Avendo accumulato molti viaggi in giro per l’Italia, un giorno riflettevo su un particolare che non ho ancora riscontrato nelle altre regioni fuori la mia, una caratteristica che rende quasi singolari alcuni centri del Salento, nelle cui corti, sui portali dei palazzi o sotto il davanzale delle finestre, propongono ancora oggi dopo secoli perle fulminanti di saggezza in epigrafi di pietra.
Purtroppo, in molti paesi, le folli ristrutturazioni o abbattimenti dei decenni passati hanno cancellato tanta parte di questa storia…
…il cui obbiettivo era educare le giovani generazioni ad una vita “corretta” (bambini e ragazzi passavano molto tempo nelle corti, o per strada) ma anche lasciare un “segno” positivo sul passante.
Qui sopra siamo a Corigliano d’Otranto, ma in tutta la Grecia Salentina i suoi ridenti paeselli conservano chi più chi meno queste tracce. Nel capo di Leuca, nel piccolo borgo di Giuliano, c’è un bel catalogo di bellissime epigrafi, scritte in latino.
Cominciamo da questa qui sopra, una iscrizione settecentesca, che recita così: “La virtù annienta l’invidia, il lavoro concilia la fortuna, l’umiltà vince le difficoltà”. Un caldo incitamento a vivere serenamente, e lavorare con fiducia.
Molto particolare l’epigrafe sopra, incisa l’anno della Rivoluzione Francese (1789), in cui il proprietario del frantoio sul cui accesso è situata, specifica che l’ha fatto costruire non per speranza di guadagno ma per amore della Libertà.
Qui sopra, motto di saggezza popolare firmato nel 1776, che invita il lettore a valutare ciò che noi stessi si compie prima di giudicare l’operato degli altri.
Qui invece c’è un’esortazione al disprezzo verso la vita oziosa, il lavoro è un rimedio efficace contro la povertà: “Non amare il sonno affinché la povertà non ti opprima. Ciò che hai messo da parte sia di guadagno per l’erede. 1778”.
Questa iscrizione invece è tratta dal I libro dell’Eneide di Virgilio, esorta all’ottimismo, spingendo coloro che si trovano in difficoltà a non disperare: “Resistete e voi stessi conservate, per eventi migliori”, firmata da Donato Serracca nel 1854.
Anche questo qui sopra è un invito a considerare i propri difetti: “Vedi nella bisaccia ciò che sta alle spalle”.
Qui sopra invece siamo in agro di Carpignano Salentino, a Masseria Mauriani, dove un’iscrizione seicentesca ricorda l’oracolo delfico “Conosci te stesso”. Mi rifersice un amico, e purtroppo di questa non ho la foto, di un’altra epigrafe, stavolta proprio in paese, che canta così: AEDIBUS IN PROPRIIS QUAE RECTA AUT PRAVA REQUIRAS…. ovvero, “cura di cercare ciò che è giusto e ciò che è ingiusto nella tua casa”… in poche parole, i panni sporchi si lavano in casa!
E qui siamo presso Corigliano d’Otranto, Masseria Scagnito, che conserva tantissime epigrafi, molte però non ancora tradotte o leggibili. Sopra, l’arco di accesso canta la pace che il visitatore troverà in questo luogo e le delizie prodotte dalla sua terra. Quella sottostante sottolinea come questo sia il regno delle api, inteso sia come luogo di produzione del miele, ma anche come comunità dedita con amore al lavoro.
Qui sopra siamo invece a Calimera, dove grazie allo studioso Silvano Palamà stanno tornando alla luce tantissime epigrafi, che anche qui testimoniano la grande saggezza popolare salentina…
“Non ritenere durevole, ciò che può cambiare” recita l’iscrizione qui sopra. Semplici ed incisivi ammonimenti.
E qui sopra, sempre a Calimera, si invita a non dare colpe all’ignoranza, in quanto è brutto anche soltanto dire “non sapevo”, se si sta cercando una scusa.
Particolarissima questa epigrafe qui sopra, siamo nel centro storico di Oria, dove sembra quasi che stavolta l’ignoto saggio abbia citato un motto dell’Imperatore Ottaviano Augusto: “affrettati lentamente”, certamente ad invogliare ad un impegno consapevole ed incisivo.
Condivido qui sopra un’iscrizione trovata sul web.
Chiudo questa breve carrellata con la mia preferita, forse la più filosofica fra quelle che abbiamo visto. Si trova a Morciano di Leuca: “Cerca dentro di te, non fuori”. Che lascio a tutti i lettori che mi hanno seguito fin qui!
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