Lungo la via dei pellegrini che percorrendo il Salento, una volta, arrivava fino a Leuca, si incontra Santa Eufemia, una delle più antiche chiese di questo territorio, incastonata in un paesaggio di grande bellezza, ed anche molto interessante dal punto di vista storico archeologico. In uno spazio relativamente piccolo, infatti, intorno a questo tempio costruito fra VI e IX secolo, scopriremo altre tracce di un tempo lontano.
Cominciamo proprio dalla chiesa, dedicata ad una santa che in zona chiamano “Fumìa”. Fu costruita durante il periodo della dominazione bizantina del Salento, ed è stata restaurata recentemente, un lavoro che ha visto la ricostruzione anche dell’originale tetto a capanna.
La struttura sorge non lontano dall’antico casale d’epoca romana di Grassano (I sec. a.C./VI sec. d.C., da dove provengono alcuni reperti archeologici), per cui è ipotizzabile che per la sua costruzione siano stati riutilizzati i conci provenienti proprio da lì.
Cosimo De Giorgi, quando la vide durante il 1800, la descrisse già come un rudere…
Conserva alcune particolarità del suo tempo, come questa finestrella a croce…
…e la bifora che sovrasta l’ingresso, sostenuta da una colonnina, decorata con una croce patente sul capitello.
Entrando all’interno si notano le arcate che in origine dovevano dividere lo spazio in tre navate. Alcuni studiosi per questo hanno ipotizzato un collegamento con altri edifici di origine longobarda presenti in sud Italia. Ma su questo non vi è certezza.
L’abside ci riporta alle soluzioni architettoniche che rimandano ad età paleocristiana…
…alcune croci restano incise al suo interno.
L’interno è spoglio, si può solo immagine che in origine fosse affrescato: non restano tracce evidenti, purtroppo.
Dalla chiesa si vede il borgo di Specchia…
…e proprio davanti al tempio c’è una struttura che sembra molto antica…
…chissà, forse siamo davanti ai ricoveri dei pellegrini dell’epoca della chiesa, oppure proprio nella casa del suo custode. Siamo nel campo della teoria!
Salendo l’altura che si staglia davanti a Specchia, si ritrovano le tracce di un’antica strada carraia…
…il cammino è bello irto, la salita lunghetta!
Ad un certo punto la strada diventa lastricata, quindi all’epoca doveva essere ben trafficata ed importante. Siamo lungo la rotta dei pellegrini che puntavano verso il Capo di Santa Maria di Leuca.
Lungo questa antica via di pellegrinaggio si incontrano spesso piccoli luoghi di sosta o di preghiera…
…e qui infatti siamo davanti ai resti dell’antico Monastero di Sant’Angelo…
…purtroppo non resta molto in piedi…
…però qualche elemento ci lascia immaginare quanto potrebbe essere stato importante e ben curato…
…come la decorazione, in un dolce rilievo, rimasta all’interno di quella che forse era una cavità che ospitava la statua di qualche santo.
Ridiscendendo la piccola altura, ad un bivio, nascosta dalla vegetazione, si apre questa grossa struttura scavata nel banco roccioso…
Una sorta di dromos, o corridoio di accesso, ci introduce in un ambiente circolare, che forse era a sua volta scavato nella roccia, e la sua copertura sia crollata coi secoli…
…sulla destra si apre un piccolo vano circolare…
…nulla traspare circa la funzione di questa struttura. Solo uno scavo, e la completa pulizia delle piante infestanti, potrebbe rivelare qualche traccia sull’antico passato di questo suggestivo scorcio di Specchia!
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