Cookie Consent by Free Privacy Policy Generator website La cripta del Menhir Fausa

La cripta del Menhir Fausa

Giurdignano non è nuova a mostrare ambienti rupestri nei pressi di un menhir. E’ il caso del Menhir Fausa, osservato alla fine dell’Ottocento dal celebre studioso Cosimo De Giorgi, posto sul suo sito originario, uno sperone di roccia alto due metri che è superstite dell’espansione urbana del piccolo centro.

Il monolite, a sua volta alto poco più di tre metri, si trova proprio di fronte all’ingresso di un ambiente ipogeo che chi percorre distrattamente quella strada non nota.

Avviciniamoci a questa cripta, che la gente del posto chiama “fausa” (da qui anche il menhir), che in dialetto locale significa “falsa”. Forse riferita alla cripta, non intendendola appunto come chiesa rupestre?

Che non sia stata una chiesa, come la ben più nota cripta di San Salvatore posta poco distante (vedi), probabilmente è vero…

…tuttavia, il sito è molto interessante… lungo il muretto a secco che ci accompagna ad essa emergono grandi lastroni monolitici, assai ben squadrati…

…che certo facevano parte di qualche struttura nei dintorni.

Eccoci davanti all’ingresso. Una piccola gradinata prosegue verso il ventre della terra…

…sopra il cui ingresso è stata costruita una possente architrave che ne sostiene l’accesso.

Sembrano esserci anche dei cardini, che dovevano sostenere una porta.

Poi vi si accede, un paio di metri abbondanti sottoterra…

Il vano è vagamente rettangolare, di circa sette metri per cinque, sul fondo si intravede una sorta di abside ricavata sempre dal banco di roccia…

… sulla cui funzione ancora non saprei dire…

Più o meno al centro dell’ambiente, si nota un foro perfettamente circolare, sulla volta…

…che guarda in basso verso una struttura semidistrutta: era forse questo ambiente utilizzato come frantoio?

I numerosi “fisculi” rimasti per terra sembrerebbero testimoniarlo…

…ora è abbandonato. Ma questo grande vano scavato nella roccia conserva tutto il fascino dei nostri antichi antenati, abituati a cavare la pietra e lavorare indefessi nel cuore della pietra del loro piccolo mondo antico.

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