Il Museo di Storia Naturale del Salento, con i suoi oltre 2.000 metri quadrati di area espositiva, Vivarium e Parco faunistico è il più grande del Sud Italia. Offre un variegato spaccato espositivo pluridisciplinare, che accompagna il visitatore fra Astronomia, Mineralogia, Paleontologia, Geologia, Entomologia, Malacologia, Tassidermia, Embriologia, Teratologia, Botanica, Paleoantropologia.
Siamo a Calimera. Ospita l’Osservatorio faunistico della Provincia di Lecce con tre centri per la cura della fauna selvatica, esotica e tartarughe marine. Le sue principali linee di ricerca sono volte allo studio della conservazione della natura, sistematica e biogeografia di Insetti, Anfibi, Rettili e Uccelli. Compie regolari spedizioni scientifiche per lo studio della fauna, soprattutto in Africa. Ha sottoscritto numerose convenzioni con Università e organismi nazionali e internazionali per la ricerca scientifica. Tra queste spiccano accordi con il Gabon, Kenia, Uganda in Africa e Costa Rica in Sud America. Si radica fortemente sul territorio con attività di ricerca, di divulgazione scientifica e attività didattiche.
Per tutto questo, una visita in questo Museo non può che lasciare il viaggiatore incantato! Io ci sono tornato molte volte nell’arco di diversi anni, e posso dire di averne sempre apprezzato aspetti nuovi, e nuovi scenari espositivi o ambienti ricreati. Questo sito web è nato principalmente per offrire immagini, colori e sensazioni visive, e così farà anche questa volta, in questa visita virtuale.
Ora attraversiamo le sale dove si ripercorrono gli aspetti geologici, il panorama della pietra e dei fossili, non solo del Salento. E quindi si spalancano davanti a noi esemplari di rudiste, un ordine estinto di molluschi Bivalvi dalla conchiglia spessa. Appaiono nel Giurassico superiore, hanno il loro apogeo nel Cretaceo e si estinguono alla fine di questo periodo nell’oceano Tetide.
Questi calchi di gasteropodi provengono da Vitigliano, un territorio ed un museo che abbiamo visto in un altro reportage (vedi) che fa da degno accompagnatore a questo viaggio.
Ecco gli spettacolari denti di squalo gigante, spesso utilizzati dagli uomini preistorici salentini: ne fotografai qualcuno anche presso una grotta in agro di Frigole (vedi).
Tra i fossili, anche alcune costole dei grandi cetacei preistorici.
Sempre provenienti da Vitigliano, alcuni coralli… a testimonianza del fatto di come milioni di anni fa, qui il mare fosse tropicale!
La collezione, come si diceva, mostra anche reperti che provengono dal resto del mondo.
Non poteva mancare una carrellata della storia dell’uomo, partendo dai crani dei più antichi ominidi per giungere fino al sapiens.
Qui sopra, un altro esempio di resti di grandi animali marini…
…ed ora comincia il viaggio fra le meraviglie della pietra, nelle sue varie forme e consistenza.
La geologia è la scienza che studia la struttura, l’evoluzione e la dinamica della Terra attraverso l’analisi dei fossili, delle successioni sedimentarie, della dinamica interna e delle forme della superficie terrestre, dei minerali, delle caratteristiche fisiche del sottosuolo e dell’idrosfera, dei vulcani e delle risorse minerarie applicate a fini ambientali, geotecnici, archeologici, didattici, ecc.
All’interno del Museo c’è un’interessante Laboratorio di Geologia che ricorda la figura di Bruno Margiotta (1941-2011), un geologo che ha contribuito in modo significativo allo studio e alla divulgazione delle Scienze della Terra in ambito salentino. In anni pionieristici egli ritenne indispensabile collaborare con vari Enti di Ricerca e con altre professioni tecniche al fine di garantire agli studi un costante aggiornamento.
Predilesse l’approccio multidisciplinare (come il suo celebre predecessore Cosimo De Giorgi) e il lavoro in equipe, grazie ai quali sviluppare importanti progetti di ingegneria in tutta Europa. Studiò i meccanismi di alimentazione e deflusso delle acque sotterranee salentine nell’ottica del virtuoso utilizzo della risorsa idrica.
Convinto ambientalista, promosse lo sviluppo sostenibile del territorio pianificando la fruizione consapevole di aree naturalistiche come le Cesine o il Rauccio.
Si approcciò alla Geotecnica con passione, eseguì ed interpretò prove in sito e in laboratorio per comprendere gli aspetti fisici e meccanici dei terreni di fondazione.
Parte dei macchinari che egli usò sono esposti in questa sala del Museo.
Uscendo per un attimo dal Museo, ed entrando nel bosco di querce, possiamo riscoprire con meraviglia l’antico mestiere dei “carbonari”, un’attività che ha segnato per secoli la vita della cittadina di Calimera, circondata dalle querce che nel resto del Salento andarono perdute già a partire del Medioevo, per far spazio alla coltivazione dell’olivo. Quando anche Calimera cominciò a perdere i suoi boschi, questi uomini emigravano altrove…
…e si accampavano in questa capanna nota come “ambrakkio”, che diventava il loro spartano giaciglio.
Un piccolo mondo antico, recuperato grazie a questa opera di memoria! Ora invece visitiamo la nuova creazione di questo meraviglioso Museo: si chiama Mesocosmo… è la foresta pluviale, ricreata all’interno di un enorme capannone che permette alle piante equatoriali di poter sopravvivere, con il giusto clima da loro richiesto.
E’ qui, che il visitatore può camminare attraverso i voli di enormi farfalle…
…circondato da una vegetazione dai colori caldissimi, ed un’umidità molto elevata.
Un’esperienza assolutamente da provare!
All’interno di questo ambiente, non solo le farfalle ma anche vari tipi di uccelli volano liberamente di albero in albero, di cespuglio e anfratto.
All’interno del Museo, invece, una lunga serie di sale espositive custodiscono acquari e vasche che contengono pesci e rettili di ogni specie, provenienti da ogni angolo del mondo!
Il fascino esotico, dunque, qui sembra non finire mai!
Ambienti desertici sono stati fedelmente ricostruiti, alimentati h24 dalla corrente elettrica, che permettono così agli animali di vivere nel loro ambiente naturale…
Ogni vasca, ogni acquario, ha i suoi pannelli informativi meticolosamente offerti alla curiosità del visitatore.
Nel settore esterno al Museo, all’interno del bosco, una serie di grandi gabbie ospitano confortevolmente altri ospiti della natura selvaggia che non mancano di affascinare grandi e piccinni…
…sopratutto perchè mostrano creature che non si riesce mai a cogliere allo stato brado, nei boschi.
Ciò che avete visto qui è poco! Consiglio a tutti una visita in questo fantastico luogo della memoria della nostra terra e della nostra storia. I nostri figli ringrazieranno! Per gli interessati, consultate il sito web del Museo.
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