Per gli amanti dell’archeologia, della storia e dei musei, una visita è assolutamente necessaria in uno dei luoghi più affascinanti che esistano in tutto il Salento: il Museo di Civiltà preclassiche della Murgia meridionale, a Ostuni. Un viaggio emozionante, che fra migliaia di reperti, decine e decine di teche espositive ed una stupenda ricostruzione di un pezzo della nostra Preistoria, non mancherà di strabiliare chiunque.Una passeggiata fra i reperti esposti che, contrariamente al nome stesso del Museo, non sono soltanto del citato momento storico ma anche del periodo medievale di questa stupenda città, rischia di fare indugiare oltre ogni ora prevista per la visita!
Aperto al pubblico nel 1989, il Museo, come detto, si trova nella città panoramica per eccellenza…
…all’interno di un contenitore eccezionale, per storia e bellezza, la chiesa di San Vito e l’ex convento delle Carmelitane di Clausura, esso stesso un ulteriore “museo” d’arte, fra gli altari e le opere d’arte conservate…
Le collezioni del Museo riguardano sopratutto l’età preistorica e quella messapica, e non soltanto di Ostuni ma di tutta l’area murgiana.
Sopra, reperti provenienti dalla Grotta Santo Magno, praticamente frequentata in ogni epoca, ha restituito manufatti che vanno dal Neolitico fino al XIV secolo…
Qui sopra invece una vetrina con reperti che partono dal 1500…
Torre medievale, ceramiche da dispensa, XII secolo…
Vetrina messapica, con la classica trozzella…
I reperti sopra provengono dal Santuario messapico di Santa Maria di Agnano, V-IV secolo a.C.
Vari frammenti di busti femminili…
Sopra, si cominciano a vedere i tanti utensili preistorici custoditi nel Museo, che vanta la presenza di importanti sepolture, con gli scheletri rimasti ancora intatti.
Il più importante di questi scheletri è quello di una giovane donna di circa vent’anni, (nota come “Ostuni 1”), morta con il suo bimbo ancora nel grembo e sepolta con una corona di conchiglie dipinte in ocra rossa. Non sappiamo il perché di questo rituale, né cosa rappresentasse questa ragazza per la sua tribù. Sono i primi consanguinei della Preistoria che si conoscano, risalgono a 25000 anni fa…
Si tratta di un’incredibile scoperta del prof. Donato Coppola, docente di Paletnologia all’Universita di Tor Vergata e oggi all’Università di Bari. L’emozione più grande il Museo la regala proprio con la bellissima ricostruzione di questa donna e della sua grotta: un vero viaggio indietro nel tempo, per il visitatore!
E’ esattamente come è stata ritrovata: con la mano sul grembo, a come a proteggere quel bambino mai nato…
Una visita in queste sale, e si lascia il cuore con affetto! Fino alla prossima passeggiata da queste parti!
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