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Guida al Salento Ebraico

“Guida al Salento Ebraico”, di Fabrizio Ghio e Fabrizio Lelli (Capone Editore) non è un semplice libro, ma come accade coi testi generosi ed esaustivi un vero e proprio viaggio, alla scoperta del mondo preso in esame, in questo caso il Salento Ebraico, un mondo perduto eppure ancora oggi così vivo e ricco di storia.

Così recita la prima pagina. “Immaginiamo un viaggiatore medievale in Puglia. Un pellegrino ansioso di imbarcarsi per la Terra Santa o un mercante in affari con l’Oriente. Un ebreo o un cristiano. Certamente cercherà ospitalità in uno dei numerosi porti e ancor prima nelle città lungo la via Appia, sul tracciato di quella strada che ancora a tanti secoli di distanza dalla sua creazione in età romana restava il principale asse viario tra Europa e Oriente mediterraneo.

Troverà accoglienza presso fratelli di fede, ammirerà i luoghi della sua tradizione e condividerà le proprie usanze coi locali, scambiando esperienze che rimarranno per sempre nella sua memoria. Al suo rientro metterà per scritto ricordi che consentiranno ad altri pellegrini o mercanti di seguire il suo stesso percorso, approfittando delle sue conoscenze. Alla fine del XII secolo, Binyamin da Tudela, dalla sua terra natale nella penisola Iberica, si spinse in oriente e descrisse il suo lunghissimo viaggio in un libro destinato a restare una guida insuperabile per gli ebrei medievali. Binyamin dedica spazio alla Puglia e descrive sinteticamente ciò che ha osservato:

A due giorni (di viaggio da Benevento) si trova Melfi, in Terra di Puglia, cioè terra di Pul, ove vivono circa duecento ebrei con a capo rabbi Ahima’àtz, rabbi Natàn e rabbi Yitzhàk. Da Melfi in un giorno di cammino si giunge ad Ascoli: vi risiedono una quarantina di ebrei. In altri due giorni di cammino si arriva a Trani, situata sulla riva del mare. In virtù dell’agio del suo porto, Trani è luogo di congregazione di tutti i pellegrini diretti a Gerusalemme. E’ una città grande e bella, abitata da circa 200 ebrei. S un giorno di cammino c’è Nicola da Bari, la grande città distrutta dal re Guglielmo di Sicilia. Il luogo ora è in rovina e non vi risiedono nè ebrei nè cristiani. Da qui occorre un giorno e mezzo per giungere a Taranto, che fa parte del Regno di Calabria. E’ una grande città, abitata da greci e da circa 300 ebrei. Un giorno di cammino separa Taranto da Brindisi, situata sulla riva del mare, la città accoglie una decina di tintori ebrei. In altri due giorni si giunge a Otranto, sulla riva del mare greco. Vi risiedono circa 500 ebrei”.

Oggi, a distanza di tanti secoli, si può ancora fare un viaggio in quel mondo lontano, anche grazie a questo libro…

…che ripercorre, attraverso testi e fonti storiche, tracce architettoniche e sinagoghe superstiti, luoghi intrisi di memoria in tutto il Salento, tutta questa lunga storia che fa parte di noi. Tutto ruota attorno a Palazzo Personè (Lecce, proprio accanto alla sontuosa chiesa di Santa Croce), dove oggi è il Museo Ebraico (che abbiamo già visitato un altra volta, vedi QUI), situato sul luogo dell’antica sinagoga leccese, un luogo che invito tutti a vedere dal vivo. E’ il punto di partenza da cui iniziare il viaggio nel Salento ebraico e che certo vi lascerà piacevolmente coinvolti!

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