Uggiano Le Chiesa, e la sua frazione Casamassella, sorge nell’immediato entroterra otrantino, in un cruciale luogo di passaggio della via orientale del Salento, che conduceva al mare e verso il Mediterraneo.
Vide il sorgere della civiltà in tempi remoti, come testimoniano i dolmen e i menhir disseminati nelle campagne circostanti, e nel medioevo accolse gli insediamenti religiosi italo-greci, di cui è rimasta traccia in cripte e affreschi bizantini. Facciamo un viaggio in questo Comune tutto da scoprire!
La chiesa matrice è dedicata a Santa Maria Maddalena e fu costruita nel Settecento, su impianto basilicale.
L’interno, decorato con pregevoli stucchi, conserva una statua della Santa e diversi pregevoli altari sormontati da tele, molte delle quali attribuite al grande pittore leccese Oronzo Tiso.
Fra i resti dell’antico borgo, molto bella è questa casa situata ad angolo nella piazza principale del paese…
…è la seicentesca Torre dell’Angelo, in origine proprietà di un capitano spagnolo stabilitosi ad Uggiano la Chiesa.
Questa invece dovrebbe essere la casa di Macario Nachira, uno degli Ottocento Santi Martiri di Otranto, colto monaco italo greco, appartenente a un’antica e nobile famiglia di Uggiano.
In paese possiamo visitare la cappella di Sant’Antonio di Padova.
Inglobata nel borgo c’è l’antica masseria Sant’Antonio…
…sul cui portale spicca il motto “Non sorte sed labore”, con la data 1831. Stava a indicare la fiducia che si aveva nella passione di svolgere il proprio lavoro con gli strumenti migliori possibili. Era anche il motto del grande Sebastiano Apostolico Orsini del Balzo, di cui invito gli interessati a leggere questo altro reportage.
Adiacente, c’è questo grande frantoio ipogeo, che era la caratteristica principale dell’economia Uggianese e del circondario…
…come dimostrano i tanti altri esempi disseminati nella roccia di questo territorio…
…su cui ancora si possono leggere i nomi, dei loro “nachiri”: Leonardo Mazzo, anno 1861. L’Italia era fresca di unità, ma qui il lavoro continuava a svolgersi come sempre, da secoli.
Ovunque, le tracce di un’intensa vita agricola, in comunione con la natura. Un’aia dove si batteva il grano…
…un apiario, dove si produceva il miele (qui siamo a Casamassella, nella storica tenuta Le Costantine)…
…e interessanti strutture per la raccolta e distribuzione delle acque…
…fra cui spicca questo grande acquedotto, oggi invaso dalla vegetazione (vedi qui).
L’habitat rupestre, come si diceva, qui trovò terreno fertile per il suo sviluppo: nelle campagne i vani ipogei scavati nella roccia sono tantissimi…
…questo in particolare mi ha incuriosito perché ha una pianta a semi luna, che ho fotografato altre volte in giro per il Salento, e mostra una vera e propria tipologia in uso (vedi qui).
La cripta di sant’Elena risale all’XI secolo, ed è la testimonianza maggiore della civiltà rupestre in sito, per il cui approfondimento vi rimando ad un apposito reportage.
Il castello di Casamassella fu, secondo le fonti storiche, dimora del feudatario Ruggero Maramonte nel XIII secolo. Originariamente dotato di fossato e ponte levatoio, conserva ancora, dopo numerosi rifacimenti volti a ingentilirne la struttura, l’aspetto dell’antica fortezza. Lo stemma visibile sopra la balconata appartiene alla famiglia De Marco. All’interno un grande atrio conduce attraverso una scalinata al piano nobile, dotato di ampi ambienti voltati a botte. Al pian terreno sono ubicate le stanze un tempo destinate alla servitù e i locali di servizio. La parte posteriore del castello presenta grandi terrazze affacciate su un lussureggiante giardino mediterraneo. Residenza di numerose famiglie nobili succedutesi nei secoli, vanta illustri natali come il grande statista ed economista Antonio De Viti De Marco e il grande poeta salentino Girolamo Comi. Oggi è una rinomata dimora per eventi e vacanze.
La chiesa madre di Casamassella è dedicata a san Michele Arcangelo e risale al Cinquecento. Fu oggetto di numerosi rifacimenti.
La chiesa della Madonna della Scala fu edificata nel Seicento sul sito di una primitiva chiesa rupestre.
Sul territorio c’è un’altra chiesa rupestre, questa sopravvissuta, la cripta di Sant’Angelo, situata nell’incantevole scenario della valle del fiume Idro. Risale al XIII secolo e nonostante il crollo della volta ha conservato ancora tracce degli affreschi originari.
Lo stupendo scenario della Valle dell’Idro merita un reportage a parte.
Fra il panorama del circondario, citato da Cosimo De Giorgi anche per strutture da lui osservate e oggi scomparse) merita una visita (ed un approfondimento) una casa torre situata in un bosco di querce che, memore del triste periodo delle incursioni turche, recita sull’architrave dell’ingresso in latino “NULLUS TERROR IN TURRI”… che incoraggiava a non aver paura, all’interno delle sue mura. C’è la data 1712. Tutto un mondo antico, sopravvissuto come per incantesimo…
…come il menhir “San Giovanni Malcantone”, posto presso un’antica strada lastricata forse d’epoca romana (che merita un approfondimento): Uggiano e Casamassella sono lo specchio del Salento autentico, per chi ama questa terra!
(Dedicato ai cari amici Ada Cancelli e Raffaele Santo, che sempre si prodigano a divulgare la bellezza di questa terra)
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