Il Parco di Lama D’Antico a Fasano è uno dei più suggestivi insediamenti rupestri della Puglia; all’interno di esso è possibile esplorare le diverse strutture che dovevano far parte del villaggio (X-XVI secolo d.C.), l’imponente chiesa scavata nella roccia, le grotte – abitazioni e quelle legate al lavoro. Nell’area del Parco rientrano anche le incantevoli chiesette rupestri di San Lorenzo e San Giovanni
dalle splendide e vivaci decorazioni pittoriche. Il villaggio medievale di Lama d’Antico si sviluppa all’interno di un piccolo canale o “lama”, sui cui fianchi rocciosi si aprono le diverse grotte scavate dall’uomo. All’interno si colgono i diversi aspetti della vita quotidiana nel Medioevo: le abitazioni, le grotte laboratorio, le stalle.
Il fulcro dell’intero villaggio è la chiesa rupestre, dotata di un ingresso, sormontato da due lunette scolpite e sovrapposte, che immette lateralmente all’interno dell’ambiente. Essa si presenta a sviluppo longitudinale e distinto, mediante arcate e pilastri, in due navate, una più piccola dell’altra, coperte da volte a botte. La navata più grande è interrotta in corrispondenza dell’ingresso da un’apertura quadrata su cui, secondo alcuni studiosi, doveva impostarsi una cupola che sporgeva dall’esterno del banco roccioso segnalando la presenza dell’edificio.
L’aula, riservata ai fedeli e al clero non officiante, si conclude sul lato est con un gradone che definisce il limite della zona sacra, il bema. Sulla parete di fondo si apre la calotta dell’abside con i resti di un altare a blocco, nella nicchia più piccola, adiacente l’abside, è riconoscibile la prothesis, il piano destinato ad accogliere le offerte del pane e del vino funzionali alla liturgia. La navata laterale si conclude con una abside più piccola caratterizzata dalla presenza di un altare addossato alla parete di roccia, a sinistra si colloca una cattedra scolpita, probabilmente destinata al celebrante. Le pareti laterali della chiesa sono animate da una serie di 23 arcatelle cieche poco profonde poste al di sopra di un sedile perimetrale, quasi a definire i seggi.
La chiesa, in origine, doveva essere in gran parte affrescata come testimoniano alcune scene raffigurate nel bema e alcune icone di santi lungo le pareti della navata principale e nelle arcatelle di quella minore. Di grande interesse è la raffigurazione che campeggia nella lunetta absidale: al centro è rappresentata una Maiestas Domini, scena cristologica tratta dall’Apocalisse con il Cristo racchiuso in una mandorla di luce, ai quattro angoli di quest’ultima sono rappresentati i simboli degli evangelisti, ai lati compaiono San Giovanni Battista e la Vergine con il Bambino. Secondo gli studi più recenti, la datazione degli affreschi va ascritta intorno al XIII secolo d.C.
Gianluigi Vezoli
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