Oria, splendida città di arte e storia, nasconde fra le sue amene campagne altre meraviglie, per il visitatore che non si fosse saziato del suo centro storico, il castello e via dicendo. A pochi chilometri di distanza, infatti, lungo una via che porta a Latiano, si incontra la chiesa di Santa Maria di Gallana. Una delle più antiche di Puglia, gli storici infatti la datano fra VII e VIII secolo d.C.
Rientra nella abbastanza ampia cerchia delle chiese a cupola pugliesi, infatti ne presenta due, allineate in asse, che sovrastano un’unica navata, preceduta da un vestibolo sopraelevato rispetto al piano di calpestio interno. In origine vi erano forse tre cupole in asse.
Le fonti tradizionali circa le origini di questa chiesa sfociano veramente nella leggenda, citando personaggi della “Canzone di Orlando”, i grandi poemi cavallereschi medievali…
…in realtà, anche tenuto conto delle tecniche costruttive ed i materiali impiegati, siamo davanti ad una chiesa bizantina.
Sopra, particolare della parete laterale esterna. L’altro lato pare custodisca un battistero…
Il sito però è stato interessato da un insediamento d’epoca romana (la Gens Gerellana da cui prende probabilmente il nome), ed in effetti, nella campagna intorno si possono notare diversi elementi architettonici riutilizzati per motivi agricoli.
All’interno, fra le altre particolarità, si può notare un bellissimo presepe, opera di Nuzzo Barba, pregevole artista gallipolino che operò a cavallo fra 1400 e 1500. Qui ne vediamo una delle sue opere, che spesso realizzava in pietra policroma e arte finissima…
E qui sopra notiamo un’altra traccia del passato d’epoca romana di questo sito: un concio sul quale sembra graffito un gioco romano. La pietra è stata riutilizzata nella costruzione di questa chiesa.
Poi, gli affreschi… purtroppo scalpellati, in parte distrutti, che rivelano comunque un’arte pregevole… qui sopra, una Dormitio Virgins, il momento in cui la Madonna muore…
Qui sopra siamo nel catino absidale…
…sul quale svetta una delle due cupole a tholos, la classica architettura da cui i trulli hanno replicato all’infinito la copertura.
Sulle pareti della chiesa vi sono decine e decine di “messaggi” lasciati nei secoli più svariati dai pellegrini che, sempre numerosi sono passati da qui.
Visuale della seconda cupola…
La chiesa ospitava uno splendido gruppo litico della Pietà, oggi custodito nella chiesa di San Francesco (di cui vi consiglio la visita, QUI). Una visita in questo luogo, che conserva fra l’altro sulla sua destra una struttura circolare che in origine doveva essere un battistero, non mancherà di suscitare interesse. Per i particolari vi rimando ad un pregevole saggio. Per la città di Oria, invece, non finirebbero mai i reportage! Ci torneremo presto!
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