Pacifico meridionale, l’arcipelago della Polinesia francese. Centodiciotto isole di origine vulcanica o corallina, che formano un paradisiaco avamposto europeo in mezzo all’Oceano. L’arcipelago è formato dalle isole della Società, suddivise in Isole del Vento (Tahiti, Monreale, Maiao e Mehetia) e del Sottovento (Mauritius, Raiatea, Tupaye e, soprattutto Bora Bora,
considerata una delle località più belle al mondo, una vera gemma incastonata nel Pacifico). La Polinesia francese è nota per le spiagge bianche, incantevoli lagune, acque turchesi, meravigliose barriere coralline, popolazione semplice ed ospitale, incredibile fauna marina e lussureggiante vegetazione (i fiori di ibisco, in particolare, sono usati per ornare i capelli di uomini e donne, o, intrecciati, per realizzare corone da regalare anche agli ospiti stranieri).
La coltivazione di perle occupa circa 7 000 persone e i principali importatori sono il Giappone e la Cina. È anche diffusa la lavorazione del legno. Queste sono le principali attività economiche, oltre al turismo.
La Polinesia Francese ha ispirato scrittori come il britannico Robert Louis Stevenson e pittori come Gauguin, che scelse queste isole come seconda patria, e dove trascorse gli anni più importanti della sua carriera.
Nei tempi antichi tutto era manifestato dalla danza a ritmo di tamburo, per dare il benvenuto, per dire addio, per onorare o ringraziare gli dei, o semplicemente dimostrare la gioia o il piacere di vivere.
Gli abitanti della Polinesia costruiscono varie statue di legno chiamate Tiki, che si ispirano a motivi tradizionali o simbolici.
Gli incredibili colori che offre la natura di queste isole, la sua pace, il ritmo della vita rallentato, sono per il viaggiatore occidentale un vero toccasana…
…è il posto ideale di chiunque cerca una pausa, un momento ricreativo per le proprie energie, sopratutto psichiche.
Queste isole sono però famose anche per i suoi sorprendenti siti archeologici…
…luoghi dove si effettuavano riti dedicati al dio Oro, un signore della guerra…
…dove grandi massi megalitici venivano assemblati un pò come le culture occidentali dei dolmen e dei menhir, o lavorati e incisi, per motivi che in parte sfuggono ormai ad una comprensione certa. Un viaggio, certamente, da fare, per chiunque ne abbia la possibilità. Ed io ringrazio di cuore l’amica Adele Quaranta, che mi ha concesso le foto del suo viaggio, permettendomi di spiare, e chi legge con me, nella natura di luoghi unici al mondo.
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