1 – Il Gargano è un grande promontorio posto a nord della Puglia, costituito da rocce formatesi in ambiente marino e successivamente emerse perché coinvolte nella Tettonica delle placche, la stessa che ha determinato la formazione degli Appennini.
Il promontorio garganico presenta un andamento territoriale notevolmente diversificato. Le escursioni altimetriche sono notevoli: in alcuni punti, attraverso uno spostamento di meno di dieci chilometri in linea d’aria, si passa da oltre mille metri d’altitudine al livello del mare. Ovunque grotte, piani, valloni, inghiottitoi, rendono il paesaggio mosso e frastagliato.
2 – Il primo sollevamento d’una certa entità del Gargano sembra essere iniziato nel Miocene (circa 25 milioni di anni fa) e proseguito con fasi alterne nel Pliocene (6 milioni di anni fa) quando questa regione iniziò ad assumere la morfologia attuale, contemporaneamente plasmata dall’azione degli agenti atmosferici e del carsismo.
3 – Per la sua formazione geologica, in maggioranza calcare di periodi diversi, sono perciò notevoli e straordinarie le manifestazioni carsiche che interessano tutto il territorio. L’isolamento della montagna dal resto dell’Italia e la ripidità del pendio anche dalla parte del mare hanno fatto in tutti i tempi del Gargano un pilastro montagnoso di difficile accesso e vi hanno reso fiera e tenace la popolazione, legata a tradizionali forme di vita, dai costumi semplici e patriarcali.
4 – L’abbazia Di Santa Maria Di Pulsano, distante 8 km da Monte Sant’Angelo, con i suoi EREMI circostanti, fu edificata nel 591 dal beato Gioele, ed è stata sino ad oggi – con alterne vicende storiche – luogo di monaci, anacoreti e cenobiti, orientali e latini. Dopo il primo insediamento dei monaci di S. Equizio, legato alla famiglia Anicia legata a S. Gregorio Magno, l’originario monastero eremitico passò, per un breve periodo, a ridosso del X secolo, sotto la giurisdizione cluniacense.
5 – Bellissima è la natura particolare di questi sistemi rocciosi e dei canyon carsici, con i tre valloni di Pulsano (Mattina, Piccolo e Campanile) per cui era il posto ideale per l’insediamento di una vita fatta di solitudine e meditazione. Questo è il motivo per cui sorsero numerosi eremi e grotte di ricovero che ancora oggi punteggiano gli strapiombi della zona.
6 – I primi recessi dell’abbazia dovevano consistere proprio in eremi rupestri, taluni ubicati su luoghi davvero inaccessibili. Essi in alcuni casi sono costituiti da una semplice grotta, lungo la parete scoscesa del fianco del vallone, altri invece da piccole costruzioni solitarie su dirupi impervi.
7 – Gli eremiti che abitavano queste celle erano senz’altro in comunicazione tra di loro, dal momento che alcuni di questi eremitaggi erano dedicati alla vita comunitaria (di culto e di abitazione) e al lavoro collettivo (un eremo è stato persino adibito a mulino). Inoltre i vari eremi sono collegati da una rete viaria di sentieri e scalinate, nonché da una vera e propria “rete idrica” di canali scavati nella roccia per convogliare le acque in cisterne, terrazzamenti e singole celle.
8 – Non sappiamo con esattezza, al livello attuale degli studi, in quale periodo gli eremi fossero abitati. Possiamo supporre che lo fossero già dai primi insediamenti dauni nella regione, e affermare che furono abbandonati non prima dell’era moderna, considerati alcuni affreschi che adornano alcune celle, ancora oggi visibili. Questi eremi, proprio perché meno visibili, sono il cuore più intimo di Pulsano, e il silenzio e il mistero che li avvolgono fanno da contrappunto alla trasbordante ricchezza di vicende storiche che ha caratterizzato la vicina abbazia.
9 – Sicuramente fino al XIV-XV secolo, molti pellegrini che venivano a rendere omaggio alla grotta di San Michele a Monte Sant’Angelo, decisero di rinunciare alla vita secolare e scelsero di ritirarsi a vivere su questi monti. E molti di loro scelsero volutamente zone scoscese ed impervie, per cui dovevano scalare rocce o calarsi con corde per raggiungere i luoghi isolati un cui avevano preso dimora.
10 – Oggi, tra i romitaggi più diruti e quelli meglio conservati, se ne contano circa 24 disposti a più livelli tra le rocce scoscese dei valloni di Pulsano. Mappa presa da: http://www.abbaziadipulsano.org/wp-content/uploads/2016/10/mappa-eremo-pulsano.pdf
11 – All’EREMO DI SAN NICOLA (distanza dall’abbazia: 15 minuti), ubicato nel vallone immediatamente sottostante la Chiesa abbaziale, sul fianco della valle di Monteleone e Matino, vi si accede attraverso una lunga e scenografica scalinata scavata nella roccia, che dal limitare di uno strapiombo si snoda fino alle vicinanze dell’ingresso dell’eremo.
12 – II complesso, cui si accede attraverso due ingressi scavati nella roccia, è costituito da parti ricavate nella roccia e altre strutture edificate in muratura, precedute da uno spazio aperto che ospita cisterne, vasche e canalette, atte alla raccolta delle acque meteoriche.
13 – L’ingresso principale è abbellito da una bella lunetta con ghiera ad arco, contenente un riquadro.
14 – La planimetria dell’eremo risulta articolata in cinque ambienti; quattro vani sono intercomunicanti mentre uno è collocato in posizione leggermente distaccata.
Foto da : http://www.abbaziadipulsano.org/abbazia-notizie-storiche/eremi/
Foto da : http://www.abbaziadipulsano.org/abbazia-notizie-storiche/eremi/
Foto da : http://www.abbaziadipulsano.org/abbazia-notizie-storiche/eremi/
Leave a reply