Cortili Aperti è una delle manifestazioni più attese nella città di Lecce, non solo dai turisti ma anche dagli stessi leccesi, che, approfittando della Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane Sezione Puglia (lo scorso 22 maggio è stata la XXII edizione) e della gentilezza dei proprietari di casa, si lasciano abbagliare dalla suggestione di storici angoli nascosti della città.
Ed è quello che faremo in questo viaggio, in alcuni dei cortili di Lecce, rigorosamente in ordine alfabetico (perché veramente in questo caso non si può fare una classifica di bellezza), seguendo la giornata dei Cortili Aperti che abbiamo recentemente vissuto.
Cominciamo da Palazzo Apostolico Orsini, situato di fronte alla chiesa di Santa Teresa, proprio lungo il Corso che taglia in due il centro storico, laddove il principe Sebastiano Apostolico Orsini teneva i suoi incontri con gli amici studiosi, il barone Castromediano e Cosimo De Giorgi, tutti protesi alla salvaguardia dei beni architettonici leccesi, per i quali avevano fondato la Brigata degli Amici dei Monumenti.
L’antico edificio seicentesco fu acquistato dal Principe alla fine dell’800…
Dopo aver arricchito il giardino con piante esotiche, lo decorò con una magnifica e scenografica fontana neoclassica…
…nel giardino si colloca anche un pozzo…
Ed ora, entriamo in Palazzo Bernardini…
…che è il risultato dell’accorpamento in epoca ottocentesca di tre edifici rinascimentali…
…di cui si può ancora notare qualche fregio, e poi i pavimenti in preziosa maiolica d’epoca…
Nel giardino vegetano ancora un’ottocentesca araucaria e la più antica jacaranda della città.
Sotto, entriamo in palazzo Brunetti…
…l’edificio tardo rinascimentale ebbe nel ‘700 la facciata percorsa da quattro balconcini…
Da un grande androne centrale, si accede al giardino rialzato…
…il cui accesso è sorvegliato da un tipico mascherone-sberleffo.
Qui siamo a Palazzo Carrozzini, una suggestiva dimora settecentesca…
…che alcuni storici attribuiscono all’architetto Emanuele Manieri, il figlio di Mauro.
Il barone Casotti diede il suo nome a questo palazzo, nel 1772, quando lo ristrutturò…
…apportandogli anche lo stemma di famiglia.
Il palazzo si trova di fronte alla celebre chiesa di Santa Croce, in una posizione particolarmente importante…
Sopra, Palazzo Castromediano, una piccola e suggestiva dimora cinquecentesca, ricca di fregi e decori…
Qui invece Palazzo Castromediano Vernazza, che svetta come una torre nel centro cittadino…
…un cortile chiuso, da alte mura, riccamente decorato, si apre al visitatore…
…anche questa è una preziosa residenza cinquecentesca…
…oggetto di accurati restauri, che l’hanno riportata allo sfarzo originario.
Palazzo Ferrante Gravili, un edificio quattrocentesco, che custodisce alcune particolarità…
…nei suoi sotterranei, si cela un antico frantoio ipogeo (una rarità nel centro storico di Lecce)…
…e ancora più affascinante, lo stemma della famiglia Orsini Del Balzo d’Enghien, che funge da parapetto al pozzo, che attinge alla falda che scorre sotto la città…
A ben guardare, sotto lo stemma si intuisce anche un’epigrafe, di cui però ormai poco si può cogliere.
Si vedono ancora i segni della corda, che per secoli ha tirato su l’acqua del pozzo.
Qui sopra, Palazzo Grassi, una sontuosa dimora seicentesca…
…opera del celebre architetto Giuseppe Cino, che tanta parte ebbe nella decorazione della Lecce barocca…
Dall’atrio si accede ad una piccola cappella…
…di cui si posso ancora ammirare gli affreschi.
Particolarmente avvenenti le cariatidi poste sulla facciata…
…che danno sfogo creativo alla maestria di sapienti scalpellini…
Qui siamo entrati a Palazzo Guarini, un edificio cinquecentesco…
…dall’atrio molto scenografico…
Il palazzo fu ristrutturato da Mauro Manieri nella prima metà del XVIII secolo…
Non manca lo stemma di famiglia, ed un giardino abbastanza raccolto…
…con tracce di storici elementi artigianali, come questo torchio…
Qui sopra siamo a Palazzo Morisco d’Arpe. La dimora fu ristrutturata da Maria d’Enghien alla fine del XIV secolo, sulle rovine dell’antico palatium romano…
…ma nel corse dei secoli successivi ha subito altri rifacimenti…
Dimora Muratore fu voluta da Rocco Chillino alla fine dell”800…
…sorge in parte sulle mura di epoca messapica della città, rinforzate poi durante il periodo aragonese.
Palazzo Palmieri è anch’esso una dimora cinquecentesca, rivista successivamente…
Dopo essere entrati dal portale catalano-durazzesco si accede al cortile…
…dal quale si può ammirare la suggestiva scalinata settecentesca…
Qui, siamo a Palazzo Palombi…
…rivisitato da una costruzione cinquecentesca per opera di Emanuele Manieri…
Nel cortile risalta l’ameno giardino, decorato da statue e capitelli…
…del più tipico gusto barocco, che vede putti e donne rubiconde che sostengono le architetture.
E qui siamo a Palazzo Rolli (oggi Andretta), entrando attraverso un arco a sesto ribassato…
…che conduce ad un verdissimo cortile!
Anche qui, siamo davanti ad un edificio costruito nel XVI secolo.
Scorrendo la città in giorni come questo si ha l’opportunità di scoprirne l’essenza nascosta… il suo fascino antico e semplice, che si lega agli orti, alle piante da giardino, che qui ogni casa in origine aveva…
…la sua pietra rifulge da secoli luminosa…
…dando lustro alle casate nobiliari, che hanno impresso ovunque i loro stemmi…
…ed ogni sorta di gioco di prestigio…
…che anonimi scalpellini hanno voluto lasciare ai posteri…
…per il futuro di una città…
…che si divertiva, senza più nascondere simbologie medievali alle sculture, si regalava un’orgia di allegria e sberleffo…
…persino gli angeli diventano spiritosi…
…per distrarre l’occhio del cittadino, rapendolo per qualche istante alle visioni della sua personale anima e del resto del mondo.
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