di Alberto Signore
In questi ultimi tempi in tanti aderiscono a pretestuosi comitati che chiedono ad una singolare organizzazione delle Nazioni Unite una targa che attesti la storicità o la singolarità di alcune località salentine: Otranto, Manduria, Egnazia, Patù, Brindisi, Grottaglie, Giurdignano, Parabita, Lequile ed altre ancora se ne potrebbero elencare…
Voglio ricordare a loro ed a tutti che il Salento è…
1 – Il massimo livello nella scheggiatura della pietra con gli Uluzziani.
2 – Il massimo livello nella pittura parietale coi Romanelliani.
3 – Il massimo livello di religiosità preistorica coi dolmen.
4 – Il massimo livello grafico nella elaborazione di un alfabeto fra i primi del Mediterraneo.
5 – Il massimo livello ceramico coi Messapi, ed anche nella gioielleria.
6 – Il massimo livello ineguagliabile di socialità democratica, sempre coi Messapi.
7 – Il massimo livello di input letterario dato alla romanità.
8 – Il massimo livello del monachesimo a Casole e Centoporte…
9 – …fino ad arrivare ai nostri giorni.
Concludendo diciamo che la Grande Bellezza è qui nel Salento e non solo geologica e paleontologica ma anche di cortesia e fisicità…
…per tutto questo e tanto ancora di più avvertiamo il fastidio di taluni comitati invitandoli a diffidare degli sconosciuti anche se provvisti di scorte di camarille e caramelle di marca Unesco. Avanti Salento!
di Alberto Signore
Apre la Mezzaluna un suo discorso
noi non abbiamo tempo e siamo troppo rissosi
credo
sulla vecchia via Malennia piano piano
con nostra madre ammattita dal dolore.
C’è troppa pace al Sud
e poi c’è troppo Sud e basta. Anzi no. C’è la gatta Giulia
esasperata
quando anche due figli e un treno e l’orzo e il riso
cinque acini di grano sopra il letto
il numero tre o toccare il pazzo che porta fortuna,
non bastano, e t’invecchiano madre mia.
Sto con te, lo sai, e col tuo vecchio cuore di contadina
ma cerco, e devo cercare madre, continuamente
modi nuovi o parole di sangue. Tu, se vuoi,
pensa pure a linguette di rosso pomodoro
o ai tuoi tramonti di giovane sposa.
(Antonio Verri)
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