse a un potente mago del suo paese. Questi gli chiese di portargli il cibo prediletto della donna agognata, così, recatosi da lui con un grosso fungo, ottenne il maleficio che avrebbe vinto Maria. Tramite una donna, che nulla sapeva, glielo fece pervenire, così Maria Manca quella sera stessa cucinò il fungo, lo mangiò, e subito cadde in un vortice d’indicibile lussuria. Lupo ebbe così la sua preda. Insieme convolarono a nozze. Ma già subito dopo essere giaciuta con lui, Maria decadde, come un’ossessa, nel corpo e nella mente. Si ricopriva di piaghe e malattie che nessun medico sapeva guarire. Soffriva terribilmente tutte le pene dell’inferno. In quello stato generò altri figli. Ma il marito, pentito di aver condannato in quel modo la donna, tornò dal mago perché le togliesse il maleficio. Ma quello non c’era più modo di toglierlo. Lupo morì senza essere riuscito ad aiutarla. Maria continuava a pregare, devota come sempre, la Madonna, di essere liberata da tutti quei mali, ma pure aggiungendo che se il Suo Bambino avesse già deciso che così doveva essere, ben lieta ne sarebbe stata lo stesso. Finché, un giorno, dopo tanti anni, mentre raccoglieva olive nei campi, le apparve la Madonna, che le porse un garofano, dicendole: “Prendi. Portalo al mio figliolo, a Galatone”.
In quegli anni, in un vicolo stretto del centro storico di Galatone, la gente venerava una sacra immagine del Cristo dell’estrema umiliazione, che un monaco basiliano aveva raffigurato 250 anni prima, con le spalle addossate ad un palo, e le mani legate avanti. Ebbene, una sera, davanti alla folla di fedeli radunati in preghiera, accadde un evento portentoso: il Cristo si animò, scostò il telo che essi avevano steso per proteggerlo dalla pioggia e li guardò con degli occhi che s’accesero di fuoco. In quei giorni, gli eventi strabilianti si susseguivano davanti agli occhi di tutti, e molti furono i miracolati. Ognuno sapeva che era opera di quel Cristo, che dopo quel giorno apparve in quell’icona con le braccia legate dietro la schiena. Certo, nessuno capiva. Maria Manca si diresse da Lui, e gli portò quel garofano. E da allora, il suo corpo rinacque a nuova vita, visse per quasi 50 anni altri, superando i 90, durante i quali dedicò il suo tempo ad aiutare la gente e a costruire un santuario per la Madonna.
Nei pressi di Torchiarolo, Maria Manca ha eretto un’altra chiesa, dedicata a Santa Elisabetta. E’ nascosta in un bosco di olivi secolari, che senz’altro l’hanno potuta vedere. Questa chiesa non è molto nota, nonostante sia a pochi metri dalla superstrada che collega Lecce e Brindisi, però è curata amorevolmente dagli abitanti della zona. Il culto non è andato perduto.
Squinzano, la cinquecentesca chiesa della Mater Domini… e sotto, una delle sue tele all’interno.
SURBO. Piccolo borgo ben noto già in epoca medievale, citato dal conte Tancredi d’Altavilla. Anche esso ricco di storia e cultura…
Fra gli altari, ce n’è uno recentemente restaurato, che mostra il suo antico splendore…
C’è la Madonna d’Aurio…
…e altri santi nascosti…
…oltre che particolari graziosissimi!
Coi recenti restauri, sono tornati alla luce angoli nascosti, anticamente affrescati.
TREPUZZI. Situata in un luogo incantevole per la bellezza delle campagne anche questa città ha una storia antica e agricola…
Chiudiamo questo viaggio, che sarebbe ancora più lungo per quanto meriterebbe, davanti all’antico monastero di Sant’Elia, in un paesaggio da sopra il quale si può osservare la grande vallata dall’alto, come dimostra la foto-copertina. Il territorio della Valle della Cupa comprende anche l’agro di Lecce, San Donato, Cavallino e Vernole, ma per consultare anche questi Comuni continuate il viaggio in un’altra pagina.
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I Comuni della Valle della Cupa
ottimo lavoro, se per qualche altra buona ragione passate da Arnesano, mi piacerebbe scambiare un saluto
Sarà un piacere, Paolo! Forse non ti ricordi di me, ma io si! Un abbraccio!