Lecce dei tesori nascosti ha molto da far vedere al visitatore che non si accontenta del suo centro storico, scrigni d’arte e di storia, come il Chiostro dei Domenicani, sito lungo la via per San Pietro in Lama. Il complesso, noto più precisamente come Convento di San Domenico fuori le Mura, è oggi una struttura privata, sottratta all’abbandono dalla Fondazione Memmo, e rinata a nuova vita come contenitore culturale e di eventi.
I Domenicani arrivarono nel Salento durante il 1200 e la loro presenza si farà sempre più importante nei secoli a venire. Ai primi del 1400 venne fondato il convento dei frati Predicatori di San Domenico con bolla papale di Eugenio V, datata al 15 giugno 1442.
L’Ordine dei Domenicani era assai vitale, e la sua forza viene trasmessa dalle costruzioni che i suoi frati hanno innalzato in tutta l’Italia meridionale.
Nel 1294, con bolla papale, fu istituita nel Meridione la Provincia Regni: la prima provincia domenicana nata per autorità pontificia. Uno dei conventi più importanti fu proprio quello di Lecce.
La sua importanza è testimoniata anche da un episodio notevole, che coinvolse la contessa di Lecce, Maria d’Enghien. I frati domenicani che erano stanziati a Porta Rudiae (del cui convento vedemmo già alcune immagini), erano in rotta con quelli del convento fuori le mura, e Maria d’Enghien volle porre fine alla loro disputa ideologica invitandoli proprio nella cripta della cappella della SS. Annunziata, posta appunto fuori città…
Questa cripta era famosa, e da tutti ritenuta un luogo dove accadevano miracoli…
Si conservano ancora moltissimi affreschi originali…
A proposito di eventi prodigiosi, la leggenda narra di una palla di cannone in pietra, che sfondò il tetto della cripta e attraversò tutto l’ambiente, fermandosi ai piedi dell’altare, senza arrecare altri danni…
Per questo la cripta divenne già all’epoca luogo di pellegrinaggi per genti che partivano anche da lontano, per giungere qui…
Il convento fu edificato nei pressi di una piccola cappella preesistente, qualche centinaio di metri fuori le mura cittadine…
La chiesa era ad aula unica e copertura a tetto ligneo.
A onor di cronaca, Maria d’Enghien pose fine alla disputa, riportando la pace all’interno dell’Ordine leccese.
Nella penombra di questa cripta, tutto ci riporta indietro nei secoli, a quei tempi…
Il chiostro ha conservato intatta tutta la sua bellezza e maestosità. Di impianto quadrato, è caratterizzato da dieci arcate per ogni lato, colonne e capitelli dorici di rara bellezza.
Sotto le arcate si conservano alcuni affreschi superstiti…
Ovviamente raccontano molte scene che riguardano i santi e l’Ordine Domenicano.
I capitelli sovrastanti le colonne conservano alcuni temi che non sembrano messi lì per caso…
…come se anche essi avessero una storia da raccontare…
La struttura conserva molti ambienti che sono rimasti intatti…
…e che, a dir la verità, regalano un fascino davvero particolare agli eventi che qui si animano…
Anche l’ingresso, qui sopra, è rimasto praticamente intatto, solo l’epigrafe sull’arco si legge male…
Altri scorci, nascosti…
Un luogo carico di storia, che ad esplorarlo a puntino rivela ancora particolari architettonici originali, che ci riportano proprio al 1400…
…un luogo che, come dicevamo, è vivo ancora oggi. Per altre informazioni è attivo l’apposito sito internet.
© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e del dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a questa pagina). Tutto ciò che compare sul sito, soprattutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene di voler cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it
Leave a reply