La Brindisi nascosta, che spesso i turisti non riescono ad ammirare, si trova fra gli altri luoghi anche nel chiostro della chiesa di San Benedetto. Una struttura importantissima, probabilmente più antica dell’anno Mille, un sito ovviamente già utilizzato, come vedremo, dai Romani.
Il chiostro è posto all’interno del complesso delle Benedettine di Santa Maria Veterana, luogo che in epoca normanna rifulse di splendore. Il silenzio che si respira in questo poetico scorcio medievale sembra quasi riportare il ritmo biologico del visitatore ad un altro mondo, più sano, dove la caotica città che si snoda attorno, con tutti i suoi rumori, sembra quasi scomparire.
Tutto il portico regge quasi incredibilmente sopra queste colonnine, che danno all’ambiente una sensazione di leggerezza!
I capitelli delle sottili colonne rappresentano un campionario di bestiario medievale.
Una parete del chiostro conserva ancora qualche affresco, del perduto ciclo che abbelliva tutta la struttura in origine.
Lungo due bracci del chiostro si possono ancora oggi notare i resti dei precedenti edifici della città romana.
Passeggiare lungo i vialetti laterali riporta veramente indietro nel tempo, la spiritualità è ancora intrisa in queste pietre, così come doveva essere mille anni fa.
Nella foto sopra siamo davanti ad un capitello, che pare conservare dei personaggi, disegnati a carboncino (una tecnica che ritroviamo anche in altre chiese del Salento, tipo la Madonna dell’Alto a Felline): a sinistra parrebbe un frate, a destra una figura di donna.
Qui siamo entrati nell’attigua chiesa, che è stata di molto risistemata nel corso dei secoli…
…del suo periodo originario si conservano pochissimi resti di affresco, in una nicchia e sulla parete destra.
Fra il chiostro e le chiesa c’è un piccolo ambiente, destinato a museo diocesano, che custodisce qualche reperto sulla storia della comunità. Sopra vediamo una pregevole statua policroma, recentemente attribuita al grande Stefano da Putignano. Venerata particolarmente dalle donne in fase post-partum che temevano la perdita del latte, pare curiosamente riprendere (per lo meno dai piedi fino alle spalle) la statua romana di Clodia Anthianilla, scoperta nel 1909 e custodita nel Museo Archeologico di Brindisi.
Lasciando questo storico monumento non si può non volgere lo sguardo verso il portale esterno, tempestato di sculture e lotte mitologiche. Ed il suo campanile romanico, che si volge verso un cielo terso, che continua ad illuminarlo, incurante dei millenni.
© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e del dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a questa pagina). Tutto ciò che compare sul sito, soprattutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene di voler cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it
Leave a reply