Da leccese, confesso che uno dei pochissimi luoghi in cui non ero mai entrato, di quel centro storico di Lecce che ho vissuto durante l’infanzia, perché ci abitavo, e poi in età adulta per via lavorativa ed amore per la storia, è l’antico ospedale dello Spirito Santo. Sorto a ridosso delle mura cittadine, appena entro Porta Rudiae, fu completamente ristrutturato da Giangiacomo Dell’Acaya.
Questi lavori risalgono al 1548, all’apice della carriera del nobile architetto militare dell’Imperatore Carlo V (che finì malamente ed ingiustamente in prigione), che rimise a nuovo una precedente opera del 1389, voluta da Papa Bonifacio IX e realizzata da Giovanni d’Aymo. Esternamente si nota subito la mano di Giangiacomo, per l’utilizzo del bugnato, l’espediente decorativo che ha contraddistinto molte sue opere.
E’ qui che, in occasione della presentazione alla città degli importanti e lungimiranti lavori della locale Soprintendenza, che ha messo a nudo fra l’altro le recenti scoperte archeologiche, varco l’ingresso a me come a tanti leccesi ancora occluso…
…è vero che non vi ero mai entrato, ma a vista, la pietra di una città, ti restituisce sempre l’intimità di casa… come di un angolo che in fondo già conoscevi…
Qui nell’atrio, si sistema accuratamente il pavimento che è stato asportato dalla attigua chiesa che stiamo per scoprire…
Sulla sinistra, rispetto all’entrata, si apre un enorme salone, voltato magnificamente…
…è qui che diventerà operativa la nuova sede della Soprintendenza di Lecce, Brindisi e Taranto.
Sulla destra, invece, rispetto all’ingresso, si trova la chiesa. Anche questa ricostruita proprio a partire dai nuovi lavori del Dell’Acaya, nel XVI secolo. Una struttura che, rispetto all’architettura semplice del complesso è decorata con cura e gusto barocco.
Sotto il pavimento, gli archeologi della Soprintendenza hanno scoperto alcuni vani sotterranei, impreziositi da centinaia di reperti, per una superficie totale di oltre 150 m/q.
Si notano anche i pilastri, le strutture della chiesa precedente, della quale sono rimasti anche alcuni brandelli di affreschi…
Sopratutto, gli archeologi hanno rinvenuto un grande ossario, negli ipogei sottostanti il pavimento della chiesa… come era uso nel Medioevo… un cimitero!
…qui sopra, una figura che non sono riuscito a decifrare, si trova sotto il primo altare sulla destra, della chiesa.
L’altezza della volta è notevole!
Fra gli altri brandelli di affreschi, quello che sembra un frate francescano, col saio ed i sandali, accompagnato da un bastone (sopra)…
Sin qui abbiamo visto il prezioso lavoro di recupero svolto dalla Soprintendenza, e si riferisce al 2016: successivamente, sempre in occasione di un’apertura al pubblico (gennaio 2020), abbiamo potuto completare questo piccolo foto reportage con la fine dei lavori e la riconsegna alla città di questo luogo!
E’ stato lasciato a vista un piccolo scorcio con le infrastrutture poste al di sotto dell’attuale piano di calpestio…
Sopra l’altare principale c’è affrescata la scena dell’Annunciazione, con la Vergine colta di sorpresa mentre leggeva la Parola…
…e l’Angelo le annuncia la grande notizia.
Più confusa l’immagine sul muro che una volta ospitava l’altare principale.
L’organo settecentesco è uno splendore.
Sulla volta si osserva lo stemma della città di Lecce…
…ed un altro che contiene l’aquila a due teste.
Lacerti di affreschi dell’antica chiesa restano a ricordo…
…intima sensazione di fede e operosità che animava questo luogo.
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