Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Il cisternone di masseria San Lorenzo

Il cisternone di masseria San Lorenzo

L’antica Masseria San Lorenzo, situata a 3 km da Lecce lungo la strada che porta a Frigole, custodisce un singolare monumento, conosciuto da ben pochi, che ci riporta all’epoca Romana del Salento.

Si tratta di un grande serbatoio d’acqua, dalle misure di dieci metri per larghezza, lunghezza ed anche in altezza, nel suo punto più alto. Le pareti, di fronte e dal lato da cui scende il visitatore, sono piane e verticali, mentre quelle degli altri due lati, si incurvano verso il mezzo. Questa forma ricorda altre grandi cisterne della città di Lecce, come quella del convento degli Agostiniani, o degli Olivetani. Ma anche quella del palazzo baronale Esperti saraceno, di Strudà. Tutte, opere che servivano per la raccolta delle acque. Nel caso di questo cisternone, detiene molta importanza lo strato di intonaco, spesso 5 cm, fatto di pozzolana, cocciopesto e calce. Ha tutte le caratteristiche di quelli delle grandi vasche e dei grossi serbatoi d’acqua di epoca romana. A parte la somiglianza dell’impasto, delle materie di cui è composto, della sua durezza e dell’impermeabilità, è perfettamente eguale al rivestimento delle vasche limarie di Brindisi, grandi serbatoi che ricevevano le acque portate da una condotta sotterranea, dal lontano Pozzo di Vito, per la decantazione e la purificazione prima d’essere avviate alle fontane pubbliche ed all’uso. Per cui con certezza, si può affermare si tratti di un monumento di età romana. Doveva essere capace di un milione di litri d’acqua, una quantità superiore a qualunque bisogno privato. Il suo utilizzo doveva perciò essere pubblico, confermato anche dall’ingente lavoro occorso per lo scavo nella roccia viva, e per rendere perfettamente stagne le pareti. La distanza però da Lecce ci impedisce di credere che fosse di utilizzo per quei cittadini. E’ certo allora che le acque del cisternone abbiano soddisfatto le più limitate esigenze di una pur rilevante massa di persone. La costa adriatica del Salento fu spesso in epoca Romana luogo di acquartieramento di eserciti che si preparavano e salpavano verso l’oriente. Brindisi era il porto principale, ma è innegabile, che diverse truppe dovettero formarsi sulla costa anche a qualche distanza dal porto di partenza. L’opinione dello studioso Gabriele Marzano, pubblicata nella rivista La Zagaglia, è che sia stato costruito tra il secondo e terzo secolo d.C. per i bisogni di truppe che soggiornarono in questi luoghi, più o meno tempo, prima dell’imbarco. In fondo alla parete di destra, all’altezza del pavimento, si trova una larga porta ad arco, che lascia spazio ad un’altra ipotesi, e cioè che i costruttori di questo serbatoio, prospettarono l’eventualità di un ampliamento con altro serbatoio da costruirci accanto, da collegare appunto tramite questa porta. Le ignote vicende che seguirono alla sua costruzione avrebbero impedito il completamento dell’opera, che, concepita in due o più serbatoi affiancati ed in comunicazione, scavati tutti nella viva roccia, avrebbero assicurato un’imponente massa idrica. Con la fine dell’Impero Romano tutto questo mondo antico si perse nella memoria delle genti, e con esso la sua funzione originaria. La parete di fronte all’accesso mostra delle nicchie scavate di certo successivamente. Servivano ad allocare le urne con le ceneri dei morti, anche questa una pratica dei Romani, che qui in Salento si riscontra in diversi luoghi. Il cisternone forse fu utilizzato anche come neviera, finché anche questo utilizzo cessò in epoca moderna. Oggi, i proprietari della masseria tutelano questo luogo e ne tramandano la sua grande importanza storica.

ALESSANDRO ROMANO (chi sono)

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