La Puglia è rinomata per il suo famoso “romanico” che ritroviamo nelle chiese, ma quando questo stile incontra il “gotico” allora il connubio ha generato altri suggestivi esempi di arte in questa terra baciata dal Mediterraneo. A Brindisi, appena fuori la città, la chiesa della Madonna del Casale si erge imponente e solitaria, riportandoci al XIII secolo, in un medioevo ricco di storia e affreschi.
In origine, qui esisteva solo una cappella campestre, che custodiva un’icona mariana legata alla tradizione che vede il passaggio di San Francesco d’Assisi nel Salento, di ritorno dalla Terra Santa, dove qui avrebbe sostato, e pregato.
Questo era un luogo ameno e solitario, dove i vescovi di Brindisi soggiornavano nel periodo estivo…
…poi divenne famoso, per il processo che si intentò contro i Templari (dopo la loro caduta nel 1307): qui infatti si tenne la “cancelleria” del processo contro i cavalieri del Regno di Sicilia.
Nel XVI secolo arrivarono i Frati Minori, che ultimarono la costruzione del convento attiguo. Il complesso fu poi devastato dopo la soppressione degli Ordini religiosi nel periodo napoleonico, in cui fu trasformato in una caserma, e solo dal 1824, tornati i Francescani, si cercò di salvare il salvabile.
Dichiarato Monumento nazionale nel 1875, oggi il visitatore può comunque ammirare una bellissima serie di cicli affrescati. Qui sopra, il mirabile Albero della Croce di splendida fattura…
…una Madonna tra i cavalieri (di cui si conosce il committente, Nicola Della Marra, risalente al 1388)…
…una Madonna col Bambino (commissionata invece da Gaucerio nel 1366)…
Qui siamo invece davanti alla parete destra, entrando nella chiesa, davanti ad una Madonna col Bambino (col committente Leonardo Tocco, siamo nel 1363), e sotto, il bellissimo Cristo in trono.
Le pareti sono state in gran parte affrescate nel XIV secolo, con uno stile bizantineggiante, appena intinto di sfumature gotiche…
…la controfacciata presenta un grandioso Giudizio Universale, firmato da Rinaldo da Taranto, molto suggestivo anche per l’iconografia, che ci riporta ai primi anni del XIV secolo.
Qui sopra vediamo Satana con in braccio i dannati nell’Inferno… una potenza visiva che in Salento abbiamo già visto nella chiesetta di S.Stefano e S.Sofia, a Soleto, ma anche nell’affresco della chiesa di S.Anna, a Specchia Gallone…
…l’Inferno è riproposto infatti quasi con le stesse immagini, come per esempio quella coppia che rimane nel letto, avvicinata da un demone, che alcuni studiosi affiancano ai peccatori che la domenica non si alzavano dal letto per andare a Messa…
…il Paradiso ovviamente riproduce le sue schiere di Angeli e Santi…
Caratteristico per il notevole gusto cromatico, oltre la facciata, è anche l’interno… costruito a croce latina…
…con splendide volte, decorate sontuosamente…
…nella zona absidale è affrescata la vita di Gesù, tratta dai Vangeli…
…l’Ultima Cena…
…tutta la zona in alto, dietro l’altare, era in origine affrescata in ogni metro quadrato… qui sopra compaiono anche altri cavalieri… di cui sembra apparire il giglio Angioino…
…struggente questa Deposizione di Cristo, dove oltre alla Madonna piangente, si osserva anche una Maddalena coi capelli lunghissimi…
Pregevoli anche altri particolari, come i capitelli coi dragoni…
Un’altra splendida Madonna con Bambino…
…la mesta Crocifissione…
…e qui sopra, un altro mirabile affresco, raffigurante l’Annunciazione dell’Angelo, alla Vergine Maria…
Un’altra Crocifissione, in cui notiamo una delle due donne con la mano sul volto, a tradire un gesto di terrore…
Suggestive le arcate policrome che svettano davanti all’abside…
Visibili anche vari scudi e stemmi araldici…
Sulla destra, dopo l’ingresso, si conserva una colonna in marmo pario, sovrastata da una croce, che si riporta generalmente al IX secolo. A questo proposito, riportiamo la teoria del prof Paul Arthur (Università del Salento), secondo la quale i menhir salentini altro non sarebbero che una sorta di “osanna” delle comunità cristiane nel periodo in cui non si costruivano ancora chiese. Questa è una colonna lavorata, ma potrebbe aver assunto questo ruolo, in epoca paleocristiana.
Lasciare questa chiesa, osservando il Giudizio posto sopra l’uscita, ci fa immaginare i pensieri dei fedeli dell’epoca, tormentati dal bene ed il male che affrontavano nella loro vita…
Un’occhiata al chiostro, ovviamente parte integrante dell’antico convento…
…per respirare l’aria secolare di questo luogo ed il suo fardello di storia.
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