Nell’arco della lunga storia medievale del Salento, questa terra vide lo sviluppo di centinaia di villaggi e casali, molti dei quali poi abbandonati, ma che hanno lasciato interessanti tracce storiche, che in qualche caso è stato possibile riportare alla luce, grazie al lavoro dell’Università del Salento. E’ il caso di Apigliano, un insediamento rurale del periodo bizantino-angioino, a 3 km da Martano.
Lo scavo archeologico, condotto ogni estate a partire dal 1997, ha potuto far ricostruire agli studiosi ogni aspetto di questo villaggio, ed anche la realizzazione di un parco archeologico, dotato di bellissimi pannelli illustrativi che conducono il visitatore mano nella mano nella Storia.
Una delle cose che rendono unico questo parco è la ricostruzione dell’antica chiesa di San Nicola (del periodo Svevo-Angioino), che fu eretta direttamente sul banco roccioso affiorante e andò poi in rovina. Lo scavo ha riportato alla luce anche frammenti di intonaco colorato, che lascia immaginare come l’interno fosse affrescato.
La ricostruzione ha tenuto conto delle tecniche edilizie dell’epoca, che ancora si possono riscontrare oggi, ad esempio nell’isola di Corfù (come provato da Ernesto Karydis), in Grecia…
…tecniche che prevedevano l’utilizzo di paglia, impastata nei conci di costruzione.
All’interno della chiesa sono state rinvenute sette tombe. Malgrado le norme conciliari ancora durante il medioevo continuano a ribadire il divieto di seppellire i defunti nelle chiese ad eccezione dei religiosi.
Nell’ubicazione delle sepolture si può leggere una vera e propria gerarchia nell’uso dello spazio religioso. Le tombe infantili occupano la prima fila, cioè quella adiacente all’altare.
Anche la copertura ha tenuto conto dell’aspetto che la chiesa doveva avere originariamente.
Il sito è attestato dalle fonti documentarie a partire dal XIII secolo. Le evidenze archeologiche indicano che in età bizantina, accanto alla macchia mediterranea, uno spazio era destinato alla coltivazione degli olivi, mentre la presenza di pascoli è testimoniata da abbondanti resti di ovicaprini.
Grazie alle ricostruzioni grafiche dello Studio Inklink (Firenze) possiamo “vedere” gli abitanti di questo villaggio accatastare le scorte di cibo nei silos…
…oppure mentre seppelliscono i loro morti.
L’area indagata non consente di stabilire precisamente quanto fosse realmente esteso, il villaggio. Quindi, chissà, sotto terra si nascondono altre tracce nascoste.
I reperti venuti alla luce sono numerosissimi, sopratutto per il villaggio basso medievale…
…constano di attrezzi di vario tipo, fra cui spiccano i vasi per la vita quotidiana.
Molto interessanti le epigrafi greche rinvenute (alcune delle quali riutilizzate come lastre tombali)…
…come questa, che reca la data 828 d.C.
…si tratta di un segnacolo tombale, ritrovato presso la successiva chiesa di Santa Maria (San Lorenzo), che vediamo sotto.
Questa chiesa fu costruita nel 1500, come si deduce dalla iscrizione in greco posta sopra l’ingresso.
I suoi caratteristici contrafforti laterali furono aggiunti successivamente, per problemi statici sopravvenuti.
Fu costruita sopra i resti di una precedente costruzione, che fu deliberatamente abbattuta per far posto alla nuova.
L’interno conserva alcuni affreschi…
…ed il pavimento, che è stato oggetto di scavo anch’esso.
Fuori questa chiesa, altre sepolture restano a testimonianza dell’antico abitato.
Sui muri perimetrali della chiesa restano graffite alcune incisioni…
…dove, oltre le croci, non mancano le classiche navi… testimonianza della grande quantità di gente e pellegrini d’ogni genere che tutta la Terra d’Otranto ha visto passare da sempre lungo le sue strade.
(che ringrazia il prof. Paul Arthur, Marco Leo Imperiale, Brunella Bruno, Marisa Tinelli e tutti i collaboratori della preziosa pubblicazione da cui sono tratte le notizie di questo articolo, “Apigliano, un villaggio bizantino e medievale in Terra d’Otranto”, l’Università del Salento e tutti quanti hanno lavorato e lavorano a questo ed a tanti altri siti-scrigno della storia di questa terra)
© Questo sito web non ha scopo di lucro, non userà mai banner pubblicitari, si basa solo sul mio impegno personale e su alcuni reportage che mi donano gli amici, tutti i costi vivi sono a mio carico (spostamenti fra le città del territorio salentino e italiano, spese di gestione del sito e del dominio). Se lo avete apprezzato e ritenete di potermi dare una mano a produrre sempre nuovi reportage, mi farà piacere se acquisterete i miei romanzi (trovate i titoli a questa pagina). Tutto ciò che compare sul sito, soprattutto le immagini, non può essere usato in altri contesti che non abbiano altro scopo se non quello gratuito di diffusione di storia, arte e cultura. Come dice la Legge Franceschini, le immagini dei Beni Culturali possono essere divulgate, purché il contenitore non abbia fini commerciali. I diritti dei beni ecclesiastici sono delle varie parrocchie, e le foto presenti in questo sito sono sempre state scattate dopo permesso verbale, e in generale sono tutte marchiate col logo di questo sito unicamente per impedire che esse finiscano scaricate (come da me spesso scoperto) e utilizzate su altri siti o riviste a carattere commerciale. Per quanto riguarda le foto scattate in campagne e masserie abbandonate, se qualche proprietario ne riscontra qualcuna che ritiene di voler cancellare da questo blog (laddove non c’erano cartelli o muri che distinguessero terreno pubblico da quello privato, non ce ne siamo accorti) è pregato (come chiunque altro voglia segnalare rettifiche) di contattarci alla mail info@salentoacolory.it
Leave a reply