Ci sono monumenti enigmatici che sfuggono ad una completa ricostruzione storica e che tanto avrebbero da raccontare, uno di questi è senz’altro la Grotta dell’Annunziata a Erchie, una grotta, una cripta, un santuario pagano e poi cristiano, che attende ancora, dopo le scorrerie che ha subito, una completa riabilitazione.
Cosimo De Giorgi passò anche da qui, fra le amene campagne del delizioso borgo di Erchie, ma già ai suoi tempi, come lui stesso ci ha lasciato nei suoi “Bozzetti di Viaggio”, gli affreschi che decoravano le pareti di questa grande cavità sotterranea erano già difficilmente leggibili.
Visto da fuori, l’ingresso all’ipogeo è sormontato da una costruzione a grandi blocchi megalitici, identici a quelli utilizzati dai Messapi. Quello che resta oggi però è assai diverso da ciò che era in origine.
Infatti, possiamo fare il confronto con l’immagine sotto, che riproduce l’arco originario che sovrastava l’accesso.
Inoltre, ci raccontano gli anziani del paese, che fino a qualche decennio fa, sui due lati dell’ingresso erano poste le statue che vediamo nella foto successiva, attualmente situate all’ingresso del cimitero cittadino.
Ma ora scendiamo. Una ripida discesa ci trasporta nel ventre della terra…
Come detto, purtroppo, degli affreschi di cui il De Giorgi ci diceva, non è rimasta traccia. E non sono i soli danni arrecati dai vandali a questo sito importantissimo.
Al centro dell’ipogeo, spicca questa costruzione ad arco. Sopra di essa si spalanca un’apertura da cui filtra la luce esterna.
Tutto intorno sono colonne rovinate a terra, cocci e reperti di ogni tipo, distrutti, pietre e conci sparsi alla rinfusa.
Sul lato destro, scendendo dall’ingresso, si apre una cavità, perfettamente circolare, il cui perimetro è accompagnato da un sedile scavato nella roccia.
Dall’interno di questo piccolo vano si può avere un’altra prospettiva della Grotta.
Un’ultima apertura, da cui dilava acqua piovana e pietre, si intravede in fondo.
Un luogo sicuramente utilizzato dai monaci eremiti, da loro affrescato, ma che molto probabilmente fu in origine un santuario messapico. Gli anziani del paese ci raccontano che ancora fino alla fine degli anni 50 del secolo scorso tutta la cittadinanza faceva una processione, lunga un chilometro, dal centro di Erchie fino a qui, il giorno dell’equinozio di Primavera, il 21 marzo. Antichi culti pagani, trasformati poi in riti cristiani dedicati alla Madonna? Forse il dubbio resterà, ma questo incredibile e fascinoso sito merita l’interesse e lo scavo archeologico degli studiosi.
(che ringrazia la proprietaria del terreno, la signora Acierno, per la gentilezza accordatami nell’accompagnarmi in questa passeggiata)
© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e del dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a questa pagina). Tutto ciò che compare sul sito, soprattutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene di voler cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it
BELLEZZE DA VALORIZZARE!