L’unico giorno dell’anno in cui si può accedere all’interno del Santuario di San Biagio, fra le colline di Ostuni, è proprio il 3 febbraio, il giorno in cui si festeggia il Santo protettore della gola. Un’esperienza che consiglio anche ai non credenti, agli amanti della natura, della storia e dell’archeologia.
Una passeggiata in queste verdi contrade rigenera il corpo e lo spirito, la Natura verdeggia anche d’inverno, diverse varietà vegetali colmano questi grandi spazi verdi, distanti pochi chilometri dalla città.
Lo stretto sentiero che discende la collina in questo giorno è un via vai di pellegrini e curiosi, ma il resto dell’anno è zona riservata al pascolo degli animali della vicina masseria.
Siamo quasi giunti al limite della scarpata oltre la quale costeggeremo il bordo della collina, a strapiombo su un ripido burrone.
Giunti sul punto panoramico lo spettacolo non è certamente riservato per i “malati d’infinito”! Qui, chi soffre di vertigini o ha paura dei grandi spazi aperti è consigliabile che se ne torni indietro.
Si vede la linea azzurra del Parco delle Dune Costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo.
Ripiegando sulla destra, su un sentiero ancora più stretto e pietroso, ecco che si spalanca alla vista, come nella scena del film di Indiana Jones girato a Petra, il Tempio, addossato al costone roccioso della collina… Lo spiazzo antistante è colmo dei fedeli che entrano per avere dal parroco la benedizione della gola.
Intorno, vari pozzi per la raccolta dell’acqua e fogge per la custodia delle derrate alimentari. Qui i monaci vi abitavano fin dal 1100, come dimostrano in modo certo diversi documenti storici.
Di fronte al Santuario si aprono nella roccia le cellette dove alloggiavano gli eremiti, voltate a botte, semplici ed essenziali.
La facciata del monumento conserva elementi tipicamente medievali, come la bifora posta sopra l’ingresso.
L’interno del Santuario non è molto grande, voltato anch’esso a botte, custodisce la statua del Santo…
…e come vediamo sotto, una parte dell’ambiente è ricavata proprio da una grotta nella collina: una parete la divide dalla chiesa.
Gli altri ambienti proseguono nella roccia, riadattati dagli intraprendenti abitanti, che ne ricavarono caminetto e piccoli alloggiamenti…
…come ad esempio i loculi per inserire le candele per l’illuminazione, ancora oggi utilizzati.
Di fronte al complesso, altre grotte. Tutti gli ambienti erano utilizzati per vari usi.
Sopra, le due enormi rocce sorrette quasi a stento da piccole pietre, sono un miracolo della natura…
Un pellegrinaggio qui, è un viaggio nel cuore dell’umanità e della natura!
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