La mia ricerca dei giganti di pietre a secco in Terra d’Otranto mi ha portato in territorio di Acquarica del Capo, dove avevo in mente di localizzare e documentare quella che, già dalle immagini di Google Earth, sembra essere una delle più grandi costruzioni rurali del territorio. Così, appena fuori il paese, in direzione nord-est, seguo una strada di campagna che sale in collina.
Il paesaggio è quasi incontaminato, solitario, e ricco di “pagghiare” di varie forme e dimensioni, per la notevole presenza della materia prima necessaria: la pietra!
In un primo momento, il tentativo di localizzazione mi aveva portato qui…
…ma anche se si tratta di una costruzione di notevoli dimensioni, non si tratta del mio obiettivo!
Certo, però… a pensarci, questa è una zona particolarmente ricca di questi monumenti.
Nella ricerca mi imbatto anche in quest’altro esempio…
…che sebbene sia di dimensioni molto più ridotte, presenta una peculiarità molto rara: al suo interno c’è un pozzo!
Non riesco a capire se sia collegato alla falda o più semplicemente una cisterna, nella quale confluisce l’acqua piovana dal tetto… ma rimane una “pagghiara” molto interessante…
…il suo costruttore l’aveva dotata anche di un camino. Evidentemente era usata pure nel periodo invernale. Peccato per l’abbandono in cui versa!
Finalmente, dalla macchia, avvisto il mio gigante! Però vi posso assicurare che l’intrico dei rovi e la macchia che lo circonda è veramente difficile da superare…
…per avvicinarlo, l’ho raggiunto dal lato posteriore. E così scopro che alle sue spalle c’è un’altra grande costruzione che lo accompagna!
Mi avvicino dunque a quest’ultima, facendomi largo veramente a fatica tra la macchia…
Vederle da vicino è sempre una meraviglia…
…osservando la perfezione della volta, tenuta assieme senza alcun legame, sempre mi prende la suggestione, per la perizia tecnica che avevano raggiunto gli anonimi contadini-architetti!
Mi incammino verso l’obbiettivo finale… fra una lotta contro i rovi che raggiunge il culmine! Praticamente, perso nella vegetazione, non lo vedevo più… e ci ho messo un bel pò per localizzarlo… ci sono arrivato praticamente addosso alla sua parete, e mi ci sono arrampicato, perché non c’era modo di costeggiarlo!
Salendo su di esso, cercavo di capire dove fosse l’ingresso…
…intanto sono arrivato in cima, fotografando la sua enorme volta, oltre i dieci metri di altezza, e ammirando un vasto panorama.
Le due finestrelle che lo arieggiano sono perfettamente una di fronte all’altra…
Individuato il suo accesso, questa è l’unica foto di insieme che ho potuto fare: la vegetazione circostante lo stringe in una morsa spietata.
Lo spessore della muraglia che fa da base supera i cinque metri!
Peccato non avere un obiettivo fotografico grandangolare, per poter rendere in una fotografia l’ampiezza di questa camera: sei metri di diametro!
Alzando gli occhi verso la chiave di volta ci resto stupefatto! Una perfezione strepitosa, una Santa Croce barocca di campagna! I due finestrini fanno un bellissimo gioco di luce… credo che nulla sia stato fatto a caso qui dentro…
Sulla destra si apre un grande vano…
…ed entrandoci, riesco ad allargare la visuale di un pò!
Vi consiglio di osservare questo breve filmato, per rendersi conto meglio delle dimensioni di questo gigante. L’ho accostato a quello di Acaya, perché credo siano gli esempi più grandi di tutta la Terra d’Otranto. Espressione del genio e della fatica di quei contadini che hanno in silenzio da secoli forgiato la vita e le genti di questa terra.
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Bel servizio Alessandro.
Su quelle serre sono presenti altre pajare, un’altra in particolare è molto grande, anche se non raggiunge quelle dimensioni gli si avvicina. Poi vorrei segnalarti anche una bellissima zona verso Avetrana, se vuoi un giorno potremmo andarci insieme.