Il Parco Otranto Leuca è senza esagerazione una delle meraviglie del Salento. E’ una splendida striscia costiera, lunga oltre 60 km, che parte da Otranto, nel punto più orientale d’Italia, e prosegue verso sud, fino al Capo di Leuca, dove la penisola salentina si inabissa nel mar Jonio. Il Parco Otranto Leuca è un parco regionale della Puglia, istituito nel 2006, per proteggere una fauna, e sopratutto una flora, quasi incontaminata, che ha molte corrispondenze con quella dell’altra sponda balcanica (caso unico in Italia, vedi la varietà della bellissima quercia vallonea). Questo itinerario coprirà in lunghezza tutti questi 60 km, per dare solo un’idea di ciò che il visitatore potrà scoprire con i suoi occhi, e a cui nessun obbiettivo video fotografico potrebbe dare vera giustizia!
Si parte dalla cava di bauxite, a Otranto, un luogo singolare, un tempo appunto una cava per estrarre il minerale, poi dismessa, e infine reinventata dalla natura stessa in un angolo sorprendente, per colori, silenzio, profumi e sensazioni. Una passeggiata in questo posto, in qualunque stagione, regala un’esperienza fuori dal mondo.
Ci spostiamo lungo la costa, e comincia il viaggio. Siamo in località Le Orte, una baia di struggente bellezza, bagnata da un mare cristallino. Sullo sfondo, a sinistra si intravede la torre del Serpe, forse la più antica di tutte le vedette del Salento. Qualcuno la fa risalire ai tempi di Federico II. Ne è rimasto solo un lato, della parete circolare originaria, miracolosamente sopravvissuto ai venti sferzanti di tramontana.
Proseguendo verso sud si tocca punta Palacia, estremo est d’Italia e del Salento, su cui si erge il grande faro…
Poi, il panorama si allarga a dismisura, in uno slancio selvaggio, da stordire gli occhi. Torre Sant’Emiliano domina la scena.
Siamo a Porto Badisco, la celebre insenatura dove è posta la Grotta dei Cervi, il santuario neolitico più importante d’Europa.
Lasciamoci Badisco alle spalle, il panorama è un susseguirsi di costa rocciosa, ogni tanto ombreggiata dai pini, fra i profumi delle erbe spontanee.
Guardandoci alle spalle vedremo ancora Torre Sant’Emiliano, dall’alto del suo sperone roccioso…
Siamo giunti sotto torre Minervino. Qui la scogliera si alza smisuratamente. Custodisce un habitat naturale più unico che raro. Fra le sue rocce fioriscono ogni anno le orchidee.
Questa è torre Minervino, e guardando a sud si può già osservare la strada che ci aspetta.
Voltandoci di tanto in tanto dietro, lo scenario è sempre mutevole, aspro, di una bellezza severa.
Aguzzando gli occhi si distinguono bene le torri che abbiamo già incontrato. Era la linea di sorveglianza della costa, un tempo preda costante di turchi e pirati di ogni genere.
Altro scenario del Parco Otranto Leuca.
Siamo giunti in territorio di Santa Cesarea Terme, ai piedi di torre Miggiano, posta ora davanti ad un minuscolo porticciolo.
Molto sopra Santa Cesarea Terme, a 110 metri sul livello del mare, si intravede Torre Santa Cesarea.
Superata Santa Cesarea, la si può ancora ammirare, guardando indietro, questo scorcio fiabesco.
Diso, località Acquaviva, una delle insenature più belle di tutto il Salento. Nelle giornate di sole, i colori del suo mare, della scogliera, e della pineta che vi si è abbarbicata, toccano tavolozze difficilmente uguagliabili!
Sempre in territorio di Diso. Questa è torre Capo Lupo, un altro scenario da film.
Alta sopra Andrano, sorveglia la costa la torre omonima, ridotta purtroppo ormai solo ad un rudere. Mentre più a sud già si intravede torre Nasparo, lungo la tortuosa e spettacolare strada litoranea.
A Marina Serra incontriamo un Santuario cinquecentesco, dedicato alla Madonna della Serra. Anche questa struttura era fornita delle caditoie, come una torre di difesa, per proteggersi dai pirati.
Ed eccoci ai piedi di torre Nasparo. Sporgendoci dal suo dirupo osserveremo la linea costiera, sorvegliata da torre Palane.
Presso Novaglie potremo lasciare la via asfaltata e seguire un meraviglioso sentiero, curato dal Parco Otranto Leuca, che conduce alle Grotte Cipolliane, uno scenario di poetica bellezza, fra la roccia e il mare, stretti in un affascinante abbraccio.
Andiamo dunque “off the road”, alla scoperta di queste grotte.
Il mare visto dall’interno della bocca grande delle Cipolliane.
Lasciati questi sentieri dove non giungono suoni dal mondo “civile”, dove regnano solo i canti del mare, dei gabbiani e quelli silenziosi delle rocce, siamo ormai giunti verso Il Ciolo. Un fiordo vero e proprio, come quelli più noti della Norvegia. Solo un pò meno lungo, ma più verde e caldo.
Il Ciolo visto dall’alto del suo ponte. Il mare è così invitante che qui nessuno resiste dal gettarsi fra queste acque.
Il Ciolo visto verso l’interno. Un panorama veramente mozzafiato!
Il sole volge ormai al tramonto, siamo giunti a Leuca, a Finibusterre.
Lungo la costa c’è un’ultima torre costiera, quella dell'”omo morto”, dentro cui ci si riesce anche a entrare…
…la sala è circolare, ma la struttura è molto più complessa di quello che può apparire a prima vista. Peccato che ormai sta crollando…
Qui ormai stiamo già risalendo verso ovest, il Salento. Ma quest’altro tratto di costa sarà protagonista di un altro viaggio. Per oggi ci fermiamo qui, alla “fine del mondo”.
Anche perché dopo un viaggio simile vi assicuro che la fame è tanta. E’ un buon piatto della famosa tria ci rimetterà in sesto!
(che ringrazia Dajana Carrozzi per la foto di copertina e la compagnia!)
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Lungo la costa del Parco Otranto Leuca
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