Torre Santa Susanna, interessante borgo del brindisino, custodisce fra le sue campagne lo scrigno di S.Pietro a Crepacore, un’antichissimo tempio che gli storici fanno risalire al VI-VII secolo. Il sito ed il contesto ne fanno un luogo fondamentale per ripercorrere la Storia di Terra d’Otranto. La chiesa si colloca lungo la cosiddetta via ad Lippium, riportata da fonti del 1100.
Una via che ad un certo punto si staccava dalla Appia, che procedeva fino a Brindisi, e nella zona di Oria seguiva forse la delimitazione del “Limitone dei Greci”, per raggiungere Lecce, ed infine Otranto.Si trattava di un’importante arteria di comunicazione, infatti lungo di essa ritroviamo importanti edifici di varie epoche storiche, che ripercorrono i secoli, dai Romani fino al Medioevo, come ad esempio le Terme romane di Malvindi…
…il Tempietto di San Miserino…
…la chiesa della Madonna di Gallana…
…fino alla Chiesa di Santa Maria dell’Alto, ormai alle porte di Lecce.
In assenza di fonti storiche, gli storici hanno datato questa chiesa in base alle sue caratteristiche architettoniche, come la presenza delle due cupole in asse (riscontrata nel Tempietto di Seppannibale, a Fasano, dove gli affreschi sono datati VIII secolo, foto in basso)…
Inoltre, l’assenza del rosone, e l’uso della bifora, si riscontrano nel Salento nella chiesa di San Giovanni (Patù) e quella di Santa Eufemia a Specchia (foto sotto).
La chiesa di San Pietro a Crepacore sorge sul sito di una precedente villa romana…
…di cui sono rimaste visibili alcune tracce, come le fondazioni dei muri perimetrali, proprio accanto alla chiesa…
Prende il nome dall’apostolo Pietro, che secondo la tradizione passò dal Salento nel suo viaggio verso Roma. Ed oltre questo sito, anche altre località si contendono l’onore di questo passaggio: Galatina, San Pietro in Bevagna, San Pietro Vernotico, San Pietro dei Samari (presso Gallipoli)…
Una vasta necropoli medievale interessa poi tutta l’area intorno alla chiesa…
I grossi blocchi in carparo coi quali è stata costruita sono stati reimpiegati riutilizzando proprio i materiali del precedente insediamento romano…
Come detto, due volte a tholos coprono il monumento…
…si notano anche altri elementi che arrivano probabilmente dalla villa romana, come le colonne che sorreggono le arcate delle navatelle laterali…
Tutti gli affreschi rimasti, assai pochi per la verità, sono molto importanti, perché si riferiscono ai due elementi culturali che si contendevano la zona in altomedioevo: nella prima campata troviamo soggetti riferibili ad arte longobardo-beneventana, nella seconda quella bizantina.
Nell’abside si trova una iscrizione dedicatoria in greco bizantino che recita così: “Questo tempio è stato edificato per la remissione dei peccati del servo di Dio… e della sua consorte Veneria e dei loro figli. Amen”.
Lo spettacolo delle volte a cupola…
Particolare della navatella destra, sul cui pavimento, tra l’altro, si notano altre tracce dei precedenti muri romani.
In origine questa chiesa era completamente affrescata, e dove essere uno spettacolo veramente affascinante…
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