Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website Il Tempietto di Seppannibale a Fasano

Il Tempietto di Seppannibale a Fasano

Capolavoro della Puglia altomedievale, lungo l’antica strada che da Egnazia portava a Brindisi, sullo sfondo degli incantevoli rilievi delle Murge, si erge il Tempietto di Seppannibale. Conosciuto originariamente come chiesa di San Pietro lo Petraro, pare che l’attuale denominazione derivi dal diminutivo di un membro della famiglia Indelli, proprietaria della contrada negli ultimi due secoli, Giuseppe Annibale.

Rappresenta uno degli esempi più suggestivi di chiesa a cupola, in questo territorio, ed anche un interessante ciclo di affreschi di scuola beneventana.

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Secondo il Simoncini l’edificio è databile all’XI secolo, con influenze del mondo greco, mentre altri studiosi lo collocano già a partire dal IX secolo, per l’influenza bizantina nello stile architettonico. Poi c’è la Bertelli, che invece lo data a partire dall’VIII secolo, basandosi sulla datazione del ciclo pittorico, che rimanda alla pittura beneventana.

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Come detto, si trova all’interno della masseria, proprietà privata, per cui l’accesso deve essere prenotato. Interessante anche il corpo masserizio…

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…sulle due caditoie ci sono iscritte due date: sulla prima caditoia l’anno 1115 con una piccola croce (che poi si riscontra anche nel tempietto), mentre sulla seconda caditoia è inciso l’anno 1649: probabilmente rappresenta la data di fondazione della masseria.

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Intorno la chiesa la zona è stata oggetto di scavo archeologico. Nella zona antistante sono emerse tracce di un abitato tardo antico, la cui fase di vita è compresa tra il IV e l’VII secolo. Le strutture tardoantiche si appoggiavano su muri di età precedenti (molto probabilmente di età romana, per il ritrovamento di monete degli imperatori Vespasiano, Antonino Pio e Commodo)….

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…silos, e molte sepolture, contenenti scheletri e parecchi reperti, sono ancora visibili tutto attorno.

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Le fonti citano due donazioni, negli anni 1086 e 1099, in cui il conte di Conversano, Goffredo, lasciò la chiesa di San Pietro Beterano all’abate Lorenzo di Monopoli.

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Caratteristiche le due cupoline in asse, costruite quasi come le cupole dei trulli di questa zona…

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I resti tuttora visibili degli affreschi, per quanto frammentari, mostrano alcune figure che forse rappresentano i Profeti, e sopratutto scene tratte dal libro dell’Apocalisse.

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Lungo l’arco che sovrasta la zona absidale vi è un’iscrizione scolpita a gruppi di due o tre lettere per concio preceduta da una croce e divisa in due parti dal concio centrale che presenta incise una croce a bracci uguali con disco centrale e un monogramma.

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Caratteristiche dell’iscrizione sono le esecuzioni in nesso della croce iniziale con la H e delle lettere MP, MD e AE la doppia esecuzione della C dovuta probabilmente ad un errore della maestranza il tratto centrale della N eseguito da destra verso sinistra l’allungamento delle T, E ed F la sigla DI che probabilmente va letta come “dei”. L’esecuzione della lettera G che presenta il tratto della gamba allungato da destra verso sinistra è una caratteristica che si ritrova in alcune iscrizioni alto medioevali dei secoli VIII e IX anche in territorio pugliese come nel santuario di Monte Sant’Angelo sul Gargano.

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L’analisi dell’iscrizione e la sua comparazione con altri esemplari presenti in Puglia ha portato gli studiosi ad attribuire a quest’ultima una datazione intorno al 900.

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Il complesso è insieme piccolo e monumentale, il connubio fra archi e volte rapisce gli occhi all’insù…

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…oltre ad angeli e profeti, si intravedono motivi floreali e decorativi…

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…fra cui un caratteristico albero di gelso (così tipico della zona!), nella foto sotto…

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L’edificio risulta essere un unicum nel panorama architettonico altomedievale per le soluzioni adottate, che sicuramente unirono insieme, per una volta NON l’un contro l’altro armati, longobardi e bizantini, proprio qui, in questo lembo orientale d’Italia, in uno scrigno d’arte consegnato alla Storia.

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