Il parco naturale dei Mulini, area naturale protetta situata a Bagno Vignoni, nel comune di San Quirico d’Orcia, è uno dei luoghi più interessanti del circondario di Siena.
Il borgo è un piccolo scrigno di tesori, raccolto attorno alla Chiesa di San Giovanni Battista e dal nucleo delle costruzioni, alcune risalenti all’XI° secolo d.C.
Qui sopra vediamo invece la Collegiata dei santi Quirico e Giulitta, ad un tiro di schioppo da qui, a San Quirico D’Orcia.
Tutto l’abitato circonda la vasca termale costituente la piazza principale: qui, sgorga una sorgente termale di acqua calda alla temperatura di ben 52°. Dalla vasca/piazza, oltrepassando un porticato ci si poteva immergere direttamente, le acque termali raggiungevano la zona delle terme, conosciute fin dagli antichi romani, per arrivare poi ad alimentare dei mulini prima di confluire nelle acque del fiume Orcia, dopo aver disceso tutto il dorso della collina, creando delle vasche nelle quali, ancora oggi, grande è l’afflusso di turisti.
Bagno Vignoni ha ospitato nei secoli personaggi illustri quali Santa Caterina da Siena, Lorenzo il Magnifico, Papa Pio II°. La vicinanza con il percorso della Via Francigena rese noto il borgo e le sue acque termali fin dal Medioevo, tanto che l’afflusso alle terme venne addirittura regolato da due editti della Costituzione della città di Siena, nei quali si prescriveva la separazione dei bagni degli uomini da quelli delle donne e le tariffe da applicare per le camere destinate ai fruitori delle terme.
Inoltre, nel 1599, venne stabilito l’obbligo “perpetuo” di mantenere nel paese una panetteria, una macelleria, un’osteria ed il personale necessario per l’attività delle terme. I mulini, in funzione fino a dopo la Seconda Guerra Mondiale, sono ben quattro, scavati nella roccia, e di questi due sono completamente sotterranei, mentre gli altri due sono parzialmente alla luce del sole.
Scavate nella pietra sono anche le due vasche di accumulo ed i condotti che vi portavano l’acqua dalla fonte termale. Si pensa che il tutto possa risalire al XII° secolo, quando, per sfruttare al massimo la risorsa della sorgente, vennero costruite le due grandi vasche di accumulo e la struttura delle terme.
Le opere di restauro della struttura dei mulini, effettuate nella seconda metà del ‘900, hanno riportato alla luce le vasche di accumulo ed i canali, ricoperti ed ostruiti, nel corso degli anni, da terra e sedimenti. Alcuni canali minori ramificavano il flusso principale appunto per alimentare sia le quattro vasche termali che i due grandi bacini.
Il primo mulino si trova appena sotto le gore ed era direttamente alimentato attraverso un condotto conico che partiva dalla vasca inferiore ed era interamente scavato nella roccia; il Mulino di Sopra, così come gli altri, era strutturato su due piani: in quello inferiore erano allocate le pale, mosse dalla corrente, e nell’altro (quello superiore) le macine, disposte orizzontalmente. Allo stesso modo venivano alimentati i rimanenti mulini, fino ad arrivare alle sponde dell’Orcia.
Dopo il secondo mulino le acque venivano raccolte in un bacino artificiale, ora usato dai turisti per un piacevole bagno tiepido all’aperto: la sua caratteristica principale, ora, è di rendere le acque di un affascinante celeste, tendente al verde acqua, in quanto la collina è interamente costituita da bianchissimo travertino.
Ai piedi della collina si può notare il terzo mulino, parzialmente all’aperto, mentre il quarto è praticamente lungo le sponde del fiume Orcia ed i suoi resti sono difficilmente individuabili. Inutile dire quanto tutta questa struttura (munita addirittura di mura di cinta, ora pressocchè scomparse) fosse importante per l’intera zona, vocata all’agricoltura, visto che in estate gli altri mulini della zona dovevano sospendere la loro opera a causa della siccità dei corsi d’acqua: a Bagno Vignoni, invece, la fonte termale garantiva la molitura dei cereali 365 giorni l’anno, anche se si doveva lavorare in locali quasi completamente sotterranei e caratterizzati dall’altissima umidità. Proprio per l’importanza del luogo la struttura venne dotata di una torre di difesa, nei pressi dei bacini di accumulo, crollata attorno al 1820.
Dalla foto qui sopra si può notare, dall’alto, come si forma la cascata che va ad alimentare le vasche sottostanti la rupe, dove si trovano man mano anche i 4 mulini…
…da questa prospettiva invece, dal basso, si vede appena la sorgente, la piccola la cascata di acqua situata proprio sulla sommità.
Le antiche cisterne per l’acqua termale…
La tecnica molitoria, comune a tutta l’Europa meridionale, è quella del mulino a ruota orizzontale: una tecnologia relativamente semplice, con le ruote motrici collegate direttamente alle macine tramite un albero verticale e azionate da un getto di acqua ad alta pressione generato da una vasca di accumulo posta ad un livello superiore.
C’è la grande Storia e la vita di tutti i giorni, la natura e l’ingegno umano, in questo incantevole scorcio di Toscana…
…per cui ringrazio la cara amica Stefania Faggioni, che con le sue foto mi ha aiutato a compilare questa piccola pagina dedicata agli amanti della Bellezza (le notizie sono tratte dal sito web del Comune), dedicata come tutto questo piccolo blog ai viaggiatori di terre e di mari che non si arrendono al fluire opaco di questi tristi, ultimi tempi che tutti viviamo.
© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e il dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a questa pagina). Tutto ciò che compare sul sito, sopratutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene far cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it
Il Parco dei Mulini a San Quirico d’Orcia
Leave a reply